Come già detto in precedenza la lignite si forma grazie alla presenza di materiale organico in rocce intercostali.
La materia organica presente nelle rocce sedimentarie è funzione della quantità immessa originariamente nel sedimento e dei successivi processi diagenetici.
Infatti la maggior parte si decompone e, in presenza di ossigeno, tale decomposizione avviene prevalentemente in condizioni subaeree, ma anche in molti ambienti subacquei.
Dove invece c’è deficienza di ossigeno, la decomposizione risulta incompleta e si possono formare composti organici stabili che rimangono così inclusi permanentemente nella roccia.
La materia organica si presenta quindi meglio nei cosiddetti ambienti anossici, quali possono essere stagni, paludi, bacini marini ristretti o comunque in tutte quelle situazioni ambientali in cui per una qualsiasi ragione si instaurano, fin dalla prima diagenesi, condizioni anaerobiche.
Questo è il nostro caso, questo è il caso di Ruscio, o meglio, questo è il caso della vallata che attualmente ospita Ruscio.
Dimenticando l’orografia attuale ci troviamo davanti a dei veri e propri bracci di mare, contornati e abbracciati, da montagne nella cui sommità presentavono copiose specie di flora differente tra loro e tra quella presente attualmente.
Facendo il loro corso naturale, questa vegetazione, morendo, si facevano adagiare dalle acque, appunto in ambiente anaerobico, dando così inizio ai processi diagenetici o di trasformazione.
Dando un rapido sguardo alle cartina noi possiamo vedere delle zone pigmentate in bianco, che stanno a segnalare, recenti alluvioni e quindi permanenza in loco prolungata di acqua;
li la nostra “ei fu” vegetazione ha avuto un periodo rivoluzionario più lungo e soddisfacente cosi da completare fino in fondo la trasformazione.
Ruscio fu un loco idoneo e ideale per la formazione di lignite, e soltanto il fatto che la presenza dell’acqua sia stata relativamente breve, non ha permesso ai giacimenti di espandersi e ingrandirsi.