Con il tempo si è consolidato il termine “muretto” per indicare qualsiasi punto d’incontro e di aggregazione di persone .
Il “muretto” di Milano è un luogo storico della cultura hip hop in questa città. Negli anni 90 è stato un luogo di ritrovo per coloro che si avvicinavano a questa cultura tribale , rinata in seno alla civiltà mercantile- industriale in cui viviamo; hanno usato “il muretto” come luogo di aggregazione informale e laboratorio artistico-culturale fin dai primi anni 90.
La Fontana del Nettuno e le catene a poche distanza sono il "muretto" delle generazioni di Bologna. "Ci troviamo al Nettuno", è l’indirizzo di incontro di centinaia di migliaia di studenti.
Con il termine “il muretto” si è chiamata la famosa discoteca di Jesolo a sottolineare il punto di aggregazione dei giovani.
A Roma ogni quartiere aveva il suo “muretto”, punto d’incontro e di aggregazione dei più giovani.
Ce n’era uno anche in Prati dove da giovane mi incontravo con gli amici; ci si incontrava senza appuntamento, dato che non c’erano cellulari per tenersi in contatto. Ma non ce n’era nemmeno bisogno. Bastava che uscivi di casa, raggiungevi il muretto sicuro che avresti trovato qualcuno del gruppo ad aspettarti.
Anche Ruscio ha il suo “muretto”: quello del campetto che inizialmente era l’unico posto per sedersi riservato agli anziani per assistere alle partite di calcio organizzate dalla Pro Ruscio tra i più giovani (le gradinate per il pubblico verranno realizzate più tardi grazie alla insostituibile attività di Angelo Peroni che aveva fatto del suo “campetto” la sua ragione di vita).
La Tribuna "Autorità" (foto Laura Perelli 23/08/2013)
Il muretto negli anni, soprattutto in agosto, è diventato un punto d’incontro tra le persone che, dopo un anno trascorso al lavoro, si ritrovano in vacanza a Ruscio per scambiarsi in serenità i saluti e per animare le giornate con le varie discussioni tra romanisti e laziali o tra giocatori di scopone o tra i tanti cercatori di funghi o per commentare in genere l’andamento della vacanza rusciara.
È bello rivedere le diverse fotografie scattate nei vari anni e scoprire i “personaggi” di Ruscio che via via, con il passare degli anni, si sono avvicendati al “muretto” del campetto: è una vera e propria carrellata di immagini di vita rusciara!
D’altra parte l’idea che i rusciari s’incontrassero in un punto del paese, al termine delle fatiche quotidiane, per parlare era già stata evidenziata in un bellissimo articolo dell’indimenticato Osvaldo Perelli, riportato nella Barrozza, dal titolo "A lu travu de Luigione" (anticipazione del “muretto”), che vi invito a rileggere e di cui mi piace riportare ora la parte iniziale:
“Là dove ora c’è una fiammante panchina della pro-Loco, ai piedi degli scalini che portano all’abitazione di Benedetta, ma che un tempo era conosciuta come l’osteria di Luigione prima e di Jacone poi, c’era una volta un grosso trave che si prolungava con una tavola di legno fino ad unirsi agli scalini della casa di Palmetta.
In questo luogo di ritrovo convenivano ad una certa ora della tarda mattinata estiva alcuni personaggi della Ruscio agricola per scambiare quattro chiacchiere e godersi una pausa di fresco oltre a gustarsi un "quartucciu" di vino di Roccatamburro.
A noi ancora ragazzini piaceva ascoltare quei discorsi, quegli scambi di opinioni su futili motivi, alcune volte senza un fine preciso, pur tuttavia interessanti e appassionanti se rapportati a quel periodo, dove il cambiamento del tempo, un volo di uccelli, il passaggio degli animali dal pascolo o quello più raro di una vettura, creavano un’ atmosfera che sapeva di rustico ma originale per noi che venivamo a Ruscio per trascorrere le vacanze dai nonni.”
Finalmente il Comitato del campetto, nell’ambito delle diverse iniziative della Pro Ruscio per la manutenzione delle strutture (per tutte valga la verniciatura del campo da tennis), ha messo mano alla sistemazione del famoso “muretto” del campetto, divenuto inservibile per il suo deterioramento dovuto alle intemperie e al trascorrere degli anni, dando incarico alla abile maestria di Danilo per abbellirlo, realizzandolo in pietra, e per farlo ritornare funzionale quale sedile e punto di incontro degli anziani della Pro Ruscio.