L’eco della nomina a Vescovo di don Gino Reali si è sparsa in un baleno da Spoleto a Roma ed è giunta attraverso le vallate umbre fino a Monteleone e a Ruscio, suscitando in un primo tempo attimi di stupore e poi momenti di gioia mano a mano che la notizia prendeva fondamento.
Quando avvengono eventi di tale importanza, si ricorre spesso a improvvisare alcuni cenni sulle origini, sulla data e luogo di nascita e sulle caratteristiche del personaggio; noi vogliamo soltanto sottolineare la sua appartenenza ad una umile famiglia di contadini di Ruscio, la sua fanciullezza passata nella casa della tazza retta e i suoi primi studi nella scuola elementare locale, divenuta in seguito un bene della Parrocchia di cui Lui stesso fino a ieri era depositario responsabile.
Tutti noi ricordiamo con emozione quel 31 Luglio del 1971, quando a coronamento della sua vocazione fu ordinato sacerdote nel prato di Simone Angelin sotto lo sguardo soddisfatto del caro e amato don Sestilio Silvestri, che vedeva realizzato un suo grande sogno, quello di vedere sacerdote il suo pupillo. Il ricordo di questo avvenimento è stato adeguatamente rievocato da Velia, nostra preziosa collaboratrice, nella pagina del nostro numero pasquale, tutta dedicata a Lui.
La nostra comunità, che ha seguito con interesse e amore l’attività di questo nostro paesano, ricorda con piacere le sue rare visite non ufficiali nel postro paese, dove aveva motivo di conversare e di scherzare, con i giovani e gli anziani, riconoscendo visi e fisionomie di persone che il tempo e l’età cominciavano a mutare. Oggi, 21 Aprile 2002, questa sua visita al "suo" paese acquista una importanza speciale perché rappresenta un punto di arrivo di questo nostro personaggio che da semplice e modesto sacerdote, vi ritorna con la nominadi Vescovo di Porto Santa Rufinaa Roma.
Ed è per questo che i parenti, gli amici, tutti i fedeli di Monteleone,di Ruscio, Trivio, Rescia e Casali si sono immediatamente organizzati per rendere omaggio, in modo festoso e solenne, a questo suo grande figlio della nostra terra.
A Lui giungano i nostri più vivi rallegramenti e l’augurio affettuoso di successo per un Episcopato ricco di tante opere nel suo nuovo incarico nella Diocesi che il Papa ha voluto affidargli. Ad maiora, caro "don" Gino.