Un volume pubblicato verso la fine degli anni Cinquanta dell’Ottocento restituisce l’immagine di ciò che era il nostro comune in decenni ormai lontani. Nel territorio comunale esistevano quattro parrocchie, insediate nei centri di Monteleone, Buttino, Ruscio e Trivio. Monteleone di Spoleto aveva, unitamente alla frazioni censite (Buttine, Ruscio e Trivio), 1.662 abitanti; di questi, solamente 270 vivevano in campagna.
La maggior parte – 915 anime – risiedeva, naturalmente, nel capoluogo, che contava 196 famiglie (che occupavano le 183 case presenti, con una media di 4,66 membri per ogni nucleo familiare). A Buttine abitavano 183 persone, suddivise in 23 famiglie, a disposizione delle quali vi erano 22 abitazioni; a Ruscio vivevano 348 abitanti, appartenenti a 63 nuclei familiari (mediamente composti di 5,52 individui), che a loro volta risiedevano in 60 edifici. Per finire, a Trivio, gli abitanti (216), ripartiti in 46 famiglie (costituite, in media, da 4,69 persone), occupavano 46 abitazioni. (1)
Per una visione d’insieme, ecco lo specchietto riassuntivo:
Qualche tempo dopo, un monumentale dizionario geografico, il Dizionario corografico dell’Italia di Amato Amati, pubblicato nei primi anni Sessanta dell’Ottocento, fornì una panoramica più complessa ed articolata delle caratteristiche del nostro comune.
Ecco le voci presenti nel Dizionario:
MONTELEONE DI SPOLETO. – Comune nell’Umbria, provincia dell’Umbria, circondario di Spoleto, mandamento di Cascia.
Comprende le frazioni: Buttine, Rescia, Ruscio e Trivio.
Ha una superficie di 6105 ettari.
La sua popolazione di fatto, secondo il censimento del 1861, contava abitanti 1483 (maschi 608, femmine 875); quella di diritto era di 1781.
La sua guardia nazionale consta di una compagnia con 148 militi attivi.
Gli elettori politici sono inscritti nel collegio di Spoleto; nel 1865 erano 16.
L’ufficio postale è a Cascia.
Appartiene alla diocesi di Norcia.
Il suo territorio, racchiuso da alpestri monti, su’ quali s’innalzano alberi secolari di faggio, è alternato da vallate e colline. Vi si raccoglie grano, formentone, farro ed orzo. Produce fieni squisiti e pascoli eccellenti per il bestiame di ogni specie. Conta pochi alberi da frutta, e scarse sono le ghiande, poiché ristretto vi è il numero dei boschi di cerro e di quercie. È ricco però di minerali di ferro: avvi dello schisto, molta pietra travertina, né manca di lignite. Sono ancora visibili i ruderi di due forni fusorii di ferro, e di altri due di vetri, per l’alimento dei quali è tuttora sparsa per il territorio la occorrente materia. Abbonda di legname da costruzione e di combustibili; il difetto però di via rotabile, che ne agevoli il trasporto, rende inutili ed infruttuosi i tesori che nel seno e sulla superficie di questa località vi ha sparsi la natura.
Il capoluogo è un castello situato sopra un alto colle circuito di mura di difesa, e ha bastioni che fanno prova dell’animo marziale de’ suoi antichi abitanti Alle falde del colle, per ampia valle scorre il fiume, a cui dà il nome il monte Corno, il più alto dell’Italia peninsulare, dal quale ha origine. Dista 30 chilometri da Spoleto, che gli rimane a ponente, e circa 12 da Cascia verso levante. Ha due scuole elementari per i fanciulli, ed una per le fanciulle, e possiede istituti di beneficenza per la dotazione delle fanciulle povere, per prestiti in denaro ed in grano, per ricovero di pellegrini infermi, ed una società di mutuo soccorso.
È tuttora in azione una fabbrica di terrecotte per uso di pavimenti e di tetti; altra se ne sta erigendo, e di molte se ne scorgono le vestigia in più parti del circondario.
Alcune delle surriferite notizie si debbono alla cortesia dell’onorevole sindaco di questo comune. (2)
Un elemento che s’impone immediatamente alla nostra attenzione è la notevole differenza tra la popolazione effettivamente abitante a Monteleone (definita “di fatto”) rispetto a quella che vi era domiciliata (“di diritto”), di ben 300 individui. Essa è indice della necessità, per oltre un quinto della popolazione, di abbandonare il paese natale per potere vivere e lavorare. L’Unità, se aveva fatto scomparire il secolare confine con il Regno e la dogana pontificia di Ruscio, non aveva certo migliorato le condizioni di vita dei locali.
Scarse le informazioni sugli altri centri:
BUTTINE. – Frazione del comune di Monte Leone di Spoleto, nell’Umbria, provincia dell’Umbria, circondario di Spoleto, mandamento di Cascia. L’ufficio postale è a Spoleto. (3)
RUSCIO. – Frazione del comune di Monteleone di Spoleto, provincia dell’Umbria. L’ufficio postale è a Spoleto. (4)
TRIVIO. – Frazione del comune di Monteleone di Spoleto, provincia dell’Umbria. L’ufficio postale è a Spoleto. (5)
Note
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(1) Statistica della popolazione dello Stato Pontificio dell’anno 1853, Roma, Stamperia della Reverenda Camera Apostolica, 1857, pp. 160; 225.
(2) A. AMATI, Dizionario corografico dell’Italia, Milano, Francesco Vallardi, s.a., vol. V, pp. 349-350.
(3) A. AMATI, Dizionario corografico dell’Italia, Milano, Francesco Vallardi, s.a., vol. I, p. 1148.
(4) A. AMATI, Dizionario corografico dell’Italia, Milano, Francesco Vallardi, s.a., vol. VI, p. 1364.
(5) A. AMATI, Dizionario corografico dell’Italia, Milano, Francesco Vallardi, s.a., vol. VIII, p. 693.
Il 15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni, svolto nel 2011, riscontrava una popolazione residente a Monteleone pari a 626 persone (in diminuzione del 8%, rispetto al censimento del 2001)