IL CAMPANILE
(per l’inaugurazione del nuovo campanile dell’Addolorata – 17 settembre 1950)
Un anno ormai è passato e da quel giorno
Che fu solennemente inaugurata
La Parrocchia alla Madre Addolorata,
oggi alla stessa Festa ci ritorno
senza badare ad affrontare spese
per vivere l’armonia del mio paese.
E da quel giorno il Parrocco ha pensato
Cha alla chiesa mancava il Campanile.
Ha smosso a tutti l’animo gentile
Che fosse con le offerte fabbricato.
Noi rispondemmo al suo cortese invito.
Eccolo! Spicca bello e costruito.
E’ un monumento bello, e un’armonia;
si vanta Ruscio della bella mole,
esso che sfida le tempeste e il sole
Con la parola grande l’AVE MARIA
nome più bello che non ha confronto,
stella benigna, splendida del mondo.
Ci svegliano i rintocchi la mattina
e ci annunciano l’ora del lavoro,
della preghiera e quella del ristoro;
come la vita nostra si trascina,
così ogni sera, dopo aver cenato,
ci annuncia che il giorno è tramontato.
Con il dolce din don delle campane
il tic e toc pur dell’orologio
Ruscio, ti puoi vantar di tanto sfoggio
e consegnarlo all’epoche lontane
con tutta l’armonia che ti dà vanto
quale Dono più bello dell’Anno Santo.
E’ per te, Madre nostra, costruito,
nostro compenso quali debitori;
allieta i nostri spasmi e dolori
col tuo benigno Cuore, all’infinito
Bene del mondo, Madre del dolore,
converti i nostri spasimi in Amore.
Con quella dolce musica divina
che tutta la vallata ne rintuona
il suono che dal bronzo si sprigiona
fuso che forma il corpo di Antonina
è raccolto da monti e da foreste
il bronzìo di sua musica celeste
Tanti sono i rintocchi e appena, appena,
raccoglie il suono il più perverso udito,
come uccelletti ritoniamo al nido.
E’ la mamma che chiama a voce piena:
“Ritornate da Me, figlioli belli,
sappiatevi amar come fratelli!”.
Nicola MARCHETTI