Riceviamo e volentieri pubblichiamo i primi “esperimenti” letterari di una giovane appassionata di Ruscio. Saremo lieti di pubblicare i primi scritti dei ragazzi di Ruscio, nella speranza di poterli accogliere, un giorno, all’interno della nostra Redazione.
L’acqua correva veloce nel suo piccolo letto, scrosciando e battendo contro i massi che ogni tanto incontrava lungo il suo impetuoso corso verso il mare, ed io con lei.
Ero acqua, ero fiume, ero fresca corrente giovane e desiderosa di sentire l’ebbrezza di quella immensa distesa blu.
La mia sorgente era lì vicino.
Scendevo, correndo veloce e trasportando tutto con me.
Giocavo con i pesci e mi divertivo tantissimo a lasciarmi trasportare dalle rapide.
Scrutavo le conchiglie e i sassolini adagiati sul fondo e li trascinavo via con me.
Ogni tanto, quando ero di buon umore, scherzavo bagnando e schizzando gli animali che si accostavano alle mie rive per bere e rinfrescarsi nelle giornate più calde.
In fondo, la mia era una vita spensierata e felice, ma solitaria. Correndo mi capitava di incontrare persone o animali, ma solo per un attimo, poi correvo via, via lontano e mi confondeva lo scrosciare dell’acqua fino a dimenticare con la sua dolce musica quei timidi incontri.
E venne l’estate impetuosa e sfacciata; con i suoi profumi provocanti turbava la mia quiete e stuzzicava la curiosità del mio essere. Non c’era più il tempo per pensare, tutto era in rapido cambiamento, nulla era come prima. Mi ero illusa di conoscere tutto del mio percorso, ma non mi dispiaceva avventurarmi nella nuova realtà.
Un giorno mi capitò di passare per una valle; vidi una famiglia: la madre e il padre parlavano, mentre due ragazzi giocavano nelle vicinanze della sponda.
Il maggiore saltò su un sasso, poi su un altro e così via finchè non raggiunse l’altra sponda.
Il più piccolo, che aveva assistito alla scena, saltò su un sasso poi udì la madre che lo chiamava, ma ormai era a metà strada, saltò ancora in direzione del fratello, poi scivolò e io lo avvolsi.
Mai dimenticherò quel viso,quei grandi occhi blu che mi fissavano e, per un magico attimo, i nostri sguardi si incrociarono. In quell’istante meraviglioso scrutai in quel blu notte e vidi vita, sogni e speranze, le stesse che lui scorse nei miei occhi.
Di colpo fermai per la prima volta il mio corso, una mano prese il braccio di quel ragazzo e lo tirò fuori.
Gli anni sono passati, ma né la dolce canzone dell’acqua, né la fresca ebbrezza marina hanno sbiadito quel blu notte che mi è rimasto ancora negli occhi.