L’impegno di tutti i Consigli direttivi della Pro Loco che si sono succeduti dalla sua fondazione è stato quello di promuovere iniziative per il miglioramento di Ruscio e per mantenere vivo lo spirito di amicizia e comunità tra tutti gli abitanti siano essi residenti o villeggianti.
La trasformazione in fatti concreti di quello che i nostri genitori più di trent’anni fa misero sulla carta è oggi ben visibile: costante è l’impegno dei consiglieri e sempre più viva e numerosa è la partecipazione dei soci alle iniziative che vengono promosse.
Ritengo che tutto ciò abbia come denominatore comune l’attaccamento e l’affetto per il nostro paese, per la sua gente ed il piacere di vivere con entusiasmo il profondo legame che ci unisce.
Tuttavia, pur a fronte di tanta energia positiva, è triste costatare che “qualcuno” non si è ancora “sintonizzato” e non ha capito lo spirito che ci unisce e ancora oggi, nonostante l’evidenza dei fatti, nutra nei confronti della Pro Ruscio un sentimento di astio. Quest’avversione è tollerabile fino a quando si esterna in sterili quanto inutili chiacchiere e polemiche; ma quando si trasforma in gesti ed atti vandalici nei confronti dei beni dell’associazione e di tutta la comunità non può più essere tollerata e deve essere espressamente condannata.
Nel caso specifico mi riferisco a quei fatti che la scorsa estate hanno avuto come obiettivo il nostro campetto e la sede dell’associazione nonché asilo e luogo di ritrovo di tutta la comunità.
Non credo personalmente che quello che è accaduto sia opera di persone venute da altri paese, perché le azioni, nella loro individualità (il taglio del tiglio al campetto, l’aver cosparso di immondizia il campo di calcio e la sede dell’associazione), mi sembrano fin troppo mirate.
Non possiamo contestare che a questo mondo ognuno abbia le proprie idee, che possa divertirsi come vuole e giudicare le attività altrui.
Sarebbe troppo bello se in un intero paese tutti accettassero e condividessero la strada che la nostra associazione ha intrapreso più di trent’anni fa.
Sappiamo che ci sono persone che pur denigrando la Pro Ruscio e non pagando la quota sociale, partecipano alle iniziative e giocano con i propri figli al Campetto che è e rimane una struttura riservata ai soci.
Sappiano che il Campetto di notte diventa “terra di nessuno” e che grandi e piccoli di Ruscio o di altri posti vi scorazzano a loro piacimento, trasformando spesso e volentieri il sano divertimento in atteggiamenti poco dignitosi, nonostante le mille raccomandazioni.
Tutto questo si è sempre saputo e tutti i consigli della Pro Loco, che si sono succeduti nel tempo, pur ponendosi mille volte l’interrogativo “CHE FARE??”, hanno sempre confidato nel senso di civiltà, di responsabilità ed educazione dei soci e di tutti gli altri abitanti di Ruscio .
Come si fa a dire ad un bambino “non puoi entrare al Campetto perché tuo padre non paga la quota sociale!! Come di fa a mettere un guardiano notturno se il budget della Pro Ruscio basta appena a coprire le spese vive!! E poi: vogliamo rispondere all’ignoranza con l’ignoranza, all’indisponibilità con l’indisponibilità, innescando un meccanismo senza fine?? Vogliamo vivere blindati anche a Ruscio o viceversa intendiamo adoperarci perché almeno nel nostro paese si possa continuare a respirare un’aria di solidarietà e rispetto reciproco che noi cittadini non riusciamo più a vivere nelle nostre metropoli.
Quando domenica 12 agosto ci siamo accorti di quello che era successo nella notte non posso negare che il primo sentimento che ho provato è stato quello di un odio profondo nei confronti di questi “eroi”.
Ho pensato all’impegno ed all’amore quotidiano di Angelo nella cura delle strutture, all’impegno di Enzo, Roberto e Francesco nell’organizzare tanti tornei, ai giochi per i più piccoli, alle decine di persone che quotidianamente passano le loro ore libere in quel lembo di terra. Ho pensato a quello che era il Campetto più di trent’anni fa quando appena comprato fu organizzata la partita Ruscio contro Colle: ho pensato alle porte di legno, agli avvallamenti sul terreno, agli spettatori seduti sul prato, alle tonnellate di sassi tolti sotto il sole d’agosto. Ho pensato all’impegno di tanti che oggi non ci sono più, alle ore che i nostri genitori, invece di godersi le meritate ferie, hanno dedicato a quel fazzoletto di terra, lavorando insieme in uno spirito di solidarietà ed amicizia per renderlo quello che oggi è ben sapendo di lasciarci in eredità qualcosa da mantenere e difendere.
E riflettendo su tutto questo ho avuto un senso di profondo orgoglio per quello che è stato fatto e di pena mista a compassione nel confronti degli autori di tali gesti che nella loro vita potranno solo dire di aver distrutto e non costruito niente!!!!
Ed ho anche capito quanta ignoranza, maleducazione, inciviltà ed arroganza ancora ci circonda e quante volte purtroppo saremo costretti a doverla subire.
Non credo che sia possibile giustificare i fatti accaduti con la goliardia o con il solito senso di “frustrazione delle giovani generazioni che…..”
Goliardia, problemi generazionali, divertimento possono essere capiti e tollerati solo fino a quando non travalicano i limiti del viver civile, dell’educazione e del rispetto nei confronti del prossimo e delle cose altrui.
La sola giustificazione che ritengo plausibile è quella di pensare che l’autore dei fatti non abbia ancora capito lo spirito che ci anima. Ed allora mi permetto di suggerirgli di non continuare sulla strada intrapresa perché se anche abbatterà tutti i tagli piantati e cospargerà di immondizia tutti i prati del circondario non riuscirà di certo a far venire meno la voglia che abbiamo di agire e costruire per il nostro amato paese, ben sapendo di essere dalla parte del giusto e dell’onesto.
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