I festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia hanno avuto la loro eco anche in Finlandia. Su iniziativa dell’Istituto Italiano di Cultura di Helsinki si è tenuto un concerto presso la locale “TEMPPELIAUKION KIRKKO” (Chiesa nella Roccia) a cui hanno assistito, oltre alla comunità diplomatica e alle autorità locali, un numerosissimo pubblico di finlandesi che, come sempre, si è dimostrato attento a non perdere le iniziative che riguardano l’arte, la musica e, più in generale, la cultura italiana. In realtà, già nello scorso settembre, durante la visita di stato a Roma del presidente della Finlandia, la signora Tarja Halonen, avevamo assistito ad un piccolo quanto inimmaginabile preambolo. Nel corso della visita, infatti, il Presidente Napolitano aveva deposto una corona d’alloro davanti ad un busto che si trova al Gianicolo (non lontano dall’Istituto di Cultura Finlandese di Roma a Villa Lante) che raffigura Herman Liikanen, un finlandese che cercò di arruolarsi nelle truppe garibaldine. Costui – bisnonno dell’ex commissario finlandese dell’Unione europea, Erkki Liikanen – partì per unirsi ai Mille, ma, a causa della lunghezza del viaggio, arrivò a destinazione nell’ottobre del 1861 a cose fatte e poté partecipare solo alla repressione che seguì la vittoria garibaldina. Successivamente, preso dall’amore per la libertà e sostenitore di tutti i popoli oppressi, si unì alla legione ungherese di Istvan Türr, generale garibaldino, con il quale combattè per l’indipendenza dell’Ungheria, fino ad arruolarsi nell’esercito danese contro Prussia e Austria. Congedandosi, insoddisfatto, nell’aprile del 1862, tornò infine nel suo paese che, a dire il vero, a quel tempo non era ancora la Finlandia come la conosciamo adesso ma solo il Granducato di Finlandia, facente parte dell’immenso impero dello zar di tutte le Russie.
Il nostro era nato a Ristiina il 13 maggio del 1835 e morì a Kuhmalahti il 13 aprile 1926.
Tra l’altro un giorno il busto fu mozzato e sparì. Probabilmente non si è trattato dell’atto vendicatore di un filo-borbonico, ma del desiderio di un turista finlandese di portarsi a casa un insolito souvenir. La testa gli è stata comunque rifatta.
Anche Lorenzo Runeberg – che era il secondo figlio del poeta nazionale finlandese, Johan Ludvig Runeberg – entusiasmato dalle gesta di Garibaldi avrebbe voluto unirsi a lui, ma il padre lo obbligò a frequentare prima una scuola per ufficiali in Svezia, finita la quale era finita anche l’avventura garibaldina. Più rapido fu invece uno studente finlandese che si trovava a Londra, C. A. Weurlander, il quale partecipò alla conquista di Napoli e alle battaglie del Volturno e di Caserta, nonché all’assedio di Capua. Nel febbraio del 1861 fu promosso da sergente a ufficiale.
Di fronte a queste notizie c’è solo da chiedersi: ma come facevano questi giovani finlandesi a conoscere Garibaldi e le sue gesta senza internet, facebook, e-mails e quant’altro? Come fu che il mito del Generale italiano poté arrivare nelle sperdute e gelide regioni del Nord Europa, a più di tremila chilometri di distanza dai fatti di casa nostra? Un mistero incomprensibile soprattutto per noi, abituati come siamo a navigare in internet ed avere tutto a portata di un click col mouse!!!
Un’ultima curiosità va aggiunta: anche i finlandesi hanno il loro Garibaldi! Si chiama Carl Gustaf Emil Mannerheim ed è l’eroe dell’indipendenza finlandese. Come accade per l’eroe nostrano, anche qui in Finlandia ovunque si vada, anche nei paesi più piccoli e sperduti, c’è una lapida che ricorda il passaggio del generale Mannerheim. Paese che vai, eroe che trovi!
Notizie biografiche tratte da un articolo del Prof. Luigi De Anna, professore di Lingua e cultura italiane presso l’Università di Turku, in Finlandia.