Due aquile e una volpe trovate morte nelle nostre montagne

By proruscio

 

Triste ritrovamento fatto nel corso di una escursione del CAI di Leonessa, di cui qualche giorno fa avevamo parlato per congratularci della rielezione a Presidente dell’amico Luigi Carbonetti, nelle montagne della nostra zona: una volpe e due aquile morte per cause ancora da accertare.

Per una maggiore informazione riportiamo un articolo di "La Repubblica" del 26/03/2019.

  


 

I due rapaci potrebbero essere morti dopo aver mangiato le carni avvelenate. Le prime analisi sulle carcasse all’Istituto zooprofilattico dell’Umbria e delle Marche non danno certezze. Sull’Appennino umbro-marchigiano sono solo poche decine di esemplari, secondo il Wwf

ANCHE a un occhio inesperto sembra evidente che qui la mano dell’uomo ha lasciato il suo segno. Non c’è nulla di "naturale" nella scena che si è trovato di fronte Massimiliano Ferrari, guida titolata del Cai di Leonessa, durante l’escursione che guidava domenica mattina, sui monti della Val Nerina. Su un prato in pendenza a 1.500 metri di quota, in località Capo la Valle, le carcasse di due aquile reali giacevano a qualche metro di distanza l’una dall’altra. A pochi passi da quella di una volpe ‘beccata’, le interiora esposte. Tutto fa pensare che sia stata avvelenata e i due rapaci, cibandosi della sua carcassa, abbiano fatto la stessa fine. 

  

 

La carcassa di una delle due aquile reali (foto: Giuseppe Giovannetti/ArcheoAmbiente Facebook)  

 

 "Faccio escursioni in montagna da quando ho otto mesi, non ho mai visto niente di simile. E ora ho 49 anni – racconta Ferrari che era alla testa del gruppo di escursionisti in località Capo la Valle, nel comune di Monteleone di Spoleto – mi è capitato certo di vedere animali morti, ma le ragioni possono essere tante. A volte vengono uccisi dopo una lotta. Una scena così, con tre animali, non mi è mai capitata, dal mio punto di vista non può essere che avvelenamento".

 Dopo aver trovato le carcasse, Ferrari ha avvertito i Carabinieri del nucleo Forestale di Monteleone di Spoleto, che hanno avviato le indagini. Al momento, l’ipotesi più probabile è che la volpe abbia mangiato un boccone avvelenato e le due aquile l’abbiano trovata. Un pasto facile ma letale: "In questo periodo le aquile hanno fame e si cibano di lepri, solitamente, ma anche di volpi – spiega Luigi Carbonetti, presidente del Cai di Leonessa – questa potrebbe essere già stata morta oppure moribonda".

 I bocconi avvelenati, purtroppo, sono ‘espedientì usati spesso da chi bazzica i monti non solo per puro piacere: "Potrebbe trattarsi di cacciatori di tartufi – ipotizza Carbonetti – per avvelenare i cani di quelli che vengono da fuori. È una lotta feroce. I pastori non li metterebbero mai, non sono mica matti, rischiano che li mangino i loro cani che governano le greggi. Era probabilmente un boccone preparato per un cane e se lo è mangiato la volpe. E le aquile hanno mangiato la volpe".

 Un solo boccone, tre vittime. L’apertura alare dei due rapaci "una attorno ai due metri, l’altra anche due metri e mezzo" secondo Ferrari, non lascia dubbi sulla specie: sono due aquile reali, la conferma arriva anche dall’Istituto zooprofilattico di Perugia.

 Il danno per la fauna del luogo è enorme: "Le aquile sono rare, e hanno un’area di caccia con un raggio di diversi chilometri – continua Carbonetti – queste potrebbero avere avuto il nido sulle rocce ripide del monte Coscerno, che è poco distante". Un censimento del Wwf di qualche anno fa ne aveva stimata la presenza ad alcune decine in tutto l’Appennino umbro-marchigiano.

 Del caso si stanno occupando i Carabinieri forestali di Monteleone di Spoleto che hanno consegnato le carcasse all’Istituto zooprofilattico dell’Umbria e delle Marche, a Perugia, incaricato di fare le analisi per scoprire di cosa sono morti i tre animali: "Al momento possiamo avere solo un sospetto, ma è ovviamente abbastanza chiaro che l’ipotesi sia quella dell’avvelenamento – sottolinea il direttore sanitario della struttura, Giovanni Filippini – stiamo già eseguendo i primi esami necroscopici e avremo presto i primi risultati. Dipende da quello che emergerà, se dovesse trattarsi di avvelenamento, servirà qualche giorno in più per stabilire con quali sostanze. È una fase molto delicata che potrebbe interessare anche la Procura".

 Le prime analisi non hanno ancora dato un esito certo: "Dal primo esame necroscopico delle interiora degli animali l’anatomopatologo non ha trovato segni evidenti di avvelenamento – specifica Filippini – rimane comunque il sospetto. A volte le sostanze tossiche sono colorate e si possono individuare subito segni macroscopici che lasciano pochi dubbi. Altre volte, come in questo caso, servono indagini chimiche più approfondite".

 Ma la speranza di trovare una risposta univoca è tutt’altro che certa: "Saremo molto scrupolosi, lo spettro delle analisi coprirà più di 200 sostanze tossiche diverse e questo allunga i tempi. Non è escluso nemmeno che possa essersi trattato di un cocktail – continua Filippini – il caso per noi è da codice rosso, ha la massima priorità. Entro la giornata di domani (27 marzo ndr) dovremmo avere gli esiti. Ma non è escluso che l’eventuale veleno, assorbito dall’organismo possa non essere trovato".

 Intanto emergono alcuni particolari sull’ultimo pasto della volpe, che era in uno stato di decomposizione più avanzato rispetto ai rapaci: "Abbiamo trovato delle ossa nel suo stomaco – conclude Filippini – che sembra possano essere di un roditore, sicuramente non di uccelli. Ma non è detto che sia stato quello l’ultima cosa che ha ingerito".