Da Poggiodomo a Monteleone

By proruscio

Tra i piccoli centri – non solo della nostra regione, ma di tutta Italia – non sono mai mancati episodi di campanilismo, a volte esasperato, che in diverse occasioni si manifestò in maniera eclatante. (1)

Nella prima metà del 1870 le frazioni di Mucciafora, Roccatamburo e Usigni, appartenenti al Comune di Poggiodomo, chiesero ufficialmente al Consiglio provinciale dell’Umbria (all’epoca non esistevano le odierne provincie di Perugia, Terni e Rieti), competente in materia di questioni riguardanti i comuni, il distacco da quest’ultimo per essere aggregate a quello di Monteleone di Spoleto. Nella seduta del 4 maggio 1870 il consesso discusse la domanda presentata di frazionisti dei piccoli centri, respingendola poiché la popolazione del comune di Poggiodomo sarebbe stata «falcidiata», mettendo a rischio l’esistenza stessa del Comune stesso. (2)

Da notare che nel 1868 il comune di Poggiodomo si era “salvato” dall’aggregazione ad altri enti locali per le “felici condizioni economiche” e per la peculiare condizione topografica (3).  In quell’anno il Comune di Poggiodomo aveva solamente 741 abitanti. (4)

La legge comunale e provinciale del 20 marzo 1865 infatti aveva stabilito che I comuni contermini che hanno una popolazione inferiore a 1.500 abitanti, che manchino di mezzi sufficienti per sostenere le spese comunali, che si trovino in condizioni topografiche da rendere comoda la loro riunione, potranno per decreto reale essere riuniti, quando il consiglio provinciale abbia riconosciuto che concorrono tutte queste condizioni. (5)

 


(1) Proprio tale ragione, nel 1869, sfumò l’aggregazione tra Scheggino e Sant’Anatolia di Narco, comuni di piccole dimensioni e vicini tra loro; si veda G.B. FURIOZZI, La provincia dell’Umbria dal 1861 al 1870 , Perugia, Provincia di Perugia, s.a., pp. 32-33.

 

(2) Perugia, Atti del Consiglio Provinciale dell’Umbria, sessione straordinaria del 4 maggio 1870, p. 23.

(3) Trattando di Poggiodomo, A. AMATI, Dizionario corografico dell’Italia, Milano, Vallardi, s.a., vol. VI, p. 315, scrisse: “Il capoluogo si trova in sito circondato da monti, presso ad un rivo che influisce nel Nera, a ponente da Cascia ed a 38 chilometri da Spoleto. È formato da pochi e poveri abituri dispersi, dei quali alcuno giunge fin sule sponde del Nera”.

(4) Perugia, Atti del Consiglio Provinciale dell’Umbria, sessione ordinaria del 12 settembre 1868, pp. 181 e ss. L’informazione è conforme a quanto riportato in AMATI, Dizionario corografico dell’Italia, cit., vol. VI, p. 315.

(5) Titolo II – “Dell’amministrazione comunale”, capo I – “Del Comune”, art. 14 della legge comunale e provinciale del 20 marzo 1865, in Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d’Italia. Anno 1865, vol. XI, Torino, Stamperia reale, s.a., p. 423. Essa venne promulgata, al pari di altre, con la legge n. 2248 del 20 marzo 1865 per l’unificazione amministrativa del Regno d’Italia (Ivi, pp. 417-418).