Oggi, 30 giugno, ricordiamo…

By proruscio

 

Soldato Primo Vannozzi

Soldato, marconista, nel 8° reggimento Genio
Disperso in combattimento in territorio metropolitano il 30/06/1943

 Fotografia ripresa dalla tomba di famiglia presso il Cimitero Comunale di Monteleone, dove, però non riposa il nostro Primo, il cui corpo non fu mai ritrovato [agg.to 24/01/2023]

Primo, di Federico e Laura Peroni, di professione carbonaio, sa leggere e scrivere avendo frequentato fino alla 5° elementare. Soldato di leva della classe 1921, giunge a Roma, richiamato, presso il deposito dell’8° Reggimento Genio. Di li a poco, viene inviato in territorio dichiarato in stato di guerra e vi rimane, fregiandosi con le mostrine della propria specialita’ di radiotelegrafista, marconista, fino al febbraio del 1942.

Ci troviamo agli esordi dell’utilizzo in guerra di una specialita’, le trasmissioni, che acquisteranno nel tempo tanta importanza a tal punto di elevarla, dal ruolo di semplice “specializzazione” ad Arma dell’Esercito. Durante la seconda guerra mondiale, venivano in gran parte utilizzate staffette motocicliste, portaordini e addirittura piccioni viaggiatori, per far pervenire ai Comandi distaccati, ordini ed informazioni necessarie allo svolgimento dei combattimenti.

Trattenuto alle armi, il 24 luglio 1942, viene inquadrato della 207° compagnia mista del Genio di stanza in Sicilia.

 

Dichiarato disperso in combattimento dal 30 giugno 1943, durante la difesa della costa siciliana, nei pressi di Agrigento, nelle prime fasi dello sbarco Angloamericano.

 

[aggiornamento del 24/01/2023, con informazioni ricordi e fotografie raccolte da Francesca Vannozzi (la sorella) Lidia Vannozzi (la nipote figlia di Francesca) e Claudio Vannozzi (nipote) figlio di Giovanni Vannozzi (fratello del Soldato Primo):

Il Soldato Primo nasce a Ruscio come tutti i suoi fratelli (Giovanni, Vincenzo, Francesca) dai genitori Vannozzi Federico e Laura Peroni.

Abitano nel vicolo S. Antonio a Ruscio.  Di famiglia contadina in quanto la mamma Laura possedeva diverse tenute ove i loro figli (compreso Primo) governavano le pecore, mentre il padre Federico si dedicava alla coltivazione dei terreni oltre a custodire le greggi delle tenute dei Torlonia. In inverno, svolgevano la transumanza fino in Maremma (nei pressi di Canino).

Primo finisce la quinta elementare a Ruscio e nel contempo serve la prima messa a Don Sestilio, all’età di sette anni.

 "Ricordo da Don Sestilio de la prima volta che ho servito Messa il giorno che compivo sette anni" (Arch. privato Vannozzi)

 Primo aveva intenzione di studiare per diventare Sacerdote ma, in quei tempi, non vi erano risorse necessarie quindi venne meno a questa scelta. Intorno al 1935 Vannozzi Federico entra in servizio al comune di Roma (servizi cimiteriali del Verano) e tutta la famiglia si trasferisce a Roma (quartiere S. Lorenzo),mentre Primo va a vivere con la zia Maria (sorella di Federico) a via dei Mille, nei pressi della Stazione Termini, per collaborare con la zia che aveva un negozio di carbone ( poiché rimasta vedova da giovane e con figli piccoli).

Dopo pochi anni scoppia il conflitto mondiale e lui, classe 1921, viene chiamato alle armi. Consegue una specializzazione militare come marconista; partito per il fronte incontra a Barletta suo cugino Antonio Arrigoni (papà di Ignazio), ma le loro strade si dividono e Primo viene mandato in Sicilia, sulla costa  Agrigentina a difesa del Paese.


 

 Il diploma di nomina a Marconista Effettivo (Arch. privato Vannozzi) 

 Primo e il suo apparecchio radio  (Arch. privato Vannozzi) 

Fronte di una cartolina inviata da Agrigento  alla mamma Laura appena un mese prima della sua scomparsa (Arch. privato Vannozzi) 

 Retro di una cartolina inviata da Agrigento  alla mamma Laura appena un mese prima della sua scomparsa (Arch. privato Vannozzi) 

 (Arch. privato Vannozzi) 

 (Arch. privato Vannozzi)  

  

  (Arch. privato Vannozzi) 

 

Le flotte alleate erano pronte ad attaccare l’Italia che sottovalutava la possibilità dell’esecuzione di un sbarco in Sicilia.

Purtroppo per il nostro caro zio Primo e tanti altri giovani soldati italiani, non fu così e con le poche e in qualche caso inefficienti armamenti, dovettero fronteggiare un nemico forte e ben strutturato come gli americani ed inglesi. L’epilogo di quei giorni è storia ormai ben nota.

Primo scrisse diverse lettere alla mamma Laura; una in particolare parlava di cannoni di "cartone " e di paura.

Il 10 luglio del 1943 il Soldato Primo Vannozzi viene dato ufficialmente disperso durante un bombardamento ("nel compimento del suo dovere accanto al suo apparecchio radio") . Successivamente anche il padre (nonno Federico) nonostante avesse già servito la nazione durante la prima guerra mondiale, fu richiamato anche lui alle armi, L’epilogo fu, fortunatamente, meno triste.] 

Commovente e’ l’invocazione della madre Laura, incisa sulla lapide, ancora esistente, posta nella Cappellina del Cimitero comunale di Monteleone, triste lapide senza tomba:

“Primo! Quanto ti ha cercato la tua mamma, ma or piu’ non resta che la speranza di rivederti in cielo e commemorare, col piu’ profondo dolore, in questa pietra, la tua scomparsa”

 

 Lapide posta nella Cappella del Cimitero di Monteleone

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Nota Genealogica
E’ un fratello di: 1) Franca, mamma di Lidia e Massimo; 2) Giovanni, padre dei gemelli Alberto e Maurizio oltre che di Federico, Claudio, Laura e Marina; 3) Vincenzo, padre di Patrizia, Claudia ed il primogenito Primo che ha rilevato il nome dello sfortunato fratello del padre.
I genitori del soldato Primo sono Federico e “Laurina” Peroni (sposatisi il 24.9.1921). Federico aveva una sorella morta giovane, due sorelle sposate con altri due Vannozzi (Maria e Nena mogli di Settimio e Arcangelo detto “baffone”) ed un fratello di nome Orlando.
I nonni si chiamavano Giovanni Vannozzi e Francesca Ciampini detta “Checca” (sposi il 31.7.1892). I bisnonni erano Domenico Vannozzi e Francesca Aloisi (sposi il 21.7.1861). Il trisnonno si chiamava Giovanni Vannozzi.

Elaborazione grafica agg.to 07/03/2023  

Per saperne di piu’ leggi: "I Caduti di Ruscio nella II Guerra Mondiale", I Quaderni di Ruscio, anno 2004, n.4 e successivi aggiornamenti