Con questa altisonante espressione, accompagnata da una marcia americana, venivano presentati, tempo fa, i film di avventura di genere pionieristico o di guerra con l’avviso finale "prossimamente qui", ponendo all’attenzione dello spettatore la figura e le caratteristiche degli interpreti della vicenda.
Con la stessa enfasi, non disgiunta, però, da una certa commozione, anche noi vogliamo ricordare con la nostra modesta rivista coloro che hanno "fatto" la nostra associazione.
I nostri pionieri, insomma! Le loro virtù, i pregi (quali difetti, del resto, potevano avere i nostri eroi) e curiosità.
Eccoli che sfilano nella nostra passerella: ve li presento: Belli Gaetano, l’eterno giovane dai capelli bianchi, sigaro toscano tra i denti, il promotore dell’associazione, insieme a Vannozzi Mariano, il primo ad intraprendere l’attività dei viaggi turistici collettivi.
Vannozzi Marcello, il flemmatico gigione, grande attore; capelli alla Valentino; l’uomo che ha avuto due (?) grandi passioni nella vita: Amalia (s’intende) e Ruscio. Marino può confermarlo.
Antonelli Franco: un rusciaro artificiale, lo definirebbe Giosuè, ma un
affiliato nel vero senso della parola; una fonte di energia (è stato il primo elettricista) e una carica di simpatia.
Come non ricordare lo scanzonato Raffaele Salamandra, un americano a Ruscio (lavorava presso l’Ambasciata USA), il quale portò quassù i primi prodotti del progresso del dopoguerra: il clacson con il suono della mucca, la polaroid, l’autoradio e, una facezia ma vera, la carta igienica a rotoli giganti.
Cicchetti Costantino, sempre disponibile (per giocare a carte; è stato lui che ha introdotto a Ruscio il gioco dello scopone scientifico. Paolo Peroni poi lo ha perfezionato).
Una citazione particolare merita la figura del nostro parroco Monsignor Silvestri Sestilio, raro esempio di umiltà e di dedizione alla Chiesa e alla comunità, cosi come Simone Angelini, il "quiet man" per eccellenza, semplice e cortese.
Altri personaggi hanno contribuito, chi più chi meno, chi prima chi dopo, alla creazione e allo sviluppo di questa opera.
II compito che mi e stato affidato, quello di ricordarli, mi resta difficile, dal momento che troppo recente è la loro scomparsa, per cui la loro figura e le loro voci aleggiano ancora per le strade o nelle case di Ruscio.
Possiamo concludere dicendo che Essi non furono, ma sono.