Molte volte lavorando alla stesura di un numero della barrozza, tra fax, telefonate, floppy disk che viaggiano con pony express, corse a Fiumicino (dove ci aspetta puntuale Armando, il grafico impaginatore) ed a Torpignattara (dove ci aspetta – sempre all’ultimo minuto – il tipografo) ci siamo chiesti: "MA QUALCUNO, DOPO TANTA FATICA, LA LEGGERA’??!!??!!?? .
Ebbene questa volta abbiamo avuto la conferma che non solo qualcuno la legge ma vi pone anche particolare attenzione su tutto quello che vi è scritto!! Così, a seguito della pubblicazione sul numero di Natale 2001 dell’articolo di Osvaldo PERELLI intitolato “il mistero del casale Paione”, sono arrivate in redazione alcune interessanti precisazioni sul luogo, i personaggi ed i momenti storici raccontati dal nostro cronista.
Dopo le note di Isidoro PERONI, pubblicate nello scorso numero di Pasqua, Mario LOTTI (primo Presidente Onorario della Pro Ruscio, con una memoria sempre viva e lucida quando si parla del suo paese e dei tempi andati) ci tiene a precisare che l’ esproprio dell’immobile alla chiesa – voluto dallo stato italiano post unitario – gettò "un’ombra oscura" sul casale stesso (”VOCE POPULI"! l): ciò giustificò alcuni fatti luttuosi che vi accaddero nei tempi passati (la morte di Giovannino Salamandra, ad esempio).
Ma il casale viene anche ricordato quale luogo di delizie ….. per alcuni animali. Infatti fino ad alcuni decenni fa vi era una STAZIONE DI MONTA TAURINA e pare che vi esercitasse la "MONTA" un toro famoso e bellissimo chiamato "MAOMETTO", mentre un suo predecessore, tale "PIPPO" (di pura razza PERUGINA della famiglia CHIANINA) era talmente bizzoso che per portarlo ad abbeverare a Vorga era necessario guidarlo e sorvegliarlo a vista. .
Pare che le prodezze dei tori di Ruscio fossero ben note fuori i confini paesani e che tutte le mucche del Leonessano abbiano avuto il piacere di conoscerle dato che la Stazione di Monta serviva tutto il circondario.
E anche la "numerosa genia di Erasmo e Rita Reali" si è fatta sentire nella persona di Valeria REALI (figlia di Costantino: ci permettiamo di aggiungere: finalmente una “penna dai quartieri alti di Rusçio”!!!) che ha voluto svelarci il motivo del soprannome di "nonno ficaru" (peraltro ereditato da tutti i suoi discendenti, nipoti compresi).
L’appellativo – ci scrive – non è legato ai numerosi figli da lui generati, come facilmente si potrebbe azzardare, bensì da un aneddoto della sua infanzia. Si narra infatti che in quel periodo venisse a Ruscio un contadino da Ferentillo con un somarello carico di "bigonci" colmi di fichi da rivendere. Secondo il racconto di suo zio Elio, il rivenditore in questione non godeva di ottima vista e mentre pesava la mercanzia richiesta dalle donne accorse all’improvvisato mercatino, il nonno riusciva a sottrarre dalla stessa bilancia notevole quantità di fichi di cui pare fosse particolarmente goloso. II gesto ovviamente causava l’ilarità dei presenti che soprannominarono subito nonno Erasmo "FICARU".
Non possiamo che ringraziare ISIDORO, MARIO e VALERIA di queste piccole ma interessanti precisazioni che comunque concorrono a chiarire e far conoscere aspetti di Ruscio che fu e che ogni volta volentieri pubblichiamo.
Speriamo vivamente di non dover ricorrere ad errori (o sfondoni!!!) per sperare che qualcuno ci scriva qualcosa!!!!.
Però, dopo tante precisazioni, dobbiamo dire che …il mistero del Casale Paione rimane intatto!!… il mistero di un nome così strano non siamo ancora riusciti a svelarlo.