Oggi, 25 marzo, ricordiamo…

By proruscio


Soldato Carassai Giovanni

 Giovanni fu richiamato alle armi il 24 novembre 1915 e tali giunsero – parafrasando la prosa burocratica – presso il 22° Deposito Fanteria da cui fu prelevato l’8 marzo 1916 per entrare nei ranghi del 210° Reggimento Fanteria, inquadrato nella Brigata “Bisagno”.

Giovanni Carassai, figlio di Nicola e Giuseppina Panella, nato il 29 aprile 1896 a Monteleone di Spoleto, e’ alto 1,72, torace 78 cm; sa leggere e scrivere, capelli e occhi castani, colorito bruno. Esercita la professione di fornaciaro.

 

 Albo d’Oro dei Caduti nella Grande Guerra (Volume Umbria (Vol XXV), Province: PG, Pagina: 77, Sub in Pagina: 24)  

 

Riguardo la sua posizione militare e’ necessaria una precisazione: nell’Albo d’Oro dei Caduti della Grande Guerra risulta appartenente al 141° reggimento, inquadrato nella gloriosa Brigata Catanzaro, ma riteniamo piu’ attendibile seguire le indicazioni desunte dal foglio matricolare. Occorre, infatti, considerare la situazione di confusione che, all’atto della sua morte, si doveva riscontrare nei registri dell’Ospedale di Trieste, ove confluivano malati e feriti di ogni reggimento presente in zona.

 

militari durante trasferimento  (foto Ten. Gianni Peri)

Militari durante un trasferimento  (foto Ten. Gianni Peri)

Giovanni giunse in territorio dichiarato in stato di guerra il 21 marzo 1915, precisamente nella zona di Zoppola in Friuli Venezia Giulia, nell’attuale provincia di Pordenone, dove viene impiegato in“un intenso periodo di esercitazioni e allenamento”.

La Brigata Bisagno combatte’ con valore e senso di sacrificio meritando la medaglia d’argento al Valor Militare per i numerosi combattimenti cui prese parte dal maggio 1916, fino alla battaglia conclusiva di Vittorio Veneto del novembre 1918, e ben due citazioni nei Bollettini di Guerra da parte del generale Diaz (Boll. di guerra n. 1122 del 20 giugno 1918 h. 13.00; Boll. di guerra n. 1123 del 21 giugno 1918 h. 13.00) (4)

Durante la violenta offensiva austriaca dell’ottobre 1917, quando lo sfondamento del fronte italiano a Caporetto, costrinse le truppe ma anche le popolazioni civili a un precipitoso ripiegamento al di qua della linea del Piave, la brigata Bisagno viene chiamata ad assolvere un difficile compito: ripiegare ordinatamente a sbalzi successivi, offrendo protezione e copertura alla ritirata di altri reparti.

“Durante il tormentoso periodo del ripiegamento la brigata ha perduto 24 ufficiali e 890 uomini di truppa” .

 Il Soldato Giovanni Carassai evito’ la prigionia, ma, gravemente ammalato, mori’, terminata la guerra, all’ospedale di Trieste il 25 marzo 1919.

 

 

Ospedale di Trieste, cartolina d’epoca 

          

Nel Registro degli atti di morte del Comune di Monteleone troviamo la trascrizione dell’atto di morte comunicato dal Cap. Amm. Magellis Lorenzo:
“L’anno 1919 al 25 del mese di marzo, mancava ai vivi alle ore antimeridiane 10 e minuti 50, in eta’ di anni 22 il soldato Carassi Giovanni, celibe, [a causa di] broncopolmonite bilaterale, sepolto al cimitero militare di Trieste, [decesso certificato dall’ufficiale medico Curzio di Priamo]”.

Alla sua memoria venne concessa la medaglia commemorativa nazionale della guerra 1915 – 1918 (RD 1241 del 29/7/1920) con apposte sul nastro della medaglia le fascette corrispondenti all’anno di campagna 1916 (conc. 172662g)

 

 


   

 [ Aggiornamento 11 marzo 2018]

Con l’informazione dell’avvenuta sepoltura terminavano le notizie in nostro possesso sulla vicenda di Giovanni.

Nel marzo 2018, troviamo una interessante traccia: nel Registro delle Sepolture del Cimitero di S. Anna, si riscontrava la sepoltura di un giovane soldato di 22 anni, del 141 Reggimento Fanteria, deceduto il 23 marzo 1919.

Il suo nome CORRAZAI GIOVANNI. Nome di battesimo, Reggimento, età, data del decesso e luogo del decesso – nel registro venne indicata Via F. Severo, dove si trova, tuttora, l’edificio dell’Ospedale di Trieste, oggi trasformato in una residenza per universitari.

Solo il cognome riporta una variazione: raddoppiata la “R”, trasformata in “Z” l’ultima consonante. Nessun altro soldato mori’ quel giorno. Nel Registro degli Atti di Morte del Comune di Monteleone di Spoleto abbiamo la certezza che il nostro Giovanni sia stato sepolto nel Cimitero Militare di Trieste, essendovi stato trascritto l’Atto di Morte registrato presso l’Ospedale di Trieste.

