Quaderno di Ruscio n. 4 anno 2004 a cura di Francesco e Stefano Peroni
Aggiornamenti
Ernesto Menengon
aggiornamento del 22/06/2018
Il nostro Ernesto, dopo il recupero della Salma dal cimitero di guerra dove fu provvisoriamente tumulato, riposa ora nel Sacrario Militare dei Caduti d’Oltremare, in Bari.