Editoriale

By Vittorio Ottaviani

Carissimo Socio,

non ti nascondo che avverto una certa difficoltà nell’accingermi a scrivere queste due righe sulla Barrozza: difficoltà non certo dovuta alla mancanza di buona volontà o di scarsa vena, ma piuttosto dalla scelta degli argomenti da trattare.

Potrei rimanere nell’ovvio augurandoti semplicemente, come per il passato, una Buona Pasqua ed un sereno ingresso nella prossima primavera: cosa che, certamente, faccio ugualmente di vero cuore estendendo gli auguri ad ogni componente della tua famiglia.

Stiamo però vivendo tempi difficili e critici che più di parole avrebbero bisogno di fatti!
La crisi investe tutti i settori (politico, amministrativo, economico, sindacale, sociale, finanziario, culturale) e dovrebbe spingerci oltre l’ovvio ed il rituale.

Istituzioni salde fino a qualche tempo fa come Patria, Chiesa, Magistratura, Famiglia, vacillano sotto i colpi inferti da quanti mirano a distruggere, senza proprie valide alternative, magari parlando in nome della democrazia, della libertà, della solidarietà e del rispetto della natura.
Il risultato, senza entrare nel merito delle varie dispute, è la grande incertezza che serpeggia nel paese: non abbiamo più punti di riferimento certi, viviamo la quotidianità senza porci delle mete precise, scivoliamo ogni giorno di più nell’apatia.

Ma allora cosa fare?

Ritengo che in questo momento di grave crisi di valori siamo, prima di tutto, chiamati, con umiltà, alla riflessione, all’esame interiore per vedere quanto sia in nostro potere per contribuire a trovare una soluzione.

A questo proposito mi piace ricordare la frase di Kennedy:
"NON CHIEDERTI COSA FA LO STATO PER TE, MA PIUTTOSTO COSA FAI TU PER LO STATO". Riflettiamoci sopra.

Renato Peroni