Il racconto degli agenti che hanno fermato lo sciacallo di Amatrice
"Ad insospettirci è stato anche il fatto che indossasse una pettorina con scritto security e che con se avesse un grosso sasso oltre a un borsone"
I carabinieri del comando provinciale di Rieti, dopo aver arrestato lo sciacallo di Amatrice, un pluripregiudicato napoletano di 45 anni, hanno raccontato l’episodio.
" Mentre transitavamo in auto per la frazione di Retrosi, vicino Amatrice, io e il mio collega, l’appuntato scelto Gianni Reali, abbiamo notato un uomo che armeggiava con un cacciavite nei pressi del portone di legno di un’abitazione" – racconta il maresciallo Mauro Margarito, comandante della stazione di Leonessa.
" Siamo scesi dal mezzo. Io indossavo la pettorina dei carabinieri. Abbiamo intimato l’alt e lui è fuggito", prosegue il racconto il maresciallo, " Lo abbiamo rincorso e raggiunto e, mentre tentavamo di immobilizzarlo, ci ha offerto resistenza. Ne è nata una colluttazione. Siamo finiti tutti e tre a terra. Il caso ha voluto che in quell’istante passasse una pattuglia di colleghi del 7° reggimento Laives che ci ha aiutati ad ammanettarlo".
" L’uomo è stato poi condotto presso il carcere di Rieti con l’accusa di rapina impropria e lesioni" – aggiunge il capitano Emanuela Cervellera, comandante della compagnia di Città Ducale, dipendente dal comando provinciale di Rieti, che ha la competenza sulla zone di Amatrice ed Accumuli – " Il maresciallo ha infatti riportato una distorsione dell’avambraccio sinistro, mentre l’appuntato scelto una ferita da taglio all’indice della mano destra e una contusione al gomito".
" L’uomo ci ha minacciato dicendo che ci avrebbe denunciati perché quello che avevamo visto non corrispondeva al vero" – racconta ancora il maresciallo Margarito – " Ad insospettirci è stato anche il fatto che indossasse una pettorina con scritto security e che con se avesse un grosso sasso oltre a un borsone. In tasca aveva un verbale di accertamento di violazione di 38 euro effettuato sul treno da Napoli a Roma in quanto non aveva pagato il biglietto, datato 24 agosto, il giorno del sisma. In un primo momento si è giustificato dicendo che era un soccorritore, ma ho comandato la stazione di Amatrice per due anni e mezzo e conosco tutta la gente del posto. Se fosse stato di lì lo avrei riconosciuto. Tra l’altro la mattina era stato già notato mentre cercava di oltrepassare i varchi di accesso alla città dicendo di essere un volontario".
" La prevenzione dei furti fa già parte dei nostri compiti quotidiani" – assicura il capitano Cervellera – " Tranquillizzare la gente rappresenta un aiuto psicologico. Hanno lasciato tutte le loro cose all’improvviso ed è nostro compito farle loro ritrovare"