E’ di questi giorni la firma del primo accordo operativo tra l’Asl Roma 1 e la Diocesi di Porto-Santa Rufina, accordo che porterà infermieri della Asl a lavorare nella parrocchia di Selva Candida, popoloso quartiere appena fuori dal GRA.
“Sono molto contento dell’accordo sottoscritto con la ASL Roma 1 – dichiara mons. Gino Reali, vescovo di Porto-Santa Rufina – e ringrazio per l’impegno Michele Sardella, responsabile diocesano della Pastorale della salute, e i suoi collaboratori. È un bell’esempio di collaborazione per sostenere le persone in difficoltà nell’accesso ai servizi sanitari. In un territorio di periferia come Selva Candida la povertà di strutture e di mezzi incide sulla qualità della vita, per cui volentieri abbiamo messo a disposizione del progetto spazi e volontari della parrocchia di questo popoloso quartiere di Roma”.
Dopo la firma, fa sapere Monsignor Gino Reali, si darà avvio alla formazione congiunta dei referenti parrocchiali e degli operatori della Asl che collaboreranno nella Parrocchia di Selva Candida.
La firma rappresenta l’attuazione operativa dell’accordo firmato a luglio tra la Cei (Conferenza episcopale italiana) e l’Asl Roma 1 che vede il riconoscimento di una nuova figura professionale, l’infermiere ‘di parrocchia’.
Il progetto pilota per ora interesserà le diocesi di Roma, Alba e Tricarico ma si estenderà successivamente a livello nazionale.
Questa nuova figura professionale farà da raccordo accorciando le distanze fra il mondo della comunità parrocchiale e quello del Servizio sanitario nazionale.
Con l’aiuto di un referente coordinatore parrocchiale, l’infermiere di parrocchia riuscirà ad intercettare i pazienti più deboli ed emarginati, per varie ragioni non facilmente raggiunti dalla Sanità pubblica e si incaricherà di attivare i servizi necessari
FONTE: Roma Daily News 06/11/2019