Ricordo che eravamo negli anni ’50, bardasci, munellitti, regazzini, o come si dice all’inglese “teenager”, e con i cugini Renato e Giulio e altri coetanei in villeggiatura a Ruscio volevamo costituire (ispirandosi al “Vittorioso” giornalino cattolico a fumetti (dove disegnava il celebre Jacovitti “lisca di pesce”) il Grest di Ruscio.
Opera di Ifigenia Salamandra (collezione Isidoro Peroni)
Grest è acronimo per GRuppo ESTivo e sono andato su internet, che ormai è un pozzo inesauribile di notizie (vere o fasulle!), a cercare “ grest ” temendo di non trovare nulla e invece ecco qua : i grest esistono in quasi tutte le parrocchie ed oratori ancora oggi :- Negli anni 50 nasce per iniziativa dell’Azione Cattolica il Grest (gruppo estivo) al motto “D’estate non si chiude” con le Olimpiadi VITT –
La signora Ifigenia, moglie di Nicola Salamandra, che tra le altre numerose qualità era anche pittrice, su mia richiesta, mi dipinse il gagliardetto con la scritta GREST – RUSCIO ed uno scudo fra due spade di legno con la Croce e la M di Maria in campo giallo e rosso ma su stoffa azzurra per non fare torto a nessuno!
Il gagliardetto è conservato gelosamente nel mio piccolo archivio storico. Ifigenia nel 1950 dipinse anche il palio per il vincitore della corsa dei cavalli il giorno della festa sulla strada Romana (allora si poteva!). [I.Peroni, Il cavallo a Ruscio in La Barrozza, Estate 1997 anno VI n. 2]
Tornando al Grest, sfacciatamente chiedemmo al caro Don Sestilio di ospitarci con una capanna a mò di sede nel celebre “ Orto di Don Sestilio”, ora noto come “il campetto”. Don Sestilio custodiva e coltivava gelosamente l’orto con verdi insalate, fagiolini e rossi pomodori che temeva noi monelli avremmo rovinato. Così non se ne fece nulla, ma è curioso notare che proprio lì è nato anni dopo il campetto sportivo, madre di tutte le attività della Pro Ruscio e delle Rusciadi!
Il GREST di Ruscio (coll. I. Peroni)
Vi mostro il gagliardetto, insieme ad un piccolo dipinto della “maestra” Ifigenia.
Sempre in quegli anni, come precursore della “Barrozza”, scrivevamo un giornalino più che artigianale che si chiamava “il Gazzettino di Ruscio – che non si fa mai i c…. suoi” che scherzava sugli amori estivi di noi ragazzi ed altre amenità ma non ne ho finora ritrovato traccia se non nella nostra memoria.
Un altra attività era quella, sempre ultra dilettantistica di filodrammatica, sotto la regia di Anna Peroni di Augusto, che si svolgeva o nel “giardino” o sulla spiazzetta di Pocusale in piazza Garibaldi. Ricordo una recita con un diavolo, che appariva in scena tra scoppiettii, che avendo strappati i pantaloni di carta rossi li avevamo sostituiti con un paio verdi, cambiando ovviamente il titolo in “Il diavolo dai calzoni verdi”.