 

 

 Documentazione da Archivio Cimitero Trieste  

 

Una annotazione ulteriore: sia nell’atto di morte che sul registro del Cimitero è riportata l’età – 22 anni – e non la data di nascita.

E una suggestione che lasciamo alla valutazione del lettore: sotto al nome, sul registro del S. Anna è scritto: “Ruccio”. Una storpiatura dovuta all’interpretazione del dialetto umbro da parte di un friulano del nome del paese natio? Una sorta di dichiarazione d’amore per la propria casa natale, magari raccolta in fin di vita da un Cappellano Militare? Ruscio e non , come ci saremmo aspettati, Monteleone, il comune di nascita.

Riteniamo molto probabile che tale Carrozai Giovanni, di anni 22, del 141 Reggimento Fanteria, deceduto a Trieste, presso l’Ospedale Militare il 25 marzo 1919, sia il nostro Giovanni.

In seguito, il Cimitero Militare di S. Anna, nel 1927 venne eliminato: le salme dei soldati trasferite nel cimitero di Villesse Zaule, in provincia di Gorizia. Il nostro Giovanni fu tumulato nella tomba 903.

Le nostre ricerche, da qui in poi, segnarono una battuta di arresto, finchè scoprimmo che successivamente anche il cimitero di Villesse fu rimosso, trasferendone le sepolture nel vicino Sacrario Militare di Redipuglia, la cui costruzione iniziò nel 1935, per dare degna sepoltura alle spoglie di 40.000 caduti noti, i cui nomi figurano incisi in singole lapidi di marmo.

Qui un’altra scoperta: nessun Carrozai risultava lì sepolto, bensì Giovanni CARROZZAI, soldato del 141 Reggimento fanteria, deceduto il 25 febbraio e non marzo 1919. Sembrerebbero due persone differenti: la data di nascita è diversa. In realtà il Carrozzai proviene dall’esumazione della tomba 903 di Villesse Zaule.

 

 

  ricerca effettuata sul sito  http://cadutigrandeguerra.net

 

 

La lapide della tomba intestata a Giovanni Carrozzai al Sacrario Militare di Redipuglia 

 

Da questa ultima informazione abbiamo la certezza che il Carrozzai di Redipuglia sia lo stesso Carrozai di Trieste.

Inoltre, nessun Carrozai o Carrozzai risulta essere iscritto nell’Albo dei Caduti della Grande Guerra.

Di concerto con i familiari, l’Associazione Pro Ruscio sta curando l’istanza di verifica del nome del Caduto presso il Ministero della Difesa, Direzione Onorcaduti, affinché, qualora confermata la nostra supposizione, venga modificato il cognome sulla lapide. 
 

Seguiranno ulteriori aggiornamenti.

 

[aggiornamento del 22/06/2019]

 

Con nota del 28/8/2018  il COMMISSARIATO GENERALE PER LE ONORANZE AI CADUTI richiedeva alla Direzione del Sacrario  Militare di Redipuglia di procedere alla correzione nel nome riportato sulla lapide posta sul loculo 7573 4° gradone CARROZZAI in CARASSAI.

Successiva comunicazione del 14/06/2019 lo stesso Commissariato testualmente scriveva: "spiace comunicare che, per vincoli Storico – Architettonici insistenti sul Sacrario Militare in parola, non sarà possibile procedere alla correzione della pietra tombale, ma si modificheranno i dati solo sui registri cimiteriali e nel “Data Base” in uso a questo Commissariato Generale."

 

 

ricerca effettuata sul sito  http://cadutigrandeguerra.net con evidenziata la correzione effettuata 

   

Certo, non potremo leggere il nome "Carassai" sulla lapide del nostro concittadino ( a dire la verita’ per una motivazione burocratica poco comprensibile) ma siamo lieti e orgogliosi di aver restituito al nostro Giovanni la dignita’ di una tomba riconosciuta. 

     


  

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NOTA GENEALOGICA DEL SOLDATO GIOVANNI CARASSAI

Giovanni e’ uno dei numerosi figli (ne sono stati individuati nove) di Nicolino Carassai di Tolentino e Giuseppina Pomella “de Aliena”.
Di questi figli però risultano poi nel registro dei matrimoni solo Assunta (1891) che sposa Antonio Moretti (nonna della Mariassunta nostra coetanea) e il (Giovam)Battista Carassai che in prime nozze aveva sposato Marianna Cicchetti (vedi nota genealogica dei fratelli Cicchetti), padre di Giovanni, indimenticabile titolare dell’osteria in Ruscio; gli altri figli di Nicolino erano morti infanti.
L’altro ramo Carassai di Ruscio (quello nella piazza di Ruscio di sotto) fa invece capo a Severino che era fratello di Nicolino (un terzo fratello di Nicolino, Gaetano, era, invece, scapolo).

 

PER SAPERNE DI PIU’ CLICCA SU "I Caduti di Ruscio nelle Guerre Coloniali e nella Grande Guerra", I Quaderni di Ruscio, anno 2003, n.3 e successivi aggiornamenti