A Leonessa individuata la lastra funeraria di Francesca Uberti – Sebastiani(1)

By proruscio

Una nuova importante scoperta va a integrare e correggere le notizie già pubblicate inerenti il ritratto dipinto della giovane Francesca Uberti, moglie di Cesare Sebastiani. Della coppia leonessana, i cui discendenti furono proprietari per oltre un sessantennio del palazzo Sinibaldi (oggi noto come Congiunti) in Monteleone di Spoleto, abbiamo avuto modo di interessarci grazie ad Amedeo Angelini (2), odierno proprietario del bel  ritratto di dama. 

 

 

 

Francesca Uberti Sebastiani, ritratto a olio del XVII secolo, Coll. A. Angelini (foto M. Fedeli, Spoleto) 

   

All’Angelini il merito in primis di aver restituito la tela alla sua originaria freschezza attraverso un adeguato restauro conservativo e di aver ridato un nome e un contesto storico-familiare alla figura in essa effigiata (3).

Sconosciuto era rimasto, invece, il luogo di sepoltura della donna per quanto fosse ancora alta la possibilità di trovarne traccia nel paese natale a Leonessa. 

Proprio qui, all’interno della cripta sottostante alla chiesa di S. Pietro, nel pavimento della terza cappella della chiesa inferiore di S. Maria della Pietà (poi delle Grazie) (4), ho rintracciato la sua lastra funebre realizzata in calcare locale (di cm 39 x 53), voluta dal Sebastiani per la copertura della sepoltura della consorte. 

Il manufatto lapideo, forse in giacitura secondaria, per la grossolanità della lavorazione e della stesura dei caratteri del testo funebre è opera evidente di un lapicida locale (5). 

 

 

Leonessa (RI), S. Pietro, chiesa inferiore di S. Maria delle Grazie, lastra funebre di Francesca Uberti 1713. 

    

L’iscrizione composta con lettere capitali sovrasta un teschio con ossa incrociate e recita:

FRANCISCA VBERTI RELIGIONE / AC PVDICITIA PRÆCLARA / CAESARIS SEBASTIANI CONIVGI MÆSTISSIMI / OBIIT XVI KAL(endae) FEBR(uarius) REPAR(atae) / SAL(utis) AN(no) MDCCXIII ÆTAT(atis) / SVÆ XXII / MATVRA COELO NONDVM TVMVLO.

Il testo latino è traducibile pressappoco come:

“(A) Francesca Uberti eccellente per religione (moralità) e modestia, il marito Cesare Sebastiani, mestissimo (fece), morta il 16 delle calende di febbraio nell’anno di grazia 1713 all’età sua di 22, matura per il cielo, ma non ancora per la tomba”.

Il ritrovamento  e i dati epigrafici in essa contenuti riaprono la ricerca su questa famiglia e consentono di collocare la sua nascita intorno al 1689, inquadrando la realizzazione del quadro non più “intorno alla seconda metà del XVII secolo”, ma con maggiore esattezza al breve periodo intercorso fra il suo matrimonio col Sebastiani (inizi Settecento) e la sua morte, avvenuta forse a seguito di una malattia o di un parto, nel 1713.

 

PER SAPERNE DI PIU’ LEGGI ANCHE IL SEGUENTE ARTICOLO:

Stefano Vannozzi, Il ritratto di Donna Francesca Uberti Sebastiani, in "La Barrozza" Estate 2017 – anno XXVI n.2  

           

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Annotazioni

(1) Il presente testo è stato pubblicato con titolo redazionale errato omettendo quello originale “La ritrovata lastra funeraria di Francesca Uberti” in «Leonessa e il suo Santo», a. LV, n. 324, maggio-giugno 2019, p. 43.

 (2) Angelini A., Una  signora ai «confini» tra lo Stato pontificio e il Regno di Napoli, Università Telematica Internazionale UniNettuno, Facoltà di Lettere, Corso di Laurea in Operatore dei beni culturali, a. a. 2014-2015.

 (3) Per le vicende del ritratto e del suo restauro rimando il lettore ai precedenti interventi: Vannozzi S., Ritratto di Signora. Il quadro di Donna Francesca Uberti Sebastiani, storie di famiglia fra Leonessa e Monteleone, in «Leonessa e il suo Santo», a. LII, n. 312, maggio-giugno 2017; Vannozzi S.,  Il ritratto di Donna Francesca Uberti Sebastiani: Storia e restauro di un importante bene culturale, in «La Barrozza», a. XXVI, n. 2, Estate 2017.

(4) Per una dettagliata descrizione della chiesa inferiore si legga Casula L., Zelli M., Leonessa sacra. Storia, arte e architettura religiosa del territorio, Edizioni Kappa, Roma, dicembre 2009,pp. 178-183.

 (5) L’opera è schedata dal 1972 dall’allora Soprintendenza per i Beni Artistici  e Storici del Lazio (OA C 1200010527 ).