Caro Gino,
o meglio, Caro Monsignore Gino Reali, Vescovo di Porto-SantaRufina. E’ questo il titolo che la gerarchia ecclesiastica ti ha conferito e l’appellativo con il quale ti dovremo chiamare.
Eppure, caro Gino, sapessi quanto e’ difficile rivolgerci a te con questa qualifica altisonante!
Sapessi come puo’ sembrare strano, specie per chi ti ha visto crescere e ha seguito tutta la tua luminosa carriera sacerdotale, parlare ad un compaesano con tale doverosa deferenza!
Per noi sei e rimarrai Gino, quel piccolo bambino di Ruscio che gia’ nei giochi infantili esternava la propria vocazione, illuminata da un fede che solo chi crede puo’ capire fino in fondo.
Quanti momenti di commozione sincera ci hai fatto vivere! Non potremo mai dimenticare quel giorno del lontano 1971 quando hai celebrato la tua prima messa di fronte a tutto il tuo paese. Nel prato, di fronte alla casa dove eri nato, ci siamo tutti ritrovati intorno ad un giovane che dopo anni di seminario e di studi riusciva finalmente a coronare il proprio desiderio: rendersi pastore di anime e dedicare la propria vita a Dio, predicando la parola del Figlio, Cristo Gesu’ .
Quel giorno c’erano proprio tutti, grandi e piccoli e tra tutti Don Sestilio era il piu’ commosso. Il nostro vecchio parroco fu forse il primo ad accorgersi della tua vocazione e ti instrado’ su quella via che oggi ti ha portato a tanti onori.
Su suo consiglio ti regalammo una FIAT 500 perche’ ben sapeva la strada che avresti dovutopercorrere in lungo e in largo per svolgere la tua missione.
Quella strada che lui, semplice e vecchio "curato" di montagna, percorreva a dorso di un somaro.
Strade e chilometri che ti hanno portato lontano, negli studi, nella preparazione teologica, nell’ approccio umano, facendoti diventare parroco di tante semplici e piccole realta’ rurali, ma anche fido collaboratore di tutti i responsabili apostolici délla nostra zona.
Eppure non ti sei mai dimenticato dei tuoi paesani e dei tuoi parenti e, pur tra mille impegni, ti abbiamo sempre ritrovato ai nostri battesimi, comunioni, matrimoni e funerali. Allo stesso modo ti sei sempre ricordato di tornare a celebrare la processione della Madonna Addolorata, patrona del nostro paese, per pregare in quella chiesa che avra’ sicuramente avuto un significato profondo nella tua vita, per le scelte che hai fatto, per i valori perseverati nel tempo.
Domenica 7 Aprile ci hai fatto vivere un altro momento di profonda commozione e gioia, mista ad orgoglio, che rimarra’ per sempre nella nostra memoria e nei nostri cuori. Non si poteva rimanere indifferenti nel vedere la bellissima piazza e il maestoso Duomo di Spoleto traboccanti di folla, autorità civili, alti prelati, persone di fede o meno, che si sono radunate intorno ad una persona conosciuta, amata e rispettata. E tu, tra tanti, eri il piu’ piccolo e ilpiu’ intimorito, non avvezzo a tanta pompa e solennità. Per questo siamo sicuri che nella tua nuova ed importante veste continuerai a svolgere il tuo magistero con quella semplicita’ e purezza di cuore che ti ha sempre contraddistinto e che ti ha fatto amare da chi crede e no. Come il tuo papa’ che un tempo guidava quel gregge di pecore tra i sentieri ed i prati mera vigliosi delle nostre montagne, oggi tu guiderai una grande ed importante diocesi alle porte della capitale della Cristianita’. Quel bastone dorato, che sara’ il simbolo del tuo nuovo incarico, non sara’ dissimile dal bastone di legno del pastore di un tempo, e ti aiutera’ a raccogliere ed indirizzare verso il Verbo greggi di nuovi fedeli che ti conosceranno, apprezzeranno ed ameranno come tu amerai loro.
I tuoi paesani