Chiesa di Sant’Antonio in Ruscio

By proruscio

La chiesa di Sant’Antonio, a Ruscio, è dedicata a Sant’Antonio da Padova e non a Sant’Antonio Abate, come qualcuno ha riferito.

L’origine dell’edificio non si conosce, ma si può ritenere che risalga al secolo XIV-XV. Era quella l’epoca in cui Ruscio incominciava a diventare paese mentre in precedenza nella valle esisteva soltanto qualche casa colonica.

quadro lotti santonio

La Chiesa di Sant’Antonio (olio su tavola, Mario Lotti)

E fu proprio quella di Sant’Antonio la prima e l’unica chiesa del paese fino alla metà del 1700, quando Don Biagio Peroni costruì quella dei "sette Dolori della Madonna".

I Francescani di Monteleone, presenti fin dal 1280, prestarono subito la loro collaborazione ai Sacerdoti di San Nicola. Fondarono la Cappellania della Madonna degli Angeli a Butino e la Cappellania di Sant’Antonio a Ruscio, svolgendovi tutte le Funzioni e attività liturgiche.
Madonna degli Angeli e Sant’Antonio: un binomio prettamente francescano. La Madonna degli Angeli richiama la PORZIUNCOLA, culla del Francescanesimo e Sant’Antonio, il primo grande Santo dell’Ordine dopo San Francesco.

Nato a Lisbona il 15 Agosto 1195, giunse in Italia nella primavera del 1221 e partecipò al Capitolo delle Sipoie, nella Festa di Pentecoste del 30 Maggio di quell’anno. Lì conobbe San Francesco che rimase stupito della forte personalità di Antonio, della sua bontà e della sua scienza, tanto che lo chiamò "suo Vescovo". Nel 1224 San Francesco gli conferì l’incarico di Predicatore e di Maestro di teologia; "sono contento che tu insegni ai confratelli la santa Teologia, a patto che, in questo studio, tu non spegne lo spirito di preghiere e devozione, così com’è contenuto nella Regola" E Sant’Antonio fu valente predicatore in Italia e in Francia e se tenne accesa la lampada della dottrina non spense quella della preghiera. Fu proprio durante un’intensa preghiera che ebbe la gioia dell’apparizione di Gesu’ Bambino. Morì il 13 giugno 1231 e fu sepolto a Padova.

Il Papa Gregorio IX lo canonizzò (lo dichiarò Santo) il 30 Maggio 1232 a Spoleto, appena 11 mesi dopo la sua morte. Il Santo ebbe, dunque, stretti rapporti con l’Umbria.

La vita, la dottrina e la santità di Antonio rappresentarono una grande forza di crescita e di espansione della famiglia francescana, appena uscita dal carisma di Francesco.

Parallelamente alla devozione del Santo di Assisi si diffuse quella del Santo di Padova. Conventi, Chiese e Religiosi presero il suo nome.
Giunti a Monteleone, i Francescani portarono il culto di San Francesco e di Sant’Antonio. A Monteleone centro San Francesco, a Butino la Madonna degli Angeli, a Ruscio Sant’Antonio; sono preziose e sicure testimonianze francescane. Sulla facciata della chiesa di Ruscio, a suprema conferma, è incastonato lo Stemma francescano in marmo.

La chiesa non è di grandi dimensioni, sicuramente proporzionata alla primitiva limitata popolazione di Ruscio. Ha un solo altare risalente al 1700. Quasi certamente le strutture primitive furono distrutte dal terremoto del 1703. Anche le alluvioni recarono i loro danni accumulando robusti strati di materiale addosso alla costruzione di origine; non si spiega diversamente il vano sotto la chiesa attuale.

In questi ultimi anni l’edificio è stato solidamente e interamente restaurato con i fondi della Legge del terremoto del 19/9/1979.

Nel Maggio-Giugno 1994, la Signora Pennesi Luciana ha restaurato l’altare e le tela riportando le due opere al primitivo splendore.

Attualmente la chiesa di Sant’Antonio funge da Parrocchiale per Ruscio, in attesa che termini il… calvario dell’Addolorata.

La popolazione del paese è fortemente attaccata alla chiesa di Sant’Antonio e la considera e custodisce come un gioiello.

Don Angelo Corona