Se ne è parlato lo scorso 28 settembre presso la Pontificia Università Antonianum dove la Pro Loco di Ruscio è stata invitata nell’ambito del seminario dal titolo “L’economia nella dimensione del bene comune”. Ho partecipato come relatore al convegno portando la testimonianza della nostra Pro Loco in relazione al concetto di “ecologia integrale”.
L’intervento ha avuto infatti come titolo “Testimonianza di “ecologia integrale” in una piccola realtà dell’Umbria: Ruscio”. L’intervento prevedeva 3 passaggi principali: breve presentazione del concetto di “ecologia integrale”, focalizzazione su chi può e deve entrare in campo nella salvaguardia dell’ambiente nel senso più ampio della parola (ecologico, sociale, umano) e infine presentazione delle nostre iniziative. L’intervento si concludeva con alcune riflessioni aperte al dibattito della sala circa il contributo della Pro Loco di Ruscio e di associazioni simili che agiscono sul territorio al perseguimento dell’obiettivo di una ecologia “integrale”.
Dopo i doverosi ringraziamenti all’amico Marco Ventura che è stato promotore presso la Pro Loco della bella iniziativa, l’intervento si è aperto dunque con una breve sintesi del concetto di ecologia integrale, concetto tratto direttamente dall’enciclica di Papa Francesco, “Laudato si’”, che nel sottotitolo rivela tutta la preoccupazione del Santo Padre per il nostro pianeta: “Sulla cura della casa comune”.
Solo una visione integrata, che, nel trovare la soluzione al problema della nostra “casa comune” sempre più violentata e deturpata, contempli oltre alla dimensione più propriamente ecologica anche le dimensioni umani e sociali, può rappresentare una strada efficace e risolutiva. Tale approccio parte proprio dalla dimensione umana: l’uomo è connesso alla natura ed essa non è “una mera cornice” della nostra vita. La preoccupazione per la natura, l’equità verso i poveri, l’impegno nella società, ma anche la gioia e la pace interiore risultano inseparabili.
La soluzione deve allora contemperare tutti insieme i seguenti aspetti del problema:
• Aspetto Ambientale: non esistono 2 crisi, una ambientale e una sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale
• Aspetto economico: la protezione dell’ambiente dovrà costituire parte integrante del processo di sviluppo e non potrà considerarsi in maniera isolata
• Aspetto sociale: lo stato di salute delle istituzioni di una società comporta conseguenze per l’ambiente e per la qualità della vita umana. Ogni lesione della solidarietà e dell’amicizia civica provoca danni ambientali
• Aspetto culturale: Insieme al patrimonio naturale, vi è un patrimonio storico, artistico e culturale, ugualmente minacciato. E’ grazie all’ecologia culturale che si salvaguarda il senso e il significato di un territorio.
• Aspetto della vita quotidiana: gli ambienti in cui viviamo influiscono sul nostro modo di vedere la vita, di sentire e di agire. Il degrado ecologico è in stretta relazione con il degrado sociale e viceversa.
Per rappresentare l’intima connessione tra il degrado ecologico e il degrado sociale, umano e culturale ho fatto ricorso durante la presentazione ad alcuni versi di una canzone dei Pink Floyd, Wish you were here: «…quindi tu pensi di saper distinguere il Paradiso dall‘Inferno? I cieli azzurri dal dolore?
Sai distinguere un campo verde da una fredda rotaia d’acciaio?..». Sono domande da porre a chi vive suo malgrado una situazione di degrado ambientale che influenza inevitabilmente la sfera umana e sociale in un circolo vizioso di causa-effetto senza fine. Sono purtroppo domande che prevedono, come risposta, un secco e malinconico “No!”.
Il punto cruciale è chi deve entrare in campo. Il potere politico, lo sappiamo, fa molta fatica ad accogliere nella proprio agenda l’obiettivo del bene comune a lungo termine.
Pontificia Università Antonianum , 26 settembre 2019: Il relatore Stefano Peroni, Tesoriere della Associazione Pro Ruscio
La soluzione ce la dà nuovamente l’enciclica del Papa dove troviamo le seguenti parole: “…mentre l’ordine mondiale esistente si mostra impotente ad assumere responsabilità, l’istanza locale può fare la differenza. E’ lì infatti che può nascere una maggiore responsabilità, un forte senso comunitario, una speciale capacità di cura e una creatività più generosa, un profondo amore per la propria terra, come pure il pensare a quello che si lascia ai figli e ai nipoti…»
Per fare ciò è importante però che avvenga in ognuno di noi una conversione: la conversione ecologica che si richiede è conversione comunitaria. Solo la comunità che coincide con il territorio che si vive quotidianamente può essere il giusto alveo dove far maturare la trasformazione ben più profonda delle nostre motivazioni interiori e dei nostri valori, nella speranza che nel frattempo venga messo in discussione il dogma della crescita perpetua e che anche la politica possa fare la sua parte.
Emerge dunque la necessità di una grande sfida culturale, spirituale ed educativa che implicherà lunghi processi di rigenerazione ma che si può attuare ovunque e, forse, soprattutto nelle piccole comunità come la nostra. Anche un territorio come il nostro che occupa solo lo 0,0000013% delle terre emerse può fare la differenza!
A questo punto non restava che raccontare le nostre attività provando a metterle in relazione con gli aspetti sopra citati dell’ecologia integrale. Ho raggruppato le nostre iniziative in 4 cantieri (siamo sempre in modalità “work in progress”!, ogni obiettivo raggiunto è sempre il primo mattone della prossima sfida): conservazione della memoria, vita associativa, cura dell’ambiente e progetti di incontro sul territorio.
A fianco ad ogni cantiere ho riportato i miei appunti per una ecologia integrale, mie considerazioni che in fondo rappresentano le motivazioni e le ragioni ultime che spingono ognuno di noi nel portare avanti le attività sociali. A voi aggiungere altri spunti di riflessione per riempire i puntini di sospensione volutamente lasciati e soprattutto per motivare le vostre azioni quotidiane per una ecologia integrale e quindi per il benessere ambientale e sociale della nostra comunità.
La locandina dell’evento