La “storcejata”

By proruscio

La "storcejata"
Una antichissima tradizione, ormai dimenticata

Nel territorio di Monteleone, Ruscio e Trivio, la notte di Natale si eseguiva la "storcejata", ossia una processione illuminata da fiaccole che deriva il nome dalle torce preparate in ogni famiglia, in previsione del Natale, utilizzando rami di ginepro o di salice lunghi circa un metro e mezzo poiche’ anche il legno del salice arde con fiamma luminosa e chiara.

I rami erano taglati per lungo fino ad un terzi circa dell’altezza in modo da ottenere una serie di strisce parallele . in genere da quattro a sei – mantenute divaricate mediante alcuni cunei. I rami cosi’ preparati erano lasciati da parte fino a quando non fossero ben secchi. Giunto il momento della storcejata, in ogni casa si provvedeva ad accendere le fiaccole di ginepro al fuoco del Ceppo di Natale.
I vecchi ricordano la notte della vigilia di Natale costellata da numerosi fuochi: dalle varie case dei villaggi una folla festante si dirigeva alla chiesa alla luce delle torce. Giunti sul sagrato, le fiaccole accese erano gettate in un unico mucchi in modo da formare un falo’ attorno al quale la gente si radunava in allegria attendendo la mezzanotte.

Il simbolismo sottinteso alla cerimonia e’ significativo: le torce che ogni famiglia ha preparato, vengono accese al ceppo natalizio che arde in ogni focolare. Terminata la processione, le fiaccole vengono gettate l’una sull’altra a formare un unico falo’. In questo modo, la cerimonia si trasforma da privata a pubblica e il significato del fuoco natalizio si estende a tutta la comunita’ passando dal focolare familiare al grande falo’ comunitario.

Il sagrato della Chiesa rappresenta la zona di confine tra le antiche tradizioni e il rito cristiano. Entrando in Chiesa, ci si lasci alle spalle il falo’.

tratto da: Mario Pollia, Le Piante e il Sacro, Ed. Quater, Foligno 2010