My (football) generation

By proruscio

Tra le estati vissute a Ruscio dalla mia generazione, quelle degli anni Settanta sono state, probabilmente, le più intense. Si tratta della generazione del boom demografico della prima metà degli anni Sessanta.  Insomma, i nati intorno al 1960-67.
Negli anni Settanta eravamo bambini o adolescenti ed eravamo tanti. Le mamme romane, quasi tutte casalinghe, si sparavano  tre mesi a Ruscio con i figli.  I papà lavoravano nella capitale dal lunedì al sabato (non esisteva la settimana corta). Raggiungevano la famiglia il sabato pomeriggio per ripartire la domenica sera, salvo trattenersi in ferie per l’intero agosto.
Questo contesto sociale ha permesso alla mia generazione di vivere il paese con una certa intensità. Non così intensamente come i nostri genitori o tantopiù i nostri nonni ma a sufficienza da renderci ‘meticci’, metà romani e metà rusciari. Forse è stata l’ultima generazione di bambini-adolescenti romani che ha avuto la fortuna di vivere  in Ruscio e dintorni, e per ben tre mesi l’anno, l’ultima versione di un mondo poi estinto.
L’evoluzione è stata lenta e le cause molte ma, simbolicamente, mi viene da individuare il confine temporale di quel mondo nel giorno del terremoto del 1979.
Già i bambini degli anni Ottanta (i post-terremotati) si sono goduti un altro paese. Non dico migliore, non dico peggiore, ma diverso sì, per quanto legato al proprio passato.
Diversa la qualità ma anche la quantità di Ruscio. I nuovi costumi sociali (soprattutto la fine della specializzazione dei ruoli tra moglie e marito e l’affermarsi dell’indipendenza dei nonni)  hanno progressivamente ridotto la permanenza media dei bambini romani in Ruscio dai mitici  tre mesi a due settimane. Speriamo sia comunque abbastanza per consolidare un legame eterno tra il paese e l’adulto di domani.
Negli anni Settanta, con ben tre mesi  a disposizione,  c’era tutto il tempo di pensare, preparare, giocare e commentare ogni  partita di calcio. Si aveva l’impressione che ogni sfida con un paese vicino non fosse giocata solo da chi scendeva in campo (bambini, ragazzi o uomini) ma quasi dall’intera comunità.
Le partite non avevano cadenza giornaliera in un paio di settimane. C’era l’attesa. Il tifo aveva una sua meditata regia. 

In piedi da sinistra: Ignazio Arrigoni, Marco De Angelis (“Piccaru”), Giorgio Di Domenico, Pio Angelini (in sostituzione di Andrea Antonelli detto “Spillo”), Giuseppe Peroni.

In basso da sinistra: Corrado Peroni, Marco Perelli, Claudio Belli, Fabrizio Franco.

Foto scattata, probabilmente, nel 1975.

C’era già ‘lu campittu’ nonché Angelo con la vecchia ‘sarce’ a custodirlo. C’era sempre qualche sasso  da togliere e l’orientamento delle porte non appariva mai definitivo.
Di certo quel campo, in quei suoi primi anni dedicati allo sport, non aveva ancora il monopolio del football ‘internazionale’. C’era il sapore della trasferta. Per lo più a Monteleone,  anche se non mancavano sfide in Usigni e Agriano. Squadra e tifosi salivano a Monteleone, con bandiere e campanacci,   camminando per la scorciatoia o rimediando un passaggio con l’autostop. Nei primi anni c’erano solo due mute in Ruscio: quella rossa con il girocollo giallo e la polo  bianca con il colletto celeste (tutto il resto, in fondo,  è noia). Solo poi venne per i più piccoli la maglia arancione della Proruscio.
La nonna di tutte le partite della mia generazione calcistica fu una sfida  Colle – Ruscio disputata intorno al 1970. Il preistorico incontro non avvenne al Campetto (che non esisteva) ma in un terreno a conca tra il Vorga e il Colle e le formazioni comprendevano anche alcune ragazze. Ne ho un ricordo veramente vago. Eligio, invece,  ricorda anche che  vi fu poi, al Campetto, la rivincita e che tale rivincita fu la prima partita ufficiale disputata al Campetto.
Nei primi anni del Campetto non c’era ancora il torneo dei rioni e le sfide ufficiali ‘interne’ al paese che assunsero cadenza annuale erano solo  due: Ruscio di sopra – Ruscio di sotto e  Scapoli –  Ammogliati. Si aggiunse poi la terza classica: Lazio – Roma (storico un derby al Campetto, senza spettatori, sotto il diluvio universale).
A rappresentare Ruscio in competizione con gli altri paesi, comunque,  non esisteva che una squadra: la squadra di Ruscio.
Come ogni squadra che si rispetti, si articolava su quattro formazioni. Mai una contro l’altra. Oltre alla prima squadra, infatti, c’erano tre formazioni ‘giovanili’ che esprimevano i migliori di una certa classe d’età.
I fuori quota erano ammessi solo in porta.
Le gerarchie erano abbastanza stabili, i titolari erano i titolari e le riserve le riserve. Contro gli altri paesi non giocavano tutti, tanto per divertirsi. Giocavano solo i migliori.

Intorno alla metà degli anni ’70  si individuavano:
1) la formazione dei più piccoli, quelli nati negli anni 1965-67,  che ruotava intorno a: Curzio Piermarini, Riccardo Alfonsi, Paolo Boccanera, Alberto Perelli, Massimiliano Cialini, Gianfranco Peroni, Tonino Peroni e Guerino Paolantoni (anche i gemelli Alberto e Maurizio Vannozzi ma la loro età rimaneva sempre un mistero);

2) la formazione dei ragazzini, quelli, come me, nati intorno al  1962-64 (10-12 anni nel 1974) e cresciuti a pane e calcio nel prato del palazzo dei Peroni quando aveva ancora quella bellissima steccionata. In porta  Giorgio Di Domenico (trattavasi di fuori quota, solo molto più tardi sostituito da Roberto Vannozzi). In difesa: Ignazio Arrigoni (mastino centrale), Giuseppe Peroni (terzino) e Corrado Peroni (terzino). A centrocampo: Fabrizio Franco e Marco Perelli. In attacco: Andrea Antonelli (ala destra), Claudio Belli junior (centravanti) e, naturalmente, Marco De Angelis (ala sinistra);

3) la formazione dei ragazzi nati per lo più nel 1960-61 (13-14 anni nel 1974), con  Franco Arpini in porta (e prima ancora Primo Vannozzi) e altri giocatori, tra i quali i più assidui erano: Giorgio Di Domenico, Walter Antonelli, Federico Vannozzi, Massimo Marcello, Fabrizio Arrigoni (‘Titti’), Franco Bernabei, Claudio Peroni. Io ricordo tra gli assidui anche  Gianni Salamandra, Marco Vannozzi e Massimo De Angelis, ma c’è chi sostiene che la loro carriera si era già  interrotta nei primissimi anni ’70;

1972: la squadra degli "scapoli"

4) la prima squadra, con Romolo Carassai in porta,  incentrata su adulti tra gli ‘enta’ e gli ‘anta’ (soprattutto Guerino Perelli, Pietro Fioravanti, Enzo Arpini, Renato Peroni e Gino Cologni, ‘il milanese’), supportati dai migliori della squadra dei ‘ragazzi’ (soprattutto Giorgio, Federico e Walter).

1972-75: la squadra degli "ammogliati"

Un potenziamento si ebbe solo in seguito con il progressivo affermarsi di Massimo Peroni e l’innesto di un paio di elementi fondamentali della generazione di mezzo (i ventenni Claudio Giovannetti  e Fabio Di Pasquale), nonché di Sergio Di Cesare.

M’è sempre sembrato esistere in Ruscio, calcisticamente parlando, un buco tra la generazione dei nati nei ’60 e la generazione dei relativi genitori (i nati tra i ’30 e i ’40).  Una squadra a prevalenza di nati nei ’50 non mi pare sia mai esistita.

Quale capitano della squadra dei ‘ragazzini’ avevo diligentemente appuntato tutti risultati delle partite dalla stessa disputate dal 1974 al 1978, con i marcatori rusciari. Sono 36 partite ufficiali in 15 mesi vissuti a Ruscio (una media di circa due partite al mese). Ho partecipato a tutte le 36 partite della mia squadra, segnando 19 reti. 19 ne segnò pure Spillo,  17 Piccaru, 11 Claudio, 8 Giuseppe, Fabrizio 3 come anche Corrado.  Qualche altra rete fu opera di riserve o occasionali.

SQUADRA DEI RAGAZZINI CLASSE 1962-64

Titolari: Giorgio Di Domenico (fuori quota), Ignazio Arrigoni, Corrado Peroni, Giuseppe Peroni, Fabrizio Franco, Marco Perelli,  Andrea Antonelli, Claudio Belli, Marco De Angelis.

1974

Ruscio – Monteleone
4 – 2
Fabrizio, Corrado, Marco De Angelis
Monteleone – Ruscio
2 – 2
Marco De Angelis (2)
Ruscio – Monteleone
3 – 4
Marco Perelli (2)
1975

Ruscio – Monteleone
5 – 2
Marco Perelli (3), Marco D.A., Pio Angelini
Monteleone – Ruscio
2 – 3
Marco Perelli, Marco D. A., Pio Angelini
Ruscio – Monteleone
1 – 3
Fabrizio
Ruscio – Monteleone
2 – 2
Fabrizio, Marco De Angelis
Ruscio – Agriano
2 – 1
Marco Perelli, Andrea
Ruscio – Usigni
1 – 3
Giorgio
Monteleone – Ruscio
3 – 0

Ruscio – Monteleone
4 – 4
Marco De Angelis (2), Marco Perelli
Usigni – Ruscio
3 – 4
Mario Vannozzi (3), Marco De Angelis
Monteleone – Ruscio
0 – 3
Andrea Antonelli (2)
1976

Monteleone – Ruscio
2 – 2
Marco Perelli, Marco De Angelis
Ruscio – Monteleone
2 – 3
Marco Perelli, Marco De Angelis
Ruscio – Monteleone
3 – 5
Marco Perelli, Andrea, Massimiliano Cialini
Ruscio – Monteleone
1 – 4
Giuseppe
Monteleone – Ruscio
1 – 0

Ruscio – Agriano
2 – 1
Andrea (2)
Ruscio – Monteleone
2 – 2
Giorgio Di Domenico, Marco De Angelis
Ruscio – Usigni
2 – 2
Andrea (2)
Ruscio – Monteleone
4 – 4
Andrea (3), Claudio
1977

Monteleone – Ruscio
2 – 7
Claudio (3), Giuseppe (2), Massimil. Cialini
Ruscio – Monteleone
6 – 0
Marco Perelli (3), Claudio, Marco D. A.
Ruscio – Monteleone
7 – 1
Andrea (4) Giuseppe, Marco De Angelis
Ruscio – Monteleone
1 – 5
Andrea
Usigni – Ruscio
3 – 3
Federico, Claudio (2)
1978

Ruscio – Monteleone
3 – 3
Andrea, Giuseppe (2)
Monteleone – Ruscio
0 – 1
Giuseppe
Ruscio – Monteleone
3 – 3
Claudio, Andrea, Marco Perelli
Monteleone – Ruscio
5 – 0

Ruscio – Monteleone
3 – 2
Marco Perelli, Claudio (2)
Monteleone – Ruscio
3 – 2
Marco Perelli, Andrea
Ruscio – Monteleone
6 – 6
Marco Perelli (2), Marco D.A. (3), Claudio
Ruscio – Monteleone
3 – 3
Paolo Boccanera (2), Corrado
Monteleone – Ruscio
3 – 1
Giuseppe

Tanto sudore e alla fine furono 12 vittorie, 12 pareggi e 12 sconfitte.

La formazione più ricorrente dei nostri avversari di Monteleone comprendeva elementi del calibro di: Giacomo Peroni in porta (o Alfredo Giovannetti), Francesco Rosati, Giuseppe Vannicelli, Umberto Parasassi, Andrea Antenucci, Alessandro Peroni, Gianluca Perelli e Sandro Perelli. A volte  giocavano anche altri come il biondo Gianni, Attilio o Fabrizio. Un anno saltò fuori un certo ‘Pippo’, fortissimo.
Il Trivio, invece, giocava solo con ragazzi nati per lo più prima del 1962, tra i quali Remo era il più forte.
Sono convito che il sapore dell’atmosfera di quelle sfide sia annidato dentro ognuno di noi (ex) giocatori ed in qualche modo contribuisca a segnare, al di la del tempo,  una sorta di legame.
 
La mia carriera calcistica ‘internazionale’ è praticamente finita lì (nel 1978). Molti dei miei compagni della ‘squadra dei ragazzini’ sono invece poi passati  in prima squadra, qualcuno anche per un paio di decenni. Chi, meglio di loro, saprà raccontarvi delle sfide degli anni ’80 e ’90? In attesa che anche quelle degli anni 2000 diventino Storia.
Il mio ricordo più nitido rimane legato alla vittoria a Monteleone per  2 a 3 agli inizi della stagione 1975 (sono già trent’anni). Tra i villeggianti mancava ancora qualche titolare. Segnammo io, Piccaru e Pio. Poiché avevamo fatto giocare anche il ‘piccolo’ Dino, la sera il papà Ubaldo preparò per noi tre marcatori una pizza Margherita gratis a testa. Una mosca cadde nella mia pizza. Era bellissimo la sera commentare la partita giocata il pomeriggio.
Avevamo 12 anni.
Proprio  come quei ‘ragazzini’ di Ruscio  che quest’anno (2005) hanno vinto il torneo al Campetto.

Marco Perelli

 


Nota di Valeria Reali del 13/09/2016, pubblicata sull’account della Pro Ruscio di Facebook:

 

Marco ricorda bene, la nonna di tutte le partite di Ruscio fu una sfida Colle – Ruscio disputata intorno al 1970 al campo di Vorga dove ora hanno la casa i Gervasoni e dove all’epoca gli oriundi Collani spesso portavano il bestiame al pascolo (d’estate i ragazzini del Colle trascorrevano la giornata aiutando nel lavoro contadino, senza distinzioni residenti /villeggianti).

E ricorda ancora bene, quando dice che c’erano nella squadra delle ragazze, eravamo mia cugina Vera ed io. La formazione di quella squadra alquanto sui generis era Roberto Vannozzi (Robertino per noi ovviamente perché il più piccolo) in porta, dove, a seconda dei momenti del gioco si alternava Vera; poi a seguire io, tendenzialmente in difesa, Giancarlo Reali, Bruno Vannozzi, Eligio Reali, Mario e Riccardo Vannozzi.

La partita finì con un clamoroso 3 – 1 per noi del Colle. Alla rivincita disputata al Campetto vinse Ruscio, semplicemente perché schierarono, insieme agli altri, tutti giocatori più grandi di noi: Stefano Arrigoni, Isidoro e Massimo De Angelis, Mariano Cicchetti. Probabilmente non avevano digerito il primo risultato.

Vinsero loro per 3 – 2