Sottoponiamo alla attenzione dei lettori de "La Barrozza" e frequentatori del sito la triste questione dello spopolamento della Valnerina.
Invitiamo tutti ad una riflessione e a voler inviare a info@proruscio.it le vostre impressioni e suggerimenti, anche il relazione alle possibili azioni che possano essere intraprese dalla Pro Ruscio, in particolare, e dalle Associazioni di Volontariato del territorio in generale.
COMUNE POGGIODOMO VICINO CRACK FINANZIARIO, SINDACO SPADA CHIEDE ACCORPAMENTO CON ALTRI COMUNI
Drammatica audizione in I^ Commissione sulle disastrose condizioni del comune della Valnerina.
Valnerina – 16/09/2010 19:25 da www.tuttoggi.info
La Prima Commissione del Consiglio regionale, presieduta da Oliviero Dottorini, ha sentito oggi il sindaco del Comune di Poggiodomo, accogliendo la richiesta del primo cittadino di essere ricevuto. Egildo Spada ha illustrato ai consiglieri la drammatica situazione finanziaria in cui versano le casse dell’Amministrazione comunale, il cui bilancio ammonta a 350 mila euro annui, chiedendo infine alla Regione di intervenire per accorpare il suo Comune con altri limitrofi o prendere dei provvedimenti che ne garantiscano la sopravvivenza. "I problemi di Poggiodomo – ha spiegato Spada – dipendono in parte dalla sua collocazione geografica: esso si trova a circa 100 chilometri da Perugia, le strade che lo collegano al resto della regione sono piene di curve e tornanti e per molti mesi all’anno sono coperte di neve e ghiaccio. Il suo territorio si estende per 40 chilometri quadrati e conta 3 frazioni, tutte sopra i 1.000 metri di altezza. Gli iscritti all’anagrafe sono 147, che si traducono in 80 residenti effettivi, che d’estate diventano 1500. L’età media è di oltre 60 anni e c’è un solo bambino a cui pure garantiamo un pulmino per andare a scuola. Ci sono soltanto 2 imprese artigianali, una edile con 3 dipendenti e una di autotrasporto che ne ha solo 1. Non ci sono più servizi: l’ufficio postale rimane aperto 21 ore alla settimana, il parroco è andato via, l’unico negozio di alimentari del paese chiuderà a fine mese, il medico è disponibile 2 ore a settimana. Il Comune – ha sottolineato il sindaco Spada – ha un bilancio di 350 mila euro, che deriva in gran parte dai trasferimenti statali. Il resto proviene da Ici e Tarsu, che è già stata aumentata, a discapito di chi vive in quelle case solo per pochi giorni all’anno, vivendo altrove. Alcuni immobili comunali sono già stati venduti e questo inverno non abbiamo acceso il riscaldamento per non consumare gas metano. Non possiamo partecipare ai bandi regionali perché essi richiedono un cofinanziamento, che non siamo in grado di garantire, e la presenza di imprenditori privati che non ci sono. Nel 2009 il Comune ha celebrato i 200 anni dalla sua fondazione ed anche per poterli festeggiare siamo dovuti ricorrere a finanziamenti straordinari".
CRACK COMUNE POGGIODOMO, SI ALLARGA IDEA DI ACCORPARE COMUNI VALNERINA
Da Scheggino la proposta: “6 Comuni per 2mila abitanti”. S.A. Narco, Vallo Nera, Cerreto e Monteleone.
Valnerina – 17/09/2010 12:21 da www.tuttoggi.info
di Domenico Santini (*)
Ho letto con molta attenzione l’intervento del Sindaco di Poggiodomo Egildo Spada (articolo sopra riportato, n.d.r.). Il problema che pone il prof. Spada rispecchia totalmente la realtà in una zona come quella della Valnerina ampia dal punto di vista territoriale ma estremamente esigua dal punto di vista demografico. Attualmente queste realtà municipali utilizzano quasi tutti i fondi dei propri bilanci solamente per coprire le spese del personale e ben poco rimane da utilizzare per le necessità della popolazione. Non hanno senso al giorno d’oggi tenere in piedi comuni come Scheggino, S.Anatolia di Narco, Vallo di Nera, Cerreto di Spoleto, Poggiodomo o Monteleone che insieme non arrivano a 2.000 abitanti.
Penso che in questo momento di crisi c’è bisogno di una riflessione, oltre che dei singoli amministratori locali anche di coloro che occupano ruoli chiave in politica nazionale, una riflessione che vada in direzione di unire questi piccoli comuni conservando comunque le loro origini e vicende storiche. Attualmente i Sindaci di questi piccoli comuni devono far fronte a problemi che ogni giorno il loro territorio può dare, devono rispondere alle esigenze richieste dai loro cittadini, cercando di non scontentare nessuno ma nello stesso tempo ricordandosi sempre di non avere a disposizione somme finanziarie per realizzarli, “penso che la cosa sia pressoché impossibile!!”; considerando il fatto poi, che ogni finanziamento da parte di enti superiori deve essere seguito sempre da un cofinanziamento proprio.
Per questi piccoli comuni basta un operaio o un impiegato che vada in pensione per mandare in crisi tutta la macchina comunale: pulire le strade, fare piccole manutenzioni, realizzare segnaletica stradale o fare un semplice certificato, diventano problemi invalicabili, per non parlare poi se qualche Sindaco spende in qualche opera pubblica più di quello che ha deliberato.
Quindi ha senso oggi tenere separate queste zone? Il disegno di legge che prevedeva l’accorpamento per i piccoli comuni dove è andato a finire? Mentre da mesi la politica discute animatamente di amanti, case all’estero, probiviri, divisione e correnti partitiche ecc, i piccoli comuni stanno subendo veri e propri tracolli finanziari, gliamministratori non riescono a far fronte anche alle più piccole richieste dei cittadini, ovviamentecreando malcontento e delusione e mettendo alle corde tutti i Sindaci.
Comunque penso che le dimissioni di un Sindaco non siano la panacea di questo male perchè la cosa rimarrebbe senza una soluzione, però penso che sia giunto il momento di sederci intorno ad un tavolo e parlare realmente di questo importantissimo problema auspicando una vera soluzione”.
(*) Consigliere Comunale Comune di Scheggino – Impegno per il Futuro di Scheggino