Caccia ai Santi

By proruscio

Presentiamo un approfondito studio, condotto con esperienza e passione, dall’amico Agostino Lucidi, del CEDRAV, stimolato, sulla questione, da Isidoro Peroni.
Lo studio, basato su l’agiografia classica ed su esperienze e confronti, fornisce una attendibile attribuzione dei nostri Santi protettori dipinti nella chiesa dell’Addolorata.
Tale attribuzione è in parte differente dalle altre precedenti: una dei restauratori delle due tele sugli altari laterali per conto di Angelo Colapicchioni, di cui possiamo leggere sulle tabelle descrittive presenti in chiesa,  l’altra, formulata da Isidoro Peroni e pubblicata sul IV Quaderno di Ruscio La festa della Madonna Addolorata, anno 2009, cui rimandiamo per ulteriori informazioni e corredo iconografico.
—————————————————————
La chiesa della Madonna Addolorata  di  Ruscio  conserva al suo interno alcuni dipinti:
Pala d’altare della Madonna Addolorata;
Quadro d’altare della Madonna Addolorata;
Quadretto della cimasa dell’altare maggiore;
Affreschi dei due Santi ai lati dell’altare maggiore;
Tele conservate nel presbiterio;
Pala dell’altare laterale destro;
Pala dell’altare laterale sinistro.

1) La prima pala d’altare realizzata per la chiesa della Madonna Addolorata è quasi sicuramente quella restaurata di recente, che un tempo si trovava sopra l’altare maggiore, infatti essa risale probabilmente alla prima metà del secolo XVIII e fu commissionata dal fondatore della chiesa, Don Biagio Peroni, come si evince anche dallo stemma di famiglia del prelato, che si trova in basso a destra, e raffigura un albero di pere.

Nella pala è raffigurata la Madonna trafitta da spada nell’atto di pregare per alcune anime sante del Purgatorio, per la cui intercessione un angelo ne sta portando una verso il cielo.

2) L’altra grande tela, oggi sistemata  nella parete destra del presbiterio sicuramente di un’epoca coeva o successiva, comunque di un pittore meno raffinato, è circondata da una buona cornice di legno e raffigura la Madonna  Addolorata trafitta da sette spade con ai lati un santo vescovo e martire, come si vede dalle insegne e dalla palma, forse Sant’Erasmo, protettore della vicina Trivio, e San Luigi Gonzaga riconoscibile dalla giovane età, dal vestito da religioso, dal giglio e dalla corona ducale di Mantova a cui aveva rinunciato per prendere i voti, sempre nell’atto di implorare Dio per la salvezza delle anime sante del Purgatorio, una delle quali è tratta fuori dalle fiamme da un angelo, ed è stata precedentemente nella sagrestia, come è riportato nell’inventario del 1886 .

3) L’altare attuale sistemato al centro del presbiterio proviene dalla chiesa di San Francesco di Monteleone ed è stato restaurato per essere sistemato nella chiesa dopo che la stessa aveva subito ingenti danni con il terremoto del 1979, mentre quello esistente in muratura con colonne ed angeli, nello stesso stile dei due altari laterali, è stato demolito insieme al muro che divideva la chiesa dalla sagrestia, per ampliare la chiesa; il restauro ha interessato anche il paliotto che si trova in basso e la piccola tela della cimasa dove è raffigurata la morte di San Giuseppe su di un letto tra la Madonna e Gesù Cristo in preghiera.

4) I due santi che si trovano ai lati dell’altare maggiore sono due dipinti che si sono salvati dalla precedente sistemazione del presbiterio e raffigurano i Santi Filippo Benizi ed Emidio, il primo morto a Todi ed appartenente ai Servi di Maria è riconoscibile dal vestito da religioso dell’Ordine e dal pastorale e dalla tiara pontificia come rinuncia ai titoli che gli erano stati offerti, mentre il secondo è riconoscibile per le insegne da vescovo ed in quanto posto a protezione della chiesa della Madonna Addolorata, fondata poco dopo il terribile terremoto del 1703, che causò numerose vittime e distruzioni.

 

Sembra poco probabile l’attribuzione fatta a Sant’Alfonso Maria de’ Liguori dato che viene sempre ritratto da anziano, in abiti vescovili o almeno con la croce pettorale, inoltre egli è stato fatto santo nel 1839, una data che mi sembra successiva alla realizzazione dell’opera. [ndr Per l’attribuzione a Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, da parte di Isidoro Peroni , vedi il VI Quaderno di Ruscio, La festa della Madonna Addolorata, anno 2009, pag. 22].

5) Nella parete sinistra del presbiterio sono appese due tele che raffigurano l’ultima cena di Gesù con gli apostoli e la Resurrezione; anch’esse appartengono al secolo XVIII e forse furono commissionate dal parroco del tempo per usarle durante il periodo pasquale; infatti ancora oggi si usa fare in occasione del giovedì santo il “sepolcro”, ossia la solenne riposizione dell’eucaristia in un altare laterale adorno di fiori, lumi e immagini attinenti l’eucaristia ed il quadro dell’ultima cena forse veniva utilizzato proprio in quell’occasione, mentre quello della Resurrezione si esponeva per la Pasqua sino all’Ascensione, come è ancora in uso oggi in diverse chiese che seguono alla lettera la liturgia.

6) Nella pala dell’altare laterale destro, recentemente restaurata, si trovano quattro santi con gli sguardi rivolti verso il cielo che sono stati identificati come San Giuseppe, la Madonna, San Pietro e Santa Maria Maddalena; su San Giuseppe e la Maddalena non ci sono dubbi, in quanto il bastone fiorito e il vaso degli unguenti sono due classici motivi iconografici dei due santi, per quanto riguarda invece gli altri due sembra molto strano che la Madonna sia raffigurata al pari degli altri, in quanto occupa sempre un posto di rilievo ad eccezione della Crocifissione, ma può anche essere, mentre l’altro ha come segno di riconoscimento solo un bastone che di solito identifica San Giacomo, mentre niente lascia supporre che sia il principe degli apostoli che di solito porta le chiavi.

 [ndr. Sia la pala d’alare destra che sinistra, vedi di seguito, furono attribuite al pittore Paolo Antonio Mattei, la cui biografia riportiamo a lato, da Omero Sabatini, il restauratore che curo’ per conto di Angelo Colapicchioni, nel 2001, il recupero di entrambe le tele]

7) I santi raffigurati nel quadro dell’altare laterale sinistro sono stati invece identificati come San Ponziano, San Biagio, Sant’Antonio Abate e San Rocco, sui primi tre forse possiamo essere d’accordo in quanto San Ponziano all’epoca aveva già assunto la figura di patrono principale di Spoleto e quindi della diocesi, inoltre era venerato a protezione dei terremoti e veste come un soldato romano, San Biagio è vestito da vescovo e credo abbia il cardo per la lana e poi era sicuramente il santo tutelare del fondatore che si chiamava don Biagio Peroni, Sant’Antonio Abate è vestito con abiti vescovili, ma la presenza del maiale ai piedi e del campanello lo identifica molto bene, mentre l’ultimo dovrebbe essere San Vito, in quanto non ha la piaga per identificarlo come San Rocco e la presenza del cane che può aver causato l’errore sta a testimoniare la sua protezione contro i morsi e l’idrofobia.

 [ndr. Per l’attribuzione a San Rocco, da parte di Isidoro Peroni , vedi il VI Quaderno di Ruscio, La festa della Madonna Addolorata, anno 2009, pag. 23]