Cronaca della presentazione del IV Quaderno di Ruscio
Dopo aver ringraziato per l’opportunità di un nuovo e gradito incontro con la “deliziosa Ruscio e con i cari amici Rusciani”, il Gen. C.A. (ris) Alfonso Pessolano ha voluto innanzitutto esprimere il “suo sentito apprezzamento per i responsabili della Pro Ruscio e per il solerte attivismo e la coinvolgente effervescenza, unanimemente riconosciuti al suo Presidente, Vittorio Ottaviani”
Poi, nel presentare il Quaderno dedicato ai Caduti della Seconda Guerra Mondiale, si è così testualmente espresso:
“Ho letto più volte la pubblicazione che oggi vede la luce, perchè i Quaderni della Barrozza appartengono alla categoria di lavori (come le belle musiche, i bei films o i bei quadri) che possono – anzi debbono – essere rivisitati, in quanto, lungi dall’annoiarti, ti fanno scoprire ogni volta qualcosa di bello e di nuovo, che prima non avevi notato.
La caratteristica principale dell’opera è la sua originale impostazione, che risulta una equilibrata sintesi di dati storici e di notizie anagrafiche, di aspetti umani e di ricordi personali, di foto ufficiali e di immagini private. Il tutto felicemente ordinato in:
– una prima sezione dedicata all’inquadramento storico dell’evento di cui il Caduto è stato protagonista;
– una seconda sezione contenente la Scheda personale del Caduto, con le vicende civili e militari della sua breve esistenza, nonchè – aspetto più piacevole – la sua Nota Genealogica, utile a ricostruire una realtà rusciana, a volte, antica anche più di quattro secoli;
– una terza sezione con la storia sintetica delle unità militari nelle quali hanno servito i Caduti.
I principali pregi della pubblicazione mi sono apparsi:
– la dovizia di documentazione, che mette in luce quanto impegno sia stato profuso nella raccolta dei dati, svolta negli Archivi di Stato, negli Uffici Storici e nei Distretti Militari, negli Archivi comunali e parrocchiali e soprattutto nei documenti personali di tante famiglie rusciane;
– l’equilibrio, che è merito da ascrivere a tutti coloro che hanno collaborato a questa ricerca, ma soprattutto dei redattori e dei coordinatori. Non è, infatti, facile trattare un argomento così controverso ed ancora scottante, come l’ultima guerra mondiale, senza cadere nel trabocchetto della retorica o della passione politica. Un esempio: prima la foto di un Mussolini impettito, poi… i documenti dell’olocausto (lo sterminiodegli Ebrei), infine le foto della Liberazione, con Russi ed Americani;
– l’obiettività, che non riguarda solo l’inquadramento storico delle vicende belliche descritte con apprezzabile serenità di giudizio, ma che trova i momenti più significativi nelle citazioni delle lettere che giungevano dal fronte (disarmanti nella loro semplicità e commoventi per la loro umanità) e nelle disperate, ma composte, reazioni dei familiari, che mi hanno fatto pensare alla dignità ed alla misura dei parenti dei nostri recenti caduti in Iraq, civili e militari, anche loro morti nel consapevole compimento di un dovere;
– la rispondenza tra i contenuti dell’opera ed il sentimento di amore e di rispetto che Ruscio nutre per i suoi Caduti; amore e rispetto che meritano anche i Caduti avversari, parimenti vittime incolpevoli degli eventi che oggi abbiamo evocato e che, perciò, sarebbe ingiusto discriminare.
Ciò in quanto, e mi rivolgo soprattutto ai più giovani, le guerre – di per sè – non sono nè giuste, nè sbagliate (come qualcuno tenta di far credere); esse sono solo fenomeni tragici che dovrebbero essere sempre evitati, ma che fanno parte della storia e del difficile cammino della civiltà. Tutti sappiamo, infatti, che, se, non ci fosse stata la Prima Guerra Mondiale noi non avremmo ancora un Italia unita e che, se non ci fosse stata la Seconda, non goderemmo nè del benessere nè della libertà, che oggi ci sembrano naturali, ma che dobbiamo certamente a chi si è sacrificato in nome della Patria.
Concludo con auspicio, una critica ed un invito.
Il mio auspicio è che questa serie prosegua, esaminando altri aspetti della vita rusciana del passato, e che i Quaderni possano trovare spazio anche nelle scuole, come ausilio indispensabile nello studio della nostra storia.
La critica consiste nell’aver dovuto constatare che i curatori (come essi stessi si definiscono nell’introduzione) hanno ringraziato profusamente tutti coloro che hanno partecipato al lavoro, ma non hanno trovato spazio sufficiente nè per un cenno sul loro proprio impegno nè sulle proprie qualificazioni professionali.
Perciò al fine di emendare queste manchevolezze, che spero non vengano ripetute in futuro, invito tutti a tributare un caloroso e meritato applauso soprattutto ai Dottori (Rusciani DOC) Francesco e Stefano Peroni”.