Venendo incontro al desiderio della redazione della Barrozza di completare il ciclo degli articoli sulle Cooperative nate a Monteleone nel tentativo di creare non solo posti di lavoro nuovi ma anche e soprattutto una mentalità lavorativa orientata alla cooperazione tra coloro che si vedono costretti ad operare e vivere in un territorio che non offre grandi opportunità di lavoro, eccomi quindi pronto a rispondere alla domande della redazione sulla Cooperativa “VERDE APPENNINO” di cui sono stato tra i promotori e unico Presidente.
D: Chi furono i precursori della Cooperativa, e com’è andata sviluppandosi l’idea di creare una cooperativa che si occupasse della sistemazione delle aree verdi in Valnerina?
Il giorno 16 Settembre 1997 15 persone di Ruscio, Trivio e Monteleone si presentarono davanti al notaio per costituire la società cooperativa Verde Appennino a r l. con lo scopo di svolgere, tramite i propri soci, lavori di:
sistemazione e manutenzione agraria e forestale; lavori di forestazione; costruzione e manutenzione di piste forestali, arginature, sistemazioni idrauliche, opere di difesa dalle avversità atmosferiche e dagli incendi boschivi;
lavori di riassetto idrogeologico; attività vivaistica di piante da rimboschimento ed ornamento ambientale e commercializzazione delle stesse; realizzazione e manutenzione di giardini ed aree verdi; bracciantato agricolo su terreni di proprietà della Cooperativa , o presi in gestione da enti pubblici e prvati o per conto terzi; vigilanza boschiva ed attività antincendio.
L’idea di organizzarsi in cooperativa per svolgere le citate attività era nata dall’esame delle esigenze più volte manifestate in sede comunale e dalla Comunità Montana di avere a disposizione una mano d’opera organizzata per l’espletamento di lavori agro-forestali e da diverse richieste di sistemazioni di giardini da parte di privati.
La spinta decisiva venne dal rapporto di amicizia con il Presidente della Cooperativa Monte Patino che suggerì di costituirsi in società cooperativa anche per partecipare ai progetti ministeriali che favorivano lo sviluppo di tali iniziative soprattutto nelle zone ad alto indice di disoccupazione.
Il capitale iniziale della Cooperativa era costituito da 15 quote di 100,000 Lire per un valore complessivo di 1.500.000 Lire. Le spese per la costituzione della Cooperativa sono state pari a 2.450.000 Lire; si iniziava già in perdita, ma il progetto era molto ambizioso e l’entusiasmo iniziale dei promotori era tale da far prevedere un sicuro successo dell’iniziativa.
Al primo Consiglio di Amministrazione per i primi due anni vengono nominati Peroni Renato, (Presidente), Cioccolini Daniele e Moretti Rita.
La sede della Cooperativa era a Ruscio in Viale della Grande Italia, presso i locali della ex scuola elementare; la sede venne attrezzata con telefono, computer, stampante, scrivanie e tavolo per le riunioni. Nella sua massima estensione la Cooperativa era formata da 31 soci operativi.
D: Con quali mezzi avete iniziato?
Inizialmente con le attrezzature che gli stessi soci erano in grado di portare: seghe elettriche, tagliaerba, badili, picconi e pale. Dopo i primi lavori, oltre ad attrezzi da lavoro necessari di volta in volta alle diverse esigenze delle commesse (moto-trivelle, seghe circolari, trapani ecc), vennero acquistati anche gli indumenti di scurezza quali scarpe, guanti, occhiali caschi e tute protettive.
Per raggiungere il posto di lavoro inizialmente venne utilizzato il fuori-strada di un socio previo rimborso della benzina. In seguito venne acquistato dalla Cooperativa un P-cap della Nissan con possibiità di trasporto promiscuo di persone e di materiali.
In qualche occasione non era possibile raggiungere il posto di lavoro con il fuori-strada perché in alta montagna e la località era impervia per cui siamo stati costretti ad affittare dei muli per il trasporto dei materiali.
D: Può descrivere l’attività svolta, le commesse attivate, i risultati economici raggiunti?
Oltre a lavori vari per privati, nel corso dei 5 anni di vita la Cooperativa ha svolto diverse attività.:
Nel marzo 1998 fu presentato al Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale un progetto di “Promozione sostegno e sviluppo attività agricola e idraulico forestale” il cui ammontare previsto era di 308 milioni di lire ma furono concessi con delibera del 10 febbraio 2000 soltanto
225 milioni di lire con il primo acconto di 90 milioni di lire erogato nel febbraio 2001 dopo la visita ispettiva che attestava l’efficienza organizzativa della Cooperativa concludendo il verbale dell’ispezione nel seguente modo:
“Al termine degli accertamenti esperiti e esaminata tutta la documentazione relativa al progetto in questione è stato verificato che l’attività progettuale è stata effettivamente svolta rispettando le formalità che generalmente vengono seguite durante un percorso formativo. Non sono state, quindi, rilevate irregolarità”.
Nel 1998 furono eseguiti diversi lavori per conto della Comunità Montana della Valnerina per la manutenzione di laghetti e fonti per pascolo nei comuni di Cerreto e Preci e lavori di recinzione e posa in opera di trogoli nei comuni di Cerreto di Spoleto e Sellano.
Il lavoro più impegnativo è stato la sistemazione degli argini del fiume Nera con la rimozione di alberi e arbusti per consentire il regolare deflusso delle acque da S: Anatolia di Narco a Scheggino.
Nel 1998 venne preso in gestione la manutenzione del Condominio di Ripa di Corno 2 a Leonessa; tale attività è durata per tutto il 2002.
Per conto del Consorzio dei possidenti di Monteleone di Spoleto vennero eseguite diverse commesse tra cui l’operazione di martellatura a segno e stima del bosco vocabolo le Spiazze.
Nel 1999 venne ripristinata la recinzione in località Capo la Valle – Modula – nel Comune di Monteleone di Spoleto,
Sotto il profilo economico nel 1998 il fatturato è stato di 112 milioni di lire, nel 1999 di 256 milioni di lire; nel 2000 di 92 milioni di lire; nel 2001 di 170 milioni di lire; nel 2002 di 12 milioni di lire per un totale complessivo di ricavi pari a Lire 642 milioni.
Le principali voci di spese nei vari esercizi, con ricadute positive dell’intero fatturato sul territorio, sono state: retribuzione a dipendenti e soci comprensive dei contributi INPS e INAIL, prestazioni ricevute da terzi; spese per la gestione dei servizi con l’acquisto del mezzo di trasporto e di strumenti di lavoro.
D: Quando si concluse l’esperienza della Cooperativa?
La chiusura della cooperativa è avvenuta il 20 novembre del 2002 per carenza di commesse significative, con una perdita sanata dal Presidente
D: Quali sono state le cause, secondo lei, della chiusura di tale attività economica?
La circostanza di fatto che ha determinato la decisione di chiudere la Cooperativa è stata la carenza di commesse significative che potessero garantire una continuità operativa.
Ma, a nostro avviso, alla decisione di chiudere hanno contribuito anche altri diversi fattori:
una certa diffidenza tra gli operatori del territorio che vedevano nella cooperativa un concorrente che andava ad occupare spazi lavorativi tradizionalmente gestiti da altri;
una assunzione di contratti con bassa redditività, soprattutto quelli della Comunità Montana, per lavori assai impegnativi e onerosi che non venivano eseguiti dai propri operai;
carenza di qualsiasi aiuto o sostegno da parte del Comune che viveva un periodo di commissariamento;
una partecipazione di alcuni soci più orientati a considerarsi dipendenti della Cooperativa che proprietari di una struttura da far crescere e sviluppare.
In questa sede tuttavia ci corre l’obbligo di ringraziare quanti, nonostante le difficoltà incontrate, hanno dato la loro appassionata collaborazione e con grande spirito di sacrificio hanno cercato di mantenere in piedi una struttura nella quale hanno sinceramente creduto: per tutti un grazie di cuore a Rita Moretti che si è prodigata nei 5 anni in tutte le attività della Cooperativa, da quelle amministrative a quelle manuali e operative più faticose, divenendo il punto di riferimento, di stimolo e di esempio per tutti gli altri soci.
D: Sarebbe ancora attuale una Cooperativa che svolgesse la medesima attività?
Anche per questa esperienza vissuta dalla cooperativa Verde Appennino, purtroppo con amarezza, dobbiamo riportare quanto è stato già scritto per le precedenti esperienze cooperative della maglieria e della ceramica:
“Per quanto attiene all’ambiente sociale di Monteleone, con dispiacere occorre evidenziare come la struttura organizzativa di Cooperativa non si adatti alla nostra mentalità.
Occorre, per costituire e vivere la realtà di una azienda cooperativa una maturità sociale purtroppo non raggiunta dalla nostra collettività: ben diverse sono le regole del lavoro cooperativo rispetto al lavoro di proprietà o di dipendenza!”.
E’ stata una sfida ed un’altra opportunità per Monteleone che non si è voluto cogliere!
Siamo tuttavia ancora convinti che l’idea di avviare una attività nel campo agro-forestale su un territorio montano come la Valnerina sia ancora valida e possa offrire opportunità di lavoro interessanti per i giovani e di crescita economica per il paese.
P.S. Mentre mi accingevo a scrivere l’articolo mi è giunta notizia della morte di Gioacchino Reali, socio tra i più validi collaboratori della Cooperativa; uomo di poche parole, abituato a lavorare con grande serietà e notevole professionalità. Per la sua esperienza nel settore e’ stato di esempio e di guida per molti soci.
Con il suo fuoristrada rosso, trasportando materiale e persone, è stato di grande aiuto e supporto soprattutto nei primi tempi della vita della Cooperativa.
Con molta tristezza sabato 25 Luglio ho partecipato al tuo funerale al Trivio e mi ha confortato solo la grande presenza di tante persone in riconoscimento della “bella” persona che sei stato.
Ciao Gioacchino e grazie di cuore per la tua sincera disponibilità verso gli altri.