Ricordo di Gianni Zaralli

By proruscio

L’aria era limpida ed il sole illuminava la piazzola che avevamo scelto per la sistemazione delle tende.

Ti ricordi, Gianni, l’entusiamo dei figli all’idea che avremmo passato la notte in tenda!

E quanta cura mettevano i ragazzi nella scelta del terreno, nella disposizione delle tende, nella raccolta della legna per il fuoco, nella sistemazione del recinto!

Tutto per rendere piu’ sicuro e confortevole il nostro breve soggiorno in quella piccola valle circondata da boschi e attraversata da un allegro ruscello.

E quando tutto fu sistemato, ricordi, Gianni la chiassosa visita di Onia e degli amici: ci prendevano in giro per la nostra inesperienza alla vita di campeggio; nello stesso tempo pero’ ci invidiavano per la piccola avventura che ci accingevamo a vivere insieme con i nostri figli.

E quanto bello fu, dopo il tramonto, accanto al fuoco, insieme ai ragazzi, rispondere serenamente alle loro semplici domande fatte di ingenuita’ ma anche di profonde verita’.

Ricordi, Gianni, i meravigliosi pensieri sulla vita, sul significato della nostra esistenza, di quella dei nostri cari, il lungo parlare che facemmo di Dio. Tanto eravamo presi da questi pensieri che non ci accorgemmo del sopraggiungere della notte.

Le stelle si erano fatte piu’ luminose nel cielo che scuriva, mentre noi venivamo lentamente immersi nel buio.

Accendemmo la lampada e mandammo a dormire i ragazzi.

Restammo noi due in piedi a vegliare il sonno dei figli.

In quella atmosfera straordinaria sentimmo il desiderio di confidarci l’un l’altro, di aprire i nostri cuori, di mettere a nudo i nostri sentimenti come io non avevo fatto mai prima. Liberamente incominciammo a parlare dei nostri problemi, delle nostre ansie, dei nostri desideri.

Che lezione fu quella per me!

La purezza dei tuoi sentimenti e la semplicita’ delle tue parole, Gianni, mi aprirono gli occhi sul significato della mia vita e mi sentii educato alla vera Fede.

Quando, dopo esserci salutati, spengesti la lampada, io, che non riuscivo piu’ a vederti, avvertii un senso di angoscia e di paura.

In silenzio entrai nella tenda, mi infilai al buio nel sacco a pelo, pregai e, ricordo, mi addormentai sereno per la certezza che dopo la lunga notte avremmo ripreso il nostro dialogo.