2 luglio 2014, Ruscio, giornata tersa e piacevolmente assolata.
Sto aspettando qui, davanti il bar di Pietro, un ospite speciale che viene da lontano spinta fin qui le nostre montagne per ricercare un parente caro mai conosciuto.
Vlasta Perd’ochovà, accompagnata dal marito, ha deciso di spingersi fin qui appunto per ricongiungersi con suo zio morto insieme con altri suoi commilitoni il 10 giugno del ’44 sulla strada della Miniera di Ruscio in un raid aereo e sepolto nel cimitero di Monteleone di Spoleto.
Ci siamo già occupati in passato della tragica giornata di guerra a Ruscio nel racconto riportatoci da Renato Cicchetti, quando, insieme con il cugino Mario, in prossimità della Fonte dell’Asola si trovò ad attraversare le fila di un plotone di soldati slovacchi, in ritirata con i tedeschi, nascosto lungo il ciglio della strada.
Nella loro marcia verso nord, infatti, le truppe tedesche marciavano sfruttando la notte e si nascondevano di giorno per evitare di essere individuati dagli Alleati.
Pavel Supola
Staskov, 1922—Ruscio, 1944
All’improvviso, passarono a bassa quota due ricognitori, Renato, Mario e i soldati si nascosero per non essere avvistati. Subito dopo, tutti pensarono di aver scampato il pericolo.
I due cugini si rialzarono e si allontanarono in direzione della località Macchiacela, dove avevano il bestiame, ma arrivati all’altezza di Scoppagamberi sentirono tornare i due aerei che cominciarono a mitragliare la colonna dei soldati.
Nell’attacco morirono sette soldati e numerosi cavalli.
L’allora parroco di Monteleone, Don Enrico Ricci diede loro sepoltura nel cimitero di Monteleone trascrivendo i nomi nel Libro dei Morti.
I loro nomi: Sergente Pavel Supola, Fau Petricko, Kasimir Basta, Stefan Kuruc, Fau Paulovic, Pavel Pivovarci, tutti definiti nel latino ecclesiastico “miles Slovaccus, apud Fonte dell’Asola in comunione S. Matris Ecclesiae animam Deo redditit, pyrobalorum displosione percussus; cuius corpus die eodem sepultum est in Coemeterio pubblico” (soldato slovacco, ha reso l’anima a Dio in comunione con la Santa Madre Chiesa, colpito da esplosione di proiettile, il cui corpo fu sepolto, lo stesso giorno, nel pubblico Cimitero).
Questo è l’antefatto che ci conduce a Vlasta.
Il certificato di morte del soldato Supola fu mandato ai parenti il 14 febbraio 1944.
Ci siamo rivolti al nostro amico Don Camillo per la traduzione di questo documento, che riportiamo nel riquadro a fianco.
Non conta quale parte si occupi in un conflitto, a diciotto anni, tanti ne aveva Pavel, sei comunque un ragazzo mandato alla guerra di cui chissà se comprendi il motivo o l’importanza’.
La sua famiglia lo ha pianto in tutto questo tempo finché Vlasta, figlia di suo fratello, ha sentito la necessità, il bisogno, di ricongiungersi a quello zio conosciuto solo dal dolore sempre esternato di sua nonna e di tutti i suoi cari.
Vlasta sparge la terra natale sulla tomba dello zio
(foto Valeria Reali)
Decide così di prendere contatti con il paese dove è sepolto, e accordatasi col nostro sindaco Marisa Angelini, organizza il suo viaggio in Italia.
L’incontro in Comune già dai primi momenti è stato carico di commozione: scambio di doni e di informazioni reciproci supportati dalla sollecita presenza di Don Camillo che ha fatto da tramite. Non si è sentito minimamente l’imbarazzo dell’incontro tra sconosciuti, tutto è sembrato spontaneo e naturale.
Don Camillo e Vlasta alla Fonte dell’Asola (foto V. R.)
Cambia poi lo scenario, ci spostiamo al cimitero dove si è toccato il momento massimo di commozione.
Individuato il punto della sepoltura sotto le indicazioni di Marisa, Don Camillo recita una preghiera per i soldati morti mentre Vlasta regala allo zio un mazzo di fiori, un piccolo angelo in pietra e una spolverata della sua terra d’origine, e un pianto liberatorio trattenuto in tutti questi anni.
Ci rechiamo poi alla fonte dell’Asola dove Pavel ha perso la vita in quel lontano giugno del ’44.
(foto V. R.)
Altra sosta in raccoglimento, si tocca quasi con mano la percezione dell’importanza di questo viaggio in un legame virtuale tra il nostro paese e la loro terra lontana.
Foto ricordo suggellano la promessa di Vlasta di non perdere i contatti, e l’impegno di cercare i parenti degli altri soldati uccisi perché anch’essi possano essere ritrovati dai loro cari.
CERTIFICATO DI MORTE
del soldato, Pavel Supola, apparteneva al plotone di assalto non motorizzato num. 102
del soldato, Pavel Supola, apparteneva al plotone di assalto non motorizzato num. 102
Grado: caporale
Luogo e indirizzo: Staskov, Comune Cadca,Regione Trencin
Data Nascita: 6 agosto 1922
Religione: Cattolico di rito Romano
Lavoro: operaio
Stato civile: Celibe
Causa di morte: Dopo il bombardamento, a causa delle multiple lesioni causate dalle schegge delle bombe
Luogo della sepoltura: Cimitero di Monteleone 10 giugno 1944
Responsabile dell’archivazione: cappellano Maggiore Karol Horsky, autore delle Esequie con i soldati del 102° plotone
Accertato la morte: Dr. Zoltan Lenart, caporale medico del plotone
In Bratislava 1 settembre 1944
Firmato cappellano Maggiore Karol Horsky