Nella mattinata, la sede della Pro-Ruscio appariva insolitamente animata: c’era un via vai di persone con le loro sollecitazioni, le loro indicazioni spesso contrastanti, ma in fondo con il loro contagioso buon umore, anche se, ad un osservatore esterno, la scena avrebbe potuto apparire come la fedele rappresentazione del "Facite ammuina’, famoso articolo del regolamento della Real Marina Borbonica.
L’obiettivo di tutto ciò era importante, quasi l’ovvio coronamento di una stagione un po’ strana, ma diversa dal solito: la cena sociale. Bisognava preparare un bel po’ di coperti, lustrare la sede, e non ultimo allestire una copertura volante che riparasse i convitati della sera da eventuali intemperanze del cielo (che durante il mese non aveva cessato di essere non voluto protagonista). Finalmente, dopo tanto adoperarsi, tutto sembrava pronto per l’evento; alle prime luci della sera, i primi arrivi miravano soddisfatti l’ambientazione creata, dando inizio a quell’intreccio di battute e commenti che per tutta la serata ne avrebbe costituito l’inimitabile sottofondo. Così, tra una portata e l’altra, servite con leggiadra maestria da improbabili camerieri, tra un po’ di farro e una salsiccia, tra un bicchiere di vino (poco) e un po’ d’acqua (tanta), la cena sociale dipanava la sua trama, generando divertimento, piacere e molta rilassatezza, il tutto racchiuso in un sapiente contrappunto di note musicali. Perfino l’ormai abituale scroscio piovano riservava atteggiamenti degli astanti di stile anglosassone (o forse rassegnato), ma badando che il prezioso contenuto dei piatti fosse messo al riparo da indesiderate intrusioni.
E finalmente, anche gli innumerevoli bambini presenti salivano al proscenio, e, liberati dalle apprensioni materne della nutrizione, davano libero sfogo alla loro inesauribile vivacità e fantasia.
Così per una sera una comunità incontrava se stessa e ne viveva liberamente, dimostrando che i valori su cui tutti dovrebbero riflettere sono sempre quelli di civiltà e rispetto reciproco.
La cena sociale stata allietata da un simpatico personaggio canoro, ultimo acquisto dell’ Associazione, il quale, con la sua calda voce da cantante di piano bar si esibito alla pianola elettrica.
Il simpatico chansonnier, Alberto Mattei, ha coinvolto nella sua performance serale un folto numero di improvvisate "nuove voci" che si sono esibite in un recital di vecchie e nuove, canzoni. Fuori, intanto, pioveva e …. come pioveva.