Durante questo anno scolastico 2014-2015 era stato proposto ai ragazzi della pluriclasse II-III della scuola di Monteleone di Spoleto di partecipare al concorso; la nostra "squadra" di cronisti era composta da:
II media: Cioccolini Francesco, Durastanti Domenico, Giovannetti Gabriele, Moretti Mattia, Tancredi Corinne
III media: Bonanno Flavio, D’Amico Federica, Perleonardi Francesca, Perleonardi Marco, Rauco Eufranio
L’impegno assunto al momento dell’iscrizione era di preparare una intera pagina di quotidiano: un articolo di cronaca, un secondo articolo di approfondimento, un terzo articolo con le interviste.
La prima fase è stata quella di individuare l’argomento intorno al quale gli studenti si sarebbero cimentati nel corso dei mesi successivi: bisognava muoversi in tempo, anche perché la data di pubblicazione è stata assegnata per sorteggio alle diverse scuole ed è stata comunicata poco prima delle vacanze di Natale, ma la prima "uscita" era prevista per metà gennaio!
Non è stato facile trovare un accordo: negli anni precedenti si era già parlato della biga di Monteleone, dei giochi fatti dai giovani in montagna, dell’attività casearia praticata nelle zone del Comune… la proposta dell’insegnante si è dunque indirizzata sulla scuola, ma – all’inizio- non è stata accolta con eccessivo entusiasmo, anche se poi si è rivelata vincente.
La notizia di cronaca ci è stata fornita dalla chiusura della scuola per lavori di restauro e ammodernamento delle strutture e dal trasferimento, che dura ormai da oltre un anno, delle classi nella sede comunale.
L’articolo di approfondimento -realizzato anche grazie alla interessantissima lezione che ha tenuto gratuitamente l’architetto Carbonetti e alla collaborazione della professoressa Laura Bocchini- ha avuto come oggetto la storia del Palazzo Rotondi.
L’articolo con le interviste è stato preparato con cura, lavorando in modo sistematico ed è proprio questo che ha permesso maggiormente ai ragazzi di appassionarsi all’argomento, scoprendone l’interesse.
Gli alunni della Terza Media
Riportiamo qui di seguito quanto ha scritto in proposito l’alunna Federica D’Amico:
“Abbiamo intervistato ventisei persone, tra Monteleone, Ruscio, Trivio, Butino, Leonessa e Cascia.
A Trivio abbiamo contattato nove persone, a Monteleone dieci, a Ruscio quattro, a Leonessa tre e a Cascia una.
La persona più anziana che abbiamo intervistato è del 1928, invece la persona più giovane è del 1973.
Abbiamo capito che, da una parte, è meglio la scuola di oggi, ma da un’altra la scuola di un tempo.”
Certamente, questa ricerca ha qualche limite: essendo stata portata avanti da ragazzi che hanno tra i dodici e i quindici anni, non ha le caratteristiche della completezza tipica di un lavoro strutturato, ma -in fondo- il nostro scopo era quello di raccogliere abbastanza materiale per poter affrontare con cognizione di causa la stesura di un articolo.
Rimane comunque una "banca dati" importante per chi un giorno volesse occuparsi più approfonditamente della realtà scolastica di queste zone, ecco perché questo materiale ci è sembrato in qualche maniera "prezioso" e abbiamo pensato di consegnarlo alla custodia dell’Associazione Pro Ruscio, che tanto si spende per la conoscenza e la conservazione delle memorie locali.
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SCHEDA INTERVISTA N 18
Dati anagrafici della nostra fonte orale:
NOME, COGNOME, (eventuale) SOPRANNOME: Annalia Rosati.
DATA DI NASCITA: 27-07-1942
LUOGO DI PROVENIENZA: Santa Lucia.
Questionario
Andavi a scuola? Sì.
Dove? Andavo a Ruscio.
Fino a che età? Sono andata a scuola fino a 9 anni, ho finito in quarta elementare..
Come ti recavi a scuola? Andavo a scuola a piedi, anche d’inverno, quando faceva la neve e dovevo andare a scuola abbastanza lontano: erano quasi due chilometri in mezzo al freddo, anche se mia madre e le mie sorelle mi facevano guanti, sciarpe e cappelli. Il freddo passava comunque e quando tornavo a casa, nelle mani mi veniva l’ingennore (i geloni, n.d.r.). Mia madre, per farmelo passare, mi scaldava un grembiule sulla stufa e poi mi ci fasciava le mani.
A che ora partivi da casa? Partivo alle 7:15.
Cosa facevi prima di andare a scuola? Andavo ad accudire le vacche e poi andavo a scuola.
Quando e come svolgevi i compiti? I compiti li facevo quando andavo con le vacche al pascolo e a volte mi aiutavano le mie sorelle.
Ti piaceva andare a scuola? Sì, mi piaceva molto, ma con il fatto che avevo una fattoria non andavo sempre.
La maestra era del posto o veniva da fuori? C’erano maestre del posto e di fuori.
La maestra era severa? Le maestre erano molto severe. Mi ricordo che c’era un professore che veniva dalla bassa Italia ed era severissimo: dava le bacchettate, precisamente dieci se sbagliavamo. E la bacchetta dovevamo portarla noi. I nostri genitori erano molto contenti se c’erano professori severi, così era sicuro che avremmo imparato.
Come era la scuola? La nostra scuola, ai nostri tempi, era molto moderna: c’erano lavagne a gesso, i banchi erano un po’ rialzati avanti, così era più semplice scrivere. Le classi erano divise: prima, seconda e terza in una pluriclasse e quarta e quinta in un’altra pluriclasse..
Come erano i banchi, i libri, i quaderni e il materiale che utilizzavi a scuola? I libri erano come quelli di oggi, con immagini colorate, titoli e tutto. Di quaderni, ce ne erano di molti tipi, ma io prendevo quello che costava meno. Le penne erano con l’inchiostro, precisamente erano pennini. Gli zaini sembravano di cartone e li dovevi portare a mano.
Ricordi un episodio significativo? Ricordo un episodio significativo con il maestro Ranocchia di Sicilia, che era molto severo e manesco. Infatti una volta a mio fratello Franco (anzi, non una, ma molte volte) gli dava gli schiaffi e gli faceva uscire il sangue dal naso. Un’altra volta, a una mia compagna aveva fatto infezione l’orecchino; lui le aveva dato uno schiaffo sull’orecchio e le aveva cominciato a sanguinare.
Data dell’intervista: 10/11/2014
Il responsabile dell’intervista: Francesca Perleonardi, Corinne Tancredi, Mattia Moretti, Marco Perleonardi, Eufranio Rauco