"Se ne e’ andato un altro pezzo di Ruscio", ha detto qualcuno alla notizia dell’improvvisa morte di Giosue’ Angelini.
Al di la’ di ogni significato retorico, la frase in se’ rappresenta quanto piu’ di vero essa contiene; una figura emblematica, quando emblema vuol dire personaggio caratteristico della Ruscio di ieri e di oggi, per cui piu’ che morte, possiamo dire che si tratta di una perdita di una scomparsa di un uomo dai mille volti, dalle mille trovate; un vero attore, insomma, con tutti i suoi difetti (pochi) e con tutti i suoi pregi.
Quante serate estive abbiamo passate insieme ad ascoltare alcune delle sue piu’ note bravate: celebre la sfida a suon di bicchierini con "zio" Peppe Marchegiani terminata all’ospedale di Cascia.
Aveva, e’ vero, il suo difettaccio, ma noi l’abbiamo conosciuto come un uomo scaltro, arguto e da ultimo anche lavoratore serio e responsabile.
Un uomo pieno di senso umoristico di lui ricordo sempre la frase che pronunciava quando mi invitava a consumare al banco: "Avvoca’, nun te sciupa’ cosa? Senza offesa, offro io e paghi tu!"; o quando raccontava storielle amene , quasi vere, o forse senza quasi, come quella celebre riferita ad una presunta accusa di furto di una vitella. Alla domanda del pretore che gli chiedeva cosa volesse dichiarare a sua discolpa, Giosue’ rispose candidamente:" Vostro onore, io passavo di la’, ho visto una fune per terra e l’ho tirata, che ne sapio io che dietro la fune ce stia la vacca!!", o quando una vipera, dopo averlo morso, mori’ all’istante.
Come dimenticare l’amore per il ballo con tutte le sue mosse e contromosse, il senso innato del commercio (anche se, a detta di un suo caro amico, comprava la merce a cinque e la rivendeva a tre), il suo sentimento religioso e l’attaccamento alle antiche tradizioni di Ruscio, all’associazione di Sant’Antonio e della nostra Pro Loco, di cui fu sempre socio.
Un uomo, nel bene e nel male, conosciuto in tutti i paesi della vallata; un personaggio indimenticabile che ci ha lasciato silenziosamente, senza un addio.
Chi non lo riconosceva quando eretto sul volante delle sue auto, discendeva (a volte senza luci) da Monteleone, dove ultimamente dimorava, verso Ruscio, la sua vera sede, la sua vera casa.
Ciao, pipinetto!