L’estate rusciana

By proruscio

Come tutti gli anni, il periodo che va dal 10 agosto al 25 agosto l’ho “blindato” in anticipo per potermi godere le meritate ferie.

Sapendo che comunque avrei avuto quei giorni liberi, ho cominciato a lavorare sul programma dell’estate già da febbraio. Inizialmente, avevo intenzione di organizzare una serata su Garibaldi. Mi sono buttato a capofitto nella lettura di diverse biografie, di manuali di storia del Risorgimento, di libri sull’epoca, navigando su Internet alla ricerca di curiosità, aneddoti e cose interessanti per il pubblico. Poi arrivato agosto, mi sono reso conto che lo spettacolo su Garibaldi lo avrei dovuto rimandare agli anni a venire, perché c’erano talmente tante iniziative che il tempo per allestirlo e rappresentarlo non era sufficiente. Meglio così; l’abbondanza è sintomo di vitalità.

D’altra parte, l’obiettivo era quello di alimentare questa nuova tradizione che va avanti da tre anni, che abbiamo battezzato “Ruscio cultura”, una serie di incontri in cui chi ha qualcosa da raccontare di interessante si mette in gioco davanti ad una platea di amici, conoscenti e compaesani. Questa platea è costantemente è in crescita e questo è un dato che denota il livello della qualità umana presente a Ruscio.

L’idea è nata dalla constatazione che in questo piccolo paesino ci sono molte persone di spessore, che hanno molto da raccontare: professionisti, artisti, professori, ingegneri, ma anche ragazzi che hanno sviluppato delle competenze all’estero. Insomma, cibo per il cervello ce n’è in abbondanza. Si trattava solo di renderlo pubblico, di creare valore aggiunto, mettendo in circolo queste conoscenze. Al di là di incontri sporadici, di conversazioni interessanti, ma circoscritte a poche persone, questo patrimonio culturale rimane inesplorato, sopito, inutilizzato. Invece, soprattutto in questo momento storico, in cui l’Italia sembra sprofondare nelle sabbie mobili, rassegnata a tutto, c’è più che mai bisogno di dare dei segnali di vita sociale.
Ruscio cultura è un tentativo di invertire la tendenza, anche perché la vitalità di questa comunità è veramente di rilievo, anzi, posso dire che raramente ho visto un tale fiorire di iniziative portate avanti da così tante persone.

 

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da sinistra: Pino Zaralli, Antonio Chalastri, Andrea Antonelli (foto arch. Pro Ruscio , 2016)

Se ci pensiamo, poco più di mille persone danno vita, in meno di quindici giorni, a torneo di calcio, di tennis, di pallavolo, coinvolgendo tutti, dai tre ai sessant’anni. L’attività ludica non si limita al calcio, ma anche alle carte, all’arte, alla musica, al teatro. Tutte le serate sono praticamente piene, come in un villaggio turistico, senza pagare il soggiorno. Una specie di Club Med dove ci sono sempre le stesse persone, che ogni anno inventano qualcosa di nuovo, o fanno meglio quello che già è stato inventato: le Rusciadi, i Giochi senza Frontiere, sia per adulti che per bambini, la caccia al tesoro.

Di sera, abbiamo organizzato serate di ballo, karaoke e quest’anno, insieme ad Andrea Antonelli, Pino Zaralli, Beatrice Peroni, Stefano e Flavio Angelini, mettendo su uno spettacolo con una formula da ripetere. In pratica, un mix tra spettacolo teatrale, serata culturale, karaoke e quiz. Due ore e mezza di spettacolo in cui inizialmente abbiamo illustrato brevemente la storia della musica italiana, l’importanza dell’industria musicale per il Paese, la struttura della discografia, per poi proporre un quiz sulla classifica di vendite. Quali cantanti italiani hanno venduto più dischi? Ci sono state curiosità (Toto Cutugno star nei Paesi dell’Est), sorprese (Ennio Morricone si è dimesso dalla RAI dopo un giorno dall’assunzione perché gli avevano detto che non avrebbe fatto mai carriera), paradossi (eh già, Nino D’Angelo ha venduto come Battisti). La persona che indovinava il cantante, tramite gli indizi biografici forniti alla platea, veniva sul palco a cantare. Venti canzoni per venti artisti, tutte provate con il maestro Pino Zaralli, con lo Showman Andrea Antonelli e con la parte vocale supportata dalla magnifica Bea e da Stefano Angelini, ormai rusciaro di adozione. Al basso la giovane speranza musicale della Valnerina, Flavio Angelini, che ha attirato tutto il pubblico delle teen-ager, anche se le canzoni era tutte un po’ datate.

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da sinistra Stefano Angelini, Beatrice Peroni, Flavio Angelini (foto Arch. Pro Ruscio, 2016)

Insomma, due ore e mezza di spettacolo al termine delle quali la giuria, composta dai musicisti ha dichiarato, in modo insindacabile, il vincitore della classifica. Nonostante il primo in classifica sia Adriano Celentano, con 150 milioni di dischi, la giuria ha votato Lucio Battisti, che ne ha venduti 25 milioni, ma di quelli che fanno la storia della musica leggera italiana. Dalle reazioni del pubblico, la scelta è condivisa.

L’altra serata dedicata alla cultura ha visto due interessanti relazioni di Silvia Bellisari e Marco Ventura. Sono moglie e marito, ma zenith e nadir come interessi: da una parte la psicologia dell’età evolutiva, spiegando a tutti noi come evitare di infrangere il codice penale con un figlio adolescente. Marco ha un dottorato in statistica e si è appassionato sui meccanismi che portano a valutare i vari progetti, cercando di far comprendere al pubblico quali errori si possono nascondere dietro dati apparentemente scientifici, soprattutto quando si tratta di allocare le risorse pubbliche su dei progetti.

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Silvia Bellisari (foto Arch. Pro Ruscio, 2016)

Come diceva Gladstone: “Ci sono bugie, grosse bugie e statistiche”. Marco è riuscito nel suo intento di mostrare alcuni dei limiti di questa scienza incomprensibile ai più.

In conclusione, vorrei ricordare che nella prima edizione di “Rusciocultura” un intervento è stato presentato dai tecnici del Comune di Monteleone per quello che riguarda i piani di evacuazione in caso di terremoto. Era il 2014. Fortuna ha voluto che la nostra comunità non sia stata toccata dagli effetti del sisma, che ha posto fine alle vacanze rusciare di molti di noi.
Però, l’anno prossimo lo metteremo di nuovo come primo intervento delle nostre serate. Sia per ricordare le vittime che ci sono state, sia come forma di prevenzione, addestrando i residenti a limitare i danni e soprattutto sapere cosa fare. La prima volta che è stato presentato il piano di evacuazione c’erano pochi intimi. Spero che la prossima volta la partecipazione sia maggiore.