Appassionato estimatore e ricercatore delle tradizioni del suo paese, Enzo Agabiti ha una ricca collezione di macchine, mezzi e suppellettili che riportano indietro nel tempo creando un filo conduttore della storia di Ruscio.
Tra i suoi gioiellini in particolare ce n’è uno che ha attirato la mia attenzione: la barrozza delle spose.
Classificata sulla carta come mezzo di trasporto agricolo, la sua barrozza ha varie placche metalliche che ne identificano le caratteristiche, le misure, il proprietario originale e addirittura i bolli di circolazione (nel 1959 pagava £ 500).
Ma ciò che colpisce subito è sicuramente la decorazione che ricopre tutto il mezzo, una volta anche l’interno del cassone, anche se purtroppo, il letame trasportato dal vecchio proprietario ha ‘mangiato’ la vernice originale lasciando una colorazione nerastra.
La barrozza, che la maggior parte dei “romani” conoscono come il notiziario della proloco, era il mezzo di trasporto abituale per la gente di campagna e veniva usata per ogni occasione, per spostare prodotti e materiali da un posto all’altro e nelle occasioni solenni riguardanti la famiglia come trasferire il corredo da sposa delle figlie dalla casa paterna a quella coniugale.
Di forma rettangolare è così strutturata: cassone con fondo, due sponde laterali, due tavole (anteriori e posteriori) mobili per facilitare le operazioni di carico. Le decorazioni venivano disegnate a piacimento usando i seguenti colori, bianco, rosso, blu, giallo e verde.
Il trasporto del corredo creava una pittoresca processione, col carro dipinto, trainato da bovi e recante il cassone nuziale col corredo e gli altri oggetti.
Il corteo del trasporto del corredo nuziale per molte famiglie, soprattutto per quelle benestanti, era sicuramente anche l’esibizione del corredo, l’occasione per ostentare le proprie ricchezze materiali e rimarcare quindi l’importanza del proprio stato sociale all’interno del paese.
Nei tempi passati, ma neanche tanto passati, il corredo per le ragazze si incominciava a preparare anche intorno ai 6 – 7 anni. Era abitudine in molte famiglie regalare ad una femmina in occasione del compleanno, dell’onomastico o altre festività, un piccolo capo di corredo (asciugamano ecc.).
E il corredo, soprattutto, si preparava in casa, filando e tessendo in compagnia. In un canto popolare del Barbacci, quello delle Tessitrici, si ritrova tutta la solerzia del lavoro
…Mariuccetta, dipana, dipana;
Gira, gira l’arcolaio;
Rosa, incanna; Bettina, al telajo,
Su, marita il cotone alla lana.
…voli allegra la spola qua e là.
Quest’ordito è ugualissimo e fino;
Meno chiacchiere, Lucia!
Fitto il pettin conviene che sia,
Come porta la canapa e il lino.
Tende e tovaglie, camice e veste,
L’opre tue saranno queste.
Ogni sposa il corredo si fa.
Della donna disposta a marito
Dolcemente parla al core
Un soave linguaggio d’amore
Questa trama che abbraccia l’ordito…