Le mie radici non sono a Ruscio, ma frequento questo paese da così tanto tempo che ormai mi lega un sentimento di affezione e di piacere. Ho avuto quindi l’occasione di conoscere e apprezzare i legami che nel tempo si sono creati, nonché la voglia di impegno e partecipazione per rendere sempre più piacevole la permanenza e il riposo dai ritmi cittadini.
Per affinità culturale e per condivisione di intenti mi sono avvicinato, e poi iscritto, alla Pro-Ruscio, osservando prima, partecipando poi, nel limite delle mie possibilità e capacità, alle diverse attività di volta in volta messe in campo.
Sempre ho apprezzato lo spirito di servizio, la voglia di fare, di progettare, di porsi dei fini, in un’ottica volontaristica e gratuita, rubando spazi e tempi ai propri menage.
Come spesso accade, nel fare si compiono errori, si sbagliano valutazioni, e in un’associazione questo normalmente porta ad una attività di confronto, di critica, ma sempre in un’ottica di miglioramento e consolidamento della propria missione.
Nel contempo ho assistito in questi anni a tante feste organizzate per la ricorrenza della Madonna Addolorata; ho apprezzato lo spirito di abnegazione posto in essere dai vari santesi succedutesi nel tempo per organizzare nel migliore dei modi queste manifestazioni; ho visto anche anni in cui, per diverse circostanze, tale organizzazione è venuta meno, ma non la voglia comunque, anche nelle ristrettezze, di mantenere viva questa tradizione.
Insomma il paese mi ha mostrato in tutti questi anni molte sfaccettature, ma sempre mi è parso di cogliere un senso comune di appartenenza, che aiutava a superare di volta in volta eventuali incomprensioni e polemiche.
Anche, e in virtù di tutto questo, spero che l’episodio di quest’estate, con le ingiustificate e pretestuose critiche alla Pro-Ruscio, i modi e gli atteggiamenti con cui esse si sono manifestate, possa essere considerato come un assestamento fisiologico dopo momenti di trasformazione, e che si possa rientrare nell’alveo di un confronto più civile e soprattutto più costruttivo.
E’ vero che oggi nessun paese può dirsi impermeabile a quanto succede nella società intorno, ma credo che Ruscio non abbia bisogno di frammentazione e parcellizzazione, ma di camminare unito nella diversità e nel rispetto.
Ognuno è chiamato a svolgere la propria funzione, senza coercizione, avendo ben presente che tante e diverse sono le sensibilità e gli interessi di coloro che a Ruscio vivono, e tutte sono meritevoli di accettazione senza prevaricazione o intolleranze.
A tutti coloro vanno garantiti spazi di espressione e di visibilità, in ultima analisi si tratta di declinare quel senso di civiltà e libertà che sempre ho sentito affermare nei vari discorsi ufficiali.
Ben venga quindi l’istituzione della Cappellania, che contribuirà a mantenere alta la tradizione della ricorrenza della Madonna Addolorata, e che rappresenterà certamente un valido interlocutore per far si che a Ruscio possa ricrearsi quel clima di aggregazione, partecipazione e coesione che negli ultimi tempi ha mostrato qualche crepa.
Come istituzione porterà nuove idee, nuovo entusiasmo, ma spero sempre mantenendo quel rispetto e quell’equilibrio necessari per far coesistere una collettività.
Alla Pro-Ruscio, la cui manifestazione della ricorrenza dei 40 anni ha mostrato, nella sua semplicità ma profondità emotiva, quali siano i motivi dello stare insieme e insieme progredire verso un futuro di dignità e di appartenenza, il compito di mantenere alti quei principi e quei valori iscritti nella carta costitutiva, aprendosi a nuovi apporti e prospettive, ma consapevole di rappresentare comunque il senso più ampio di costruzione e conservazione dell’identità della comunità.