La nostra amicizia risale ai primi anni ‘70, quando appena finite le scuole iniziavamo a giocare a pallone; una, due volte al giorno. Pur di giocare, di nascosto, si saliva o si scendeva dalla scorciatoia e poi via a giocare o a Monteleone o a Ruscio.
E non era solo giocare a pallone; era una specie di rito ritrovarsi anno dopo anno e confrontarci lealmente sui campi di pallone.
Ad entrambi piaceva giocare al centro della difesa; forti, grintosi ma leali. Da come toccavamo il pallone ed affrontavamo i nostri avversari si percepiva il nostro stato d’animo.
Siamo cresciuti, ognuno facendo la propria vita e le proprie scelte e ci siamo ritrovati da adulti; sempre sui campi di calcio ma con qualcosa in più da condividere. Passavamo molte serate davanti al suo camino, il cui interno era stato foderato di rame per rendere più sinuose, più sonore e più vive le sue fiamme; la legna in quel camino s’identificava con la sua origine.
C’era l’olivo profumato, il pino mugo resinoso, il castagno crepitante, il leccio, la quercia ed il faggio che respirando donavano fiamme intense.
E si stava davanti al fuoco parlando senza giudicare, raccontando senza avere timori dei silenzi; si mangiava, si beveva, si fumava e si godeva di quello che la vita ci aveva donato fino a quel momento.
Col passar del tempo, anche se non ci frequentavamo più, bastava uno sguardo, un sorriso, un cenno del capo per intenderci.
Mi mancherai ma ci rivedremo su altri campi di calcio…ma non ancora Carlo.. non ancora.
Ad Antonia e figli, con affetto.
Giorgio