“[…] La vecchia associazione della "Madonna Addolorata" di Ruscio si era pian piano estinta dopo aver tanto bene operato, riuscendo ad elevare a "Parrocchia di Ruscio" la "Cappellania" di Monteleone in Ruscio e contribuire fortemente alla costruzione del campanile. Fondatori ed animatori dell’Associazione erano Biagio, Mario Peroni, Gaetano Belli, Mariano Vannozzi, io ed altri.
Nata la Pro Loco di Monteleone alcuni di noi (ma non molti), aderirono a questa nuova realtà ma questa adesione durò poco e scontenti della condotta della Pro Monteleone nei confronti di Ruscio, cominciammo a riunirci per vedere il da farsi per rimediare a questa situazione.
Mi ricordo che la prima informale riunione la tenemmo in un ristorante vicino a Piazza Mazzini; eravamo in pochi: ricordo Gaetano Belli, Mariano Vannozzi, Simone Angelini, Leonello Di Domenico, Cicchetti Costantino, Guerino Perelli ed altri.
Eravamo pochi ma arrabbiati, aizzati anche da Angelo Ciampini che, benché di Monteleone, appoggiava le nostre rimostranze. Decidemmo di interpellare e coinvolgere più compaesani per maggior consiglio.
Così il 29 ottobre 1967 in ventinove dopo lunga e tempestosa riunione decidemmo di staccarci dalla Pro Loco di Monteleone e fondare una nostra Pro Loco di Ruscio. …I primi anni non furono facili anzi direi difficilissimi […]”
Con le parole del primo Presidente della Pro Ruscio, Mario Lotti – che rievocava i nostri primi passi, apprestandosi a festeggiare il venticinquesimo anno dalla fondazione – inizia l’undicesimo Quaderno di Ruscio, dedicato agli uomini e alle donne che fecero la Pro Ruscio (in distribuzione ad Agosto) — riprendendo il titolo di un bell’articolo di Osvaldo Perelli — ai quali dobbiamo la nostra riconoscenza per aver messo il primo seme della pianta della Pro Ruscio, mezzo secolo orsono.
Gia’, perche’ proprio cinquanta anni sono stati necessari per realizzare quanto potete ammirare a Ruscio. E non parliamo solo di opere tangibili (che pure sarebbero tante e da molti altri paesi simili al nostro invidiate): Campetto, Parco, Asilo, panchine, illuminazione…., ma anche e soprattutto di quelle, per cosi’ dire, immateriali. E qui una semplice enumerazione non e’ sufficiente. Qui e’ necessario, e senza modestia, affermare che Ruscio, senza la Pro Ruscio non sarebbe cosi’ come e’.
Certo le strutture sono importanti, ma i rapporti di amicizia, vicinanza e solidarieta’ che, con il passare del tempo e nel susseguirsi delle generazioni, si tramandano di padre in figlio, sono il vero patrimonio di Ruscio e della nostra Associazione.
Quel filo rosso che congiunge i Rusciari che, volontariamente o meno, hanno dovuto lasciare il proprio paese, e poi i loro figli e nipoti a questo piccolo pezzetto di terra umbra, rappresenta il futuro di Ruscio.
Questo quadrimestrale, le cene sociali, il sito e il profilo facebook (per i piu’ giovani) rappresentano il legame con Ruscio e gli altri innamorati di Ruscio. Oggi si direbbe che la Pro Ruscio ha creato una “rete” di conoscenze e rapporti che, consentiteci il paragone, ha sostituito il torpedone che, negli anni 60 (del secolo scorso) partiva da Roma alla volta di Ruscio per permettere ai “romani” di partecipare alla festa, allora settembrina, della Madonna Addolorata.
Preparatevi a festeggiare, ovviamente insieme, i primi cinquanta anni della nostra Associazione: nostra perche’ dentro (proprio come un ingrediente in una torta), c’e’ qualcosa di ciascuno di noi.
Avrete certamente tolto un sasso dal terreno del Campetto, o innaffiato un albero del Parco, o tenuto una scala per montare un festone, o pulito la piazza dopo una cena sociale o scritto un articolo per “La Barrozza”, o verniciata una panchina…
Bene, allora il Campetto, il Parco, la festa, la cena sociale, “La Barrozza”, la panchina… ha dentro qualcosa di voi.