E’ stato così che, il 4 dicembre scorso, si sono riuniti a Monteleone molti sindaci dell’Umbria per dare il proprio sostegno all’iniziativa. Più di quaranta fasce tricolori, oltre all’adesione di tutti gli altri comuni attraverso la formalizzazione di atti delle rispettive giunte. Erano presenti anche rappresentanti della Provincia e della Regione, insieme al presidente dell’Anci, Catiuscia Marini: tutta l’Umbria, dunque, insieme per la nostra Biga.
Si tratta di un risultato importante che ha messo d’accordo davvero tutti, centrodestra e centrosinistra, e che sta facendo avere grossa risonanza su tutta i media locali, giornali e tg regionali, oltre che su alcuni organi di stampa a risonanza nazionale ed internazionale: La Repubblica e l’agenzia di stampa internazionale Associated Press.
Ma vediamo quali sono i termini della vicenda. Nel 1903, mercanti fiorentini portarono la nostra biga via nave, scomposta in pezzi e nascosta in barili di cereali, a New York. Naturalmente, se si trattò di un’azione illegale sarà la giustizia a stabilirlo, ma tutto può succedere. Dal momento che sembra non esistere alcun atto formale, in grado di provare la regolare compravendita della "Biga di Monteleone" da parte del Metropolitan Museum, il sindaco ha già chiesto l’aiuto del Ministero dei beni culturali e degli affari esteri. A testimoniare questo ci sarebbero alcuni documenti, tra i quali, un atto parlamentare della Camera dei Deputati datato 16 febbraio 1904.
E’ arrivata, intanto, proprio in questi giorni, una prima risposta da parte del Metropolitan, che ha espresso l’intenzione di contrattare, in cambio della rinuncia ad avanzare qualsiasi tipo di pretesa. Il “compenso” per interrompere l’azione legale è davvero irrisorio, ma se anche la risposta non sembra soddisfacente, si tratta comunque di una risposta. Staremo a vedere che succederà. Magari continuando a parlare di questa vicenda qualcuno potrebbe chiedersi come mai un oggetto di tale valore sia stato ritrovato proprio a Monteleone? Cos’era Monteleone all’epoca?
Non sono fantasie dal momento che l’associazione ArcheoAmbiente, nata proprio con l’intento di studiare la storia del nostro paese, è riuscita a promuovere in questi anni più di uno scavo in collaborazione con la Sovrintendenza. E le iniziative hanno dato i loro frutti.
Tuttavia i progetti si sono ripetutamente bloccati ed il motivo è stato sempre lo stesso: la mancanza di fondi.
Forse tutta questa attenzione sul nostro comune, sia a livello regionale che nazionale, potrebbe servire per riattivare queste iniziative. E questo sarebbe già un risultato enorme.
Tornando indietro nel corso degli anni vediamo come più volte si è pensato ad iniziative a favore di un ritorno, seppur temporaneo della Biga. Alla fine degli anni Ottanta, ad esempio, era andato in porto un progetto della Regione dell’Umbria, “Umbria ed Etruschi”, che prevedeva un viaggio per i diversi musei nel mondo a partire dai Musei Vaticani, per arrivare a Cracovia, Leningrado, New York e Berlino. Naturalmente, nella tappa al Metropolitan Museum, grande attenzione era stata dedicata proprio al nostro “tesoro”. Fu un’emozione fortissima per chi ebbe il privilegio di osservarla direttamente, così come ci ha raccontato l’allora assessore regionale alla cultura, Pierluigi Mingarelli, ora segretario territoriale dei DS.
Il progetto prevedeva, inoltre, il ritorno di queste opere di origine umbra in Italia, almeno per un certo periodo di tempo. Purtroppo, poi, questo non accadde per colpa di scelte diverse o forse perché non ci furono più finanziamenti. Un’occasione mancata senza dubbio.
Cosa succederà ora? Solo il tempo potrà dirlo e sicuramente quando la nostra Barrozza sarà andata in stampa altre vicende si saranno sommate a quelle che vi stiamo raccontando. Ma non dimentichiamo che Davide sconfisse Golia! Perché un piccolo comune dell’Umbria non dovrebbe farcela contro la grande metropoli?