Riportiamo l’articolo di Daniele Ubaldi pubblicato su SpoletOnline il 26 febbraio 2014
‘Dateci gli strumenti per lavorare senza essere abusivi’
Gli imprenditori di Monteleone di Spoleto si difendono dalle accuse di reato ambientale. ‘Mai inquinato l’ambiente. Costretti a depositare materiali e attrezzature all’aperto in mancanza di una zona artigianale’. Un paradosso vecchio decine di anni
"Non siamo dei criminali, ma soltanto gente che per poter lavorare non può fare diversamente". Si difendono con orgoglio misto a indignazione gli artigiani di Monteleone di Spoleto, colpiti nei giorni scorsi dai sequestri da parte dei carabinieri di alcuni terreni agricoli, che a detta degli inquirenti sarebbero stati da loro utilizzati come discariche abusive. "Non è vero – dichiarano con forza – che noi abbandoniamo rifiuti nell’ambiente. Anzi, è vero il contrario: in quei terreni depositiamo le nostre attrezzature, macchinari e materiali di recupero, che poi riutilizziamo senza che, ad esempio, vengano prodotti ulteriori laterizi". Gli imprenditori coinvolti nell’inchiesta, che si muove sulla base di un esposto inoltrato a una serie di autorità locali e regionali, rappresentano alcune delle imprese che tengono in piedi la fragile economia del piccolo paese montano. Ci sono muratori, carpentieri, falegnami: tutti accomunati dalle infamanti accuse, che li vorrebbero responsabili di reato ambientale. Ma la realtà è un’altra. "Noi non inquiniamo, mai ci sogneremmo di farlo", dichiarano. "I nostri rifiuti li portiamo in discarica, come tutti gli imprenditori onesti del mondo. Purtroppo a Monteleone non esiste un posto in cui possiamo costruire un capannone per rimettere gli attrezzi e i materiali inerenti il nostro lavoro. In pratica non c’è una zona artigianale: siamo quindi, sì, degli abusivi, ma il nostro abuso consiste nell’appoggiare betoniere, materiali di demolizione, attrezzature, ponteggi eccetera in un luogo non adatto a tale scopo. E’ l’unico modo che abbiamo per lavorare e continuare a vivere qui, a casa nostra".
In effetti a Monteleone di Spoleto chi vuole avviare una nuova attività non ha gli spazi in cui insediarsi. Eppure in Regione risulta che il 70% del territorio edificabile a scopo artigianale, individuato dal vecchio Piano, non è stato ancora utilizzato. "I proprietari di quei terreni – spiegano gli imprenditori – non li sfruttano e neanche ce li vendono, il che per noi significa evadere la legge oppure chiudere. Addirittura in quelle aree c’è chi ci porta gli animali al pascolo. Le varianti al Piano regolatore generale, o addirittura un Piano nuovo, sono stati per anni i punti-chiave di ogni nuova campagna elettorale qui a Monteleone. Ma dopo il voto tutto è rimasto lettera morta. A questo proposito vorremmo dire che l’unica amministrazione comunale che si è dimostrata sensibile all’argomento è proprio quella attuale, con il sindaco Angelini che si è attivata per trovare una soluzione ai nostri problemi, mentre tra i proprietari dei terreni utilizzabili soltanto uno, Pietro Venanzi, si è dimostrato disponibile nei nostri confronti. Lo ringraziamo pubblicamente".
La questione, ad ogni modo, è paradossale. Non solo gli imprenditori non possono rimettere i propri mezzi e macchinari in un capannone, non soltanto sono costretti a lasciare tutto all’addiaccio con il risultato di deteriorare le attrezzature, non solo non possono neanche recintare i terreni utilizzati con il rischio di subire furti ogni giorno, ma oltretutto arrivano le forze dell’ordine e sequestrano l’intera area con l’accusa di reato ambientale, mentre i terreni edificabili sono utilizzati dai proprietari per altri scopi, tra i quali il pascolo.
Interpellato da Spoletonline, il sindaco di Monteleone Marisa Angelini è molto chiara e decisa: "Come amministrazione – dichiara – abbiamo una pesante eredità da risolvere. La pianificazione strategica deve fare attenzione a queste realtà, alle quali come sindaco e come cittadina mi sento vicina. La variante al Piano di fabbricazione è quasi pronta: a breve la presenteremo in consiglio. Stiamo creando nuove zone artigianali e industriali, trasferendo le destinazioni d’uso da quei terreni sui quali non c’è la disponibilità a costruire da parte dei proprietari. Useremo lo strumento della perequazione, cercando di non danneggiare nessuno e di consumare meno suolo possibile. Riguardo il reato ambientale, gli organi preposti sono al lavoro per fare piena luce su tutto. Per parte mia – conclude il sindaco – ritengo che i nostri imprenditori locali si siano trovati costretti ad agire in quel modo, poiché le precedenti amministrazioni non hanno mai risolto il problema. Stiamo facendo di tutto per dare legittimità a queste aziende".