Il giorno della festa dei Sacri Cuori di Maria e Gesù mi sono recato con amici e bambini al Trivio passando per la scorciatoia di Santa Lucia. Oltre a scoprire questo tratturo che s’inerpica sulla costa del monte Palvario ho avuto un’altra piacevole sorpresa. Arrivato al centro del Paese sono stato salutato dal marito di Giuseppina il quale mi ha rivolto il seguente invito: “ Paolo, perché non riorganizziamo una bella festa della trebbiatura come lo scorso anno??”, La proposta mi ha fatto molto piacere, perché è stata l’ennesima dimostrazione (se mai ce n’era bisogno!) del successo della manifestazione svoltasi ad Agosto 2002 nella piana di Ruscio e di come il ricordo di quella giornata sia rimasto vivo non solo nei Rusciari ma anche in tutti gli abitanti della zona che hanno partecipato alla grande festa.
E francamente questo invito rivoltomi esplicitamente da Antonio io non posso che girarlo a coloro che furono i promotori della manifestazione, a Enzo, a Fabio ed a tutti gli uomini e ragazzi di Ruscio, Trivio, Rescia e Monteleone che hanno saputo far rivivere un momento di genuina vita contadina e paesana.
Cari amici, riconosciamo che la Pro Ruscio ogni anno fa del proprio meglio per organizzare piacevoli momenti di gioco, sport e musica. Tuttavia queste manifestazioni potrebbero essere realizzate ovunque e da chiunque, perché di certo non appartengono alla nostra cultura contadina. Oggi specialmente nei mesi estivi, qualsiasi amministrazione un po’ lungimirante, qualsiasi comitato o Pro Loco locale riesce a mettere in piedi un cartellone di eventi più o meno qualificati, trasformando i paesi e le cittadine in veri e propri villaggi turistici dove chiunque se vuole può divertirsi.
Quello che viceversa siete riusciti a fare lo scorso anno è stato qualcosa di completamente diverso. Non una manifestazione fine a se stessa vissuta come un’attrazione turistica ma la ricostruzione di un momento di vita contadina paesana. Ci avete fatto rivivere una giornata su un’aia di Ruscio che appartiene ai nostri ricordi e soprattutto alla nostra storia. Un momento in cui tutti gli abitanti del territorio di Monteleone di Spoleto si sono finalmente ritrovati insieme, senza inutili asti e ripicche per ricordare qualcosa che solo voi potevate far rivivere, senza falsità o finti artifizi turistici. Uomini e donne che oggi vediamo in veste diversa hanno saputo imbracciare forconi, trascinare lenzuoli pieni di paglia e ricostruire sotto gli occhi di tutti i pagliai di un tempo con gesti, movenze e perizia come se lo stesso non fosse mai passato.
Non poche sono state le persone, anche dotte, che quel giorno mi hanno chiesto: ”Ma cosa stanno facendo?” e sulla scia dei miei ricordi ho cercato di dare delle risposte mi auguro attendibili. Questo mi dimostra che tutto ciò non è stato solo un momento di festa fine a se stessa, ma una lezione all’aperto di vita lontana, per mostrare come si svolgeva e quanto era duro il lavoro nei campi e apprezzare quanta umanità, quanto aiuto reciproco c’era in quei momenti tra tutte le persone della comunità.
Ecco perché passo a voi l’invito formulatomi al Trivio: riviviamo ed organizziamo insieme un altro momento che ci riporti ai tempi passati. E’ stata importante la pausa di un anno, perché si assapora meglio ciò che è stato e perché (diciamocelo con franchezza) la gente è un pochino stufarella! Penso, però, che sia arrivato il momento che mettiate in cantiere qualche altra cosa, magari ricostruendo il mondo degli animali che c’erano a Ruscio e tutte quelle attività che ad essi erano legate. Sapete, poi, che da idea nasce idea, che entusiasmo porta entusiasmo. Sappiate (e penso di interpretare il pensiero di tutti i soci) che la Pro Ruscio vi sarà sempre accanto e saprà aiutarvi con tutti i mezzi e le possibilità anche economiche necessarie. Non fatevi intimorire dalle chiacchiere e dai facili disfattismi! Queste sempre ci sono state e sempre ci saranno! E’ inutile stare a discutere se quello che si fa è per la Madonna, per la Festa, per la Pro Loco, per tizio o per caio! Io penso che la risposta sia una sola: quello che si fà, lo si fà per Ruscio, per il nostro amato paese, perché in queste manifestazioni è bello ricordare quello è stato, la vita, l’onestà dei suoi vecchi abitanti e per riaffermare, nel contempo, che, oggi come allora, Ruscio è un paese vivo.
Con infinito affetto, Pier Paolo.