………….. Il corridoio che andava verso il palco era lungo e semibuio e prima di arrivare dovetti passare per due porte custodite da “guardiani”. Avvicinato da un tipo alto, roscio e con i baffi mi disse di aspettare fino a che Maurizio Costanzo non mi avesse chiamato.
E così venne il momento di entrare sul palco. Il buon Maurizio mi venne a prendere e sinceramente non ricordo come mi presentò, né ricordo l’applauso; ricordo che comunque il presentatore si stupì del fatto che un ragazzetto così mingherlino (all’epoca ero secco) potesse avere una voce cosi potente e mi invitò a ristrillare BRAVO GIGGIIII!!!! cosa che feci puntualmente, forse più di una volta, sul bordo anteriore destro del palco ribadendo il vocione e confermando l’applauso.
Mi fece poi accomodare su una delle poltroncine dove erano sistemati gli altri illustri ospiti e dopo le domande di rito (nome, che fai, anni ecc ecc) andò avanti con il talk show presentando un ospite che cantava. Entrò un damerino vestito tipo anni 50/60 che venne presentato (nun me chiedete er nome!!!) e venne presentata anche la canzone che era “That’s Amore” del grande Dean Martin. Le luci si abbassarono, partì la base e il tizio cominciò a cantare; non cantava male e la canzone famosa rendeva l’atmosfera gradevole.
Io ero seduto sul lato destro di una poltroncina a due posti e alla mia destra, su un’altra poltrona, c’era Gigi Proietti e durante l’esibizione, a bassa voce, dissi all’attore: “canto mejo io de questo!”. Proietti chiamò prontamente verso di sé Costanzo riferendo ciò che gli avevo detto io e alla fine della canzone venne verso di me e rivolto al pubblico disse che io sapevo “anche” cantare oltre che a strillare.
Non mi chiedete come fu, come uscì fuori la canzone ma mi ritrovai a cantare, accompagnato al piano dal maestro Bracardi , “O sole mio”. Cantai la prima strofa e il ritornello e la parte finale dove c’è la parola “fronte” fu qualcosa di straordinario; straordinario perché la “o” di fronte sarà durata 2-3-4 minuti non so………insomma na cifra!!!!
Vi lascio immaginare il teatro, come si suol dire “venne giù”. E si perché un ragazzetto secco secco, col vocione, che canta e che tiene un tono mezzo baritonale per qualche minuto non si vede tutti i giorni. E poi la novità: ancora non c’erano le trasmissioni che ci sono adesso (talent, reality) dove perfetti sconosciuti, o quasi, vanno in televisione. Io ero il perfetto sconosciuto, giovane, romano come tutto il teatro, spigliato e, permettetemelo, con un piccolo piccolo talento.
Attraversai più e più volte il palco del teatro per prendere gli applausi fino a che mi riaccomodai in “panchina”.
La chiacchierata di Costanzo con gli ospiti andò avanti e ogni tanto, interpellato anche io, dispensavo battute che suscitavano ilarità e applausi da parte del pubblico: quella sera potevo fare qualsiasi cosa e quella cosa sarebbe stata sempre quella giusta.
Confidai a Proietti che suonavo anche la chitarra e puntualmente Costanzo mandò a cercare una chitarra.
Questa volta la canzone la scelsi io: “la casa in riva al mare” di Lucio Dalla non era propriamente la canzone da suonare e cantare in una serata allegra ma era quella che in quel periodo suonavo sempre e decisi per quella. Il fatto preponderante fu comunque che la chitarra praticamente non si sentiva perché il suono andava e veniva: pensai scherzosamente, in seguito, che fui boicottato dal damerino anni 50/60.
Finita la puntata fra i vari saluti e il palco che si chiudeva mi venne incontro il roscio con i baffi che mi chiese il telefono e come contattarmi e anche lui mi lascio’ un fogliettino con il suo numero di telefono dicendomi che comunque mi avrebbe richiamato.
Mi stavo avviando nella direzione opposta da dove ero entrato quando da lontano vedo arrivare i deficienti mezzi urlanti, sorridenti ed eccitati: “Aho Andrè, non ce volevano fa passà poi j’avemo detto che eravamo l’amici tua e c’hanno aperto”…. e giù risate.
Usciti dal Sistina ci attardammo davanti al teatro ancora ridendo e raccontando quello che era successo e per festeggiare decidemmo di andare a mangiare, anche se era tardi, qualcosa da qualche parte.
A Piazza Barberini c’era un fast food (ancora non c’erano i Mac) e ci accomodammo per spizzicare qualcosetta e chiudere la serata. Chiusa un par de ciufoli!!
Durante la prima parte del Maurizio Costanzo (quella noiosa del terremoto dell’Irpinia) avevamo adocchiato un gruppetto di ragazze poco dietro e dall’altra parte della fila rispetto a noi e ci eravamo ripromessi di rompergli le scatole una volta usciti (si stava sempre a caccia) ma poi gli eventi avevano mandato a monte il piano e le ragazzotte le perdemmo di vista. Invece, seduti al nostro tavolo, vedemmo due ragazze avvicinarsi verso di noi ma purtroppo non erano quelle che noi avevamo “scelto”.
Il loro approccio fu facile perché anche loro stavano al Sistina e l’argomento su di me e sulla serata era ovvio e quasi banale ma nel complesso erano simpatiche; una, veramente carina, si chiamava Anna, l’altra, mooooooolto meno carina…..non mi ricordo come si chiamava (chissà perché!!!).
Ci lasciammo con la promessa di rivederci la sera della programmazione della puntata del Maurizio Costanzo Show (in quel periodo si registrava la puntata e poi veniva mandata in onda una settimana dopo) e, scambiati i numeri di telefono, uscimmo e ci avviammo alla macchina.
La prima parte e’ stata pubblicata su
“La Barrozza” – Estate 2013 – anno XXII