Bioagricoltura, programma agroambientale, agricoltura sostenibile sono parole di moda che si sentono sempre piu’ frequentemente e significano semplicemente agricoltura naturale e prodotti genuini nel rispetto dell’ambiente.
Cosi’ il tema non poteva non interessare gli agricoltori delle nostre parti che sempre hanno seguito metodi naturali sia nella lavorazione della terra (quali la rotazione delle colture o "vicenda") che nella preparazione dei prodotti agricoli.
Lo sanno bene i consumatori che tradizionalmente cercano nelle vallate e montagne il buon formaggio, l’abbacchio saporito, i sa lumi e i prosciutti squisiti, senza dimenticare il farro, il miele, la lenticchia e i tartufi.
Riguardo poi alle tecniche agricole, i diserbanti chimici pericolosi per l’ambiente sono da noi praticamente sconosciuti: anche le aziende estensive piu’ grandi non ne hanno fatto quasi mai uso, in questo favoriti in parte dal clima che rallenta lo sviluppo delle infestanti; anche i concimi fosforici ed azotati sono stati usati sempre assai moderatamente.
Percio’ e’ naturale che le iniziative della Comunita’ Europea, tramite la regione Umbria, per la promozione di questo tipo di agricoltura, in specie l’intervento per la "Introduzione e/o il mantenimento dei metodi dell’agricoltura biologica", abbiano avuto successo dalle nostre parti.
Nel nostro comune di Monteleone infatti, gia’ numerose aziende (cito Nicola Giovannetti al casale Ferone, Romano Giovannetti alla Miniera, Pierina di Crescenzio al Colle Capitano, i Pasquali a Nempe, Cicchetti Renato al Casale di Ruscio, oltre l’azienda Peroni nella vallata del Corno e del Volga) sono in regime biologico o in periodo di conversione, essendo state giudicate idonee dai competenti enti.
La Comunita’ corrisponde un premio in ECU (unita’ di conto europea) differente a seconda del tipo di coltura e se il terreno sia o no all’interno del parco regionale Coscerno-Aspra; gli obblighi per i produttori consistono nell’impiego di tecniche e sostanze naturali ammesse; inoltre al produttore e’ consentito di fregiarsi del marchio: prodotto da agricoltura biologica.
Con piacere sottolineo che Ruscio, piccolo ma vitale centro, anche questa volta e’ stato pronto a seguire le buone novita’.
Cosi’ lo fu all’inizio della meccanizzazione agricola, voglio ricordare con una foto d’archivio la trattrice Massey-Harris di mio padre nel primo dopoguerra (era manovrata dal mitico Angelo Perleonardi "Capodiferro"). Ancor piu’ lo e’ stato nel secondo dopoguerra con la grande diffusione di trattori e macchine operatrici (si dice che a Ruscio attualmente, almeno d’inverno vi siano piu’ trattori che persone!). Esso e’ stato altresi’ il primo paese delle nostre montagne ad usare le tecniche della mietitrebbiatura negli anni ’60 ed oggi in agosto i villeggianti incontrano numerosi "mostri rossi" condotti da paesani lungo le strade verso i campi.
I nostri prodotti di montagna in belle confezioni, si vendono addirittura nei supermercati di Roma (ricordate quando il farro si poteva trovare solo a piazza della Rotonda!).
Da ultimo un invito a tutti noi a salvaguardare e a non sporcare il nostro ambiente e in ispecie la bella campagna che ancora, e speriamo sempre, circonda il nostro amato Ruscio, ed un monito alle autorita’ locali a far rispettare le norme per una civile convivenza e a provvedere per lo smaltimento corretto dei rifiuti solidi e liquidi, altrimenti che biologico e’…!