Una finestra sulla Valnerina
Continua la nostra rubrica che intende divulgare i luoghi, la storia e la cultura della nostra terra.
La festa di S. Antonio
Nella Valnerina si svolgono numerose feste religiose in onore di Santi le cui origini si perdono nella notte dei tempi ed i cui aspetti sacri e profani si fondono tra loro, in un indissolubile legame che trova radici nel mondo contadino, nel volgere delle stagioni e nelle usanze legate ad una vita ed ad un’economia semplice e rurale.
Tale è la festa di Sant’ Antonio da Padova che il calendario liturgico colloca al 13 giugno e che viene festeggiata la domenica successiva.
Il Santo, particolarmente famoso e venerato in tutta Italia, fu un francescano e tante sono le chiese a Lui intitolate in Valnerina, atteso il profondo legame da sempre esistente nella zona con tutta la cultura e la tradizione francescana.
Anche a Ruscio vi è una chiesa dedicata al Santo di Padova che sorge in quello che dovette essere il primo nucleo abitato di paese, già indicato nei primi anni del ‘700 con l’appellativo di "li piani di sotto". In questa chiesetta semplice ogni anno si svolge la festa di Sant’ Antonio cui la popolazione, specie quella maschile, è particolarmente legata.
Una chiesa che oggi è raramente aperta per le funzioni religiose ma un tempo era quotidianamente utilizzata. Come dimenticare la messa che alle nove di mattina Don Sestilio celebrava e la campana che alle sette di sera intoccava richiamando i fedeli alla recita dei vespri. Il suo suono si diffondeva in tutta la vallata e ci raggiungeva ovunque eravamo ricordandoci che la giornata volgeva al termine e che era necessario tornare a casa.
Ci siamo già occupati di alcuni aspetti e vecchie usanze legate a questa festa (ndr. Numero di Pasqua 2001 della Barrozza), così come abbiamo dissipato tutti i dubbi sulla possibilità che la chiesa fosse dedicata a San’ Antonio Abate, altro Santo particolarmente noto in zona, primo eremita della storia del Cristianesimo, protettore delle bestie, raffigurato in un affresco nella Chiesa di Santa Maria del Piano (ndr numero di agosto 1995 e Pasqua 1996 della Barrozza).
Anche quest’anno una processione di fedeli si è snodata nelle vie del paese, tra campi pieni di fiori multicolori in un periodo in cui a Ruscio la natura dà il meglio di se stessa. La piccola statua del Santo, con il Giglio ed il Bambino in mano, ha poi ripreso la sua collocazione nella chiesa e dopo la funzione religiosa si è svolta la rituale cerimonia delle "agnelle".
Tre pecore, infatti, ed una deliziosa capretta bianca e nera – che hanno stazionato nel prato antistante la Chiesa per tutto il tempo della cerimonia – sono andate all ‘asta e dopo una trattativa tra desiderosi acquirenti – che ha visto impegnato in qualità di battitore Isidoro PERONI – sono state aggiudicate a Mario PERELLI ad un prezzo giudicato equo.
I festeggiamenti hanno avuto il loro epilogo in un pranzo a cui hanno partecipato tutti gli iscritti alla società di Sant’ Antonio, associazione di mutuo soccorso che un tempo annoverava numerosi soci anche tra i paesani che si erano trasferiti a Roma e che per l’occasione ritornavano al paese.
Tradizioni di fede e di usanze contadine che ci auguriamo non vadano dimenticate nel tempo e che sappiano mantenere quel carattere di semplicità che le fa essere ancora oggi vere e sincere.