“… e se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
Già avrai capito ciò che Itaca vuole significare.”
Questo scrive Costantinos Kavafis nelle ultime righe di “Itaca”, ed ogni volta che leggo queste parole penso alla “vita”, al “senso” che possiamo dare a questa, ed inevitabilmente penso alla tragedia che ha scosso tutti noi, dal primo all’ultimo.
Kavafis vuole dirci che quando ci mettiamo in viaggio non dobbiamo aspettarci niente dalla meta, perché il tesoro non va cercato alla fine del viaggio, cioè ad Itaca, ma nella strada, nelle esperienze, nelle avventure che viviamo prima di giungere ad Itaca.
Kavafis ce lo ha scritto, tu ce lo hai dimostrato.
E’ per questo che anche tu, come noi, non volevi affrettare il viaggio, avresti voluto che la strada fosse stata più lunga, che il viaggio fosse durato più a lungo, per vivere ogni giorno quello che la vita ci mette a disposizione, piccole e grandi cose.
Ma è GRAZIE a te che ora abbiamo imparato a far tesoro di tutto quello che viviamo durante il giorno, di tutti i gesti, anche i più semplici e quotidiani, poiché il bello delle cose non va cercato alla fine di queste, ma mentre le si vive.
Ogni parola, ogni gesto mi sembrano banali, perché è difficile trovare una parola o un gesto che siano degni di ricordarti.
Chiedo scusa perché tutto quello che scrivo mi dà l’impressione di essere estremamente stupido, però mi sembra giusto dedicarti qualche riga per ricordarti, anche se sei sempre lì dentro, fermo nei nostri cuori!
Il gioco strano ed ingiusto della vita ti ha portato via, e noi ancora increduli non capiamo come sia stato possibile. Hai lasciato un vuoto incolmabile a casa, con i genitori, con i parenti, con Vale, ma anche dentro di noi. Dentro coloro che passavano con te le serate, i pomeriggi di domenica, ogni festa ed occasione a cui tu eri sempre presente. Adesso ogni sabato sera manca di un pezzo importante, manca delle tue risate e della tua confusione.
Tutti ti ricordiamo, ricordiamo quegli occhi vispi profondamente azzurri, quel sorriso sempre pronto, di chi è sempre pronto a prenderti in giro, ma anche quel caratterino un po’ strano, facilmente irascibile.
Siamo ancora capaci di ricordare la tua risata, le tue battute.
Ricordiamo quanto andavi fiero di quella Kawasaki e quanto eri attento e preciso con la tua macchina, ricordiamo il tuo essere gioviale che non risparmiava mai un sorriso o una battuta a chi incontravi, anche quando ormai eri estremamente fragile e provato dalla malattia.
E’ si.. proprio per questo sei un insegnamento per noi, o comunque facciamo sempre in modo che tu lo sia.
Hai reagito, hai lottato, hai combattuto con le mani e con i piedi, aggrappandoti sempre anche all’ultima speranza, all’ultimo spiraglio di luce.
E da te dobbiamo trarre la ferma volontà di NON PERDERE MAI!
Di andare sempre avanti, nonostante ad un certo punto dobbiamo superare ostacoli più grandi di noi stessi, ostacoli che tu non hai mai visto come insormontabili.
E’ come se sei sempre dietro a noi, e tutte le volte che ci troviamo in difficoltà e ci voltiamo è come se sei sempre pronto a farci l’”occhiolino” e ad incitarci ad andare avanti.
E’ GRAZIE a te se ora viviamo e guardiamo la vita da un altro punto di vista, se cerchiamo di dare alle cose la giusta importanza,recuperando ciò che veramente è importante e mettendo da parte ciò che merita meno delle nostre energie.
E’ GRAZIE a te se ora ci rendiamo conto di quanto siano preziose tutte le cose che il Signore ci dà la possibilità di vivere.
Questa possibilità è appesa ad un filo estremamente sottile, che tu fino all’ultimo hai cercato di non spezzare.
Ora anche noi abbiamo capito quanto sia fragile, ma allo stesso tempo abbiamo anche capito quanto questo filo possa valere!
GRAZIE, SARAI SEMPRE CON NOI.