Con Gigia, senza timore di essere smentiti, finisce un’epoca.
Solo adesso, forse, ci rendiamo conto di quanto Gigia sia stata presente nelle nostra vita rusciara e quanto le lunghe (allora!) estati nel nostro paese ruotavassero intorno al suo Chiosco.
Tutti noi, bambini e ragazzi degli anni sessanta e settanta (del “secolo scorso”), siamo cresciuti insieme alla impresa di Gigia e di suo marito Amedeo.: gia’, perche’ proprio di intrapresa imprenditoriale si trattava.
Non c’era festa patronale dei dintorni, Monteleone, Ruscio, Trivio, S. Maria del piano, che non li vedesse sempre pronti con il loro carretto, spinto da Amedeo, a portare ristoro ai partecipanti: chinotto, aranciata in quelle bottiglie satinate (lattine non esistevano), caramelle e noccioline!
Poi, a costo di grandi sacrifici e risparmi, l’apertura, al posto della baracchetta del Chiosco, nei pressi del distributore di benzina, di un ristorante vero e proprio e, al primo piano, di una serie di camere da affittare!
Il giorno in cui abbiamo ottenuto il permesso dai genitori di andare a comprare una pizzetta al Chioschetto, attraversando la strada romana, fu il giorno che segno’ la differenza tra l’essere considerati ancora piccoli o “grandi”.
Insomma, il Chiosco ha rappresentato per un’intera generazione un momento fondamentale di aggregazione giovanile e di ritrovo e, in questo momento, il ringraziamento non può che andare a questa famiglia di Ruscio che con il proprio lavoro ha reso possibile tutto ciò.
Con Gigia finisce un’epoca. Un’epoca che però ci ha insegnato quanto sia importante nella vita porsi degli obiettivi e lavorare con perseveranza e onestà per raggiungerli.
Grazie Gigia, per il tuo esempio, per il tuo Chiosco, per le nostre spensierate estati a Ruscio.