Venerdì 16 maggio a partire dalle ore 9.30, presso la Biblioteca comunale “G. Carducci” di Spoleto, si terrà il Convegno nazionale: "Prigionieri al lavoro.
Lo sfruttamento dei militari e dei civili internati nei campi di concentramento durante la II Guerra mondiale" organizzato dall’Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea in collaborazione con l’Iscop (Istituto di Storia Contemporanea della Provincia di Pesaro Urbino e l’Associazione Pro Ruscio, sotto il Patrocinio dell’Insmli (Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia) e del comune di Spoleto, con il sostegno dell’Unpli e della Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto.
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Ai lavori parteciperanno i massimi esperti del tema i quali si confronteranno sulla complessità della ricerca con particolare attenzione alla questione delle fonti; verranno presi in esame i casi dei prigionieri italiani detenuti nei campi di concentramento in Gran Bretagna, Stati Uniti, Germania, e di quelli dell’esercito Alleato rinchiusi nei campi in Italia, con specifico riferimento alla situazione in Umbria. La novità sta nella prospettiva particolare richiesta ai Relatori; terminata la fase del censimento dei campi presenti nei territori delle rispettive nazioni, è tempo che la storiografia s’interroghi sul ruolo che lo sfruttamento dei lavoro coatto ebbe nell’economia di guerra degli Stati belligeranti.
Il Convegno persegue inoltre l’intento, non secondario, di restituire dignità storica ai sacrifici e alle sofferenze di migliaia di militari italiani, i così detti IMI, internati nei campi di lavoro tedeschi dopo l’8 settembre 1943, molti dei quali offrirono in condizioni estreme un contributo significativo alla Resistenza.
Perche’ una Associazione Pro Loco, per di piu’ di una piccola frazione (che conta circa100 abitanti), sita del Comune di Monteleone di Spoleto ai confini con il Lazio, ritiene importante partecipare all’organizzazione di una Giornata di Studi, cosi’ apparentemente lontana dai propri scopi statutari?
"E’ appena trascorso un anno da quando, in collaborazione con l’ISUC, grazie al lavoro del Prof. Dino REnato Nardelli, abbiamo riscoperto l’esistenza di un Campo di Prigionia a pochi centinaia di metri dalle abitazioni del nostro Ruscio. – risponde il Presidente della Pro Ruscio, Vittorio Ottaviani – Ci sembrava quasi impossibile aver, non solo avuto vicino a noi un luogo di detenzione di civili, ma, soprattutto, aver completamente rimosso per settanta anni, questo nostro "pezzo" di storia. L’edizione, lo scorso anno, appunto, di un libro che ha trattato proprio la storia del "nostro" Campo 117, e l’organizzazione di un Seminario di Studi sul tema "Lavoro obbligatorio in Umbria (1942-1943) – Il caso del campo per prigionieri di guerra di Ruscio", ha colmato questo vuoto di memoria."
"Essere Pro Loco e’ anche questo – continua Ottaviani – guardare al nostro passato, anche quello meno piacevole, per ricreare una memoria collettiva del nostro Paese, grande o piccolo che sia, che ci permetta, poi, di creare un futuro degno di essere vissuto, proprio nel nostro Paese, grande o piccolo che sia. Siamo certi che, collaborando ad eventi importanti come questa Giornata di Studi, ovviamente rispettando ciascuno i propri ruoli – la pro loco come "stimolatore" della memoria del territorio, lo storico quale professionista scientifico, in grado di coniugare correttamente la Storia con le testimonianza e le piccole storie individuali – si possa degnamente ricostruire la storia dei nostri luoghi e, in questo caso, celebrare degnamente la ricorrenza del 70° della Resistenza".