Anche quest’anno, all’inizio del terzo millennio, abbiamo festeggiato la nostra Patrona Maria SS. Addolorata, la cui statua è collocata nella sua chiesa, ormai decorosamente migliorata e abbellita.
La festa ha avuto una partenza un po’ in sordina, anche se le luminarie, installate con qualche giorno di anticipo, annunciavano l’avvicinarsi della data, scuotendo in qualche modo l’indifferenza della gente. I blocchetti della lotteria venivano via via esauriti con notevole sollievo dei “santesi” sempre timorosi di non farcela.
Una nota di merito va a “Nena” instancabile promotrice e abile venditrice di biglietti. Osservandola nella sua “missione” il mio pensiero va a mio padre, il quale a Roma visitava i carbonai di Ruscio, annotando diligentemente in un quadernetto tutte le offerte.
Gli inevitabili rifiuti e le critiche non riuscivano a scalfire il suo attaccamento alla festa e la sua devozione per l’Addolorata; con lui vorrei ricordare: Vannozzi Mariano, Vannozzi Marcello, Vannozzi Pietropaolo e tanti altri spontanei sostenitori, che nei tempi passati resero la nostra festa una delle più belle della zona.
Al mattino si è svolta la cerimonia civile con la deposizione della corona al monumento ai caduti; è una manifestazione molto sentita specialmente dalle persone meno giovani, alle quali è stato inculcato un sentimento patriottico, che i nostri figli ormai cittadini d’Europa, non possono sentire in uguale misura.
Tuttavia le note del Piave e dell’Inno Nazionale sono state ascoltate in religioso silenzio, anche dai più piccoli (merito soprattutto delle partite calcistiche internazionali).
Nel pomeriggio si sono svolte alcune manifestazioni, rallegrate dalla banda di Monteleone, ancora gradita da tutti, perché rinnovata nel repertorio. Ormai le feste paesane in genere non attirano più la gente dei paesi vicini come una volta; altri divertimenti sono a disposizione dei giovani e dei meno giovani, ma la nostra festa ha una tradizione, che non si è mai affievolita nel tempo ed è sentita devotamente da tutti: la processione serale.
Come per incanto (e questo avviene puntualmente ogni anno) la folla si ingrossa, accende i lumini e aspetta con ansia che la statua della Madonna esca dalla sua Casa, per l’annuale passeggiata attraverso le strade di Ruscio, in un percorso rimasto invariato.
Anche le stelle del firmamento, che in agosto brillano con maggiore intensità, sembrano oscurarsi davanti allo splendore dell’aureola che illumina il volto dolente di Maria.
Quel volto a cui ci rivolgiamo continuamente affinché protegga i nostri figli e le generazioni che verranno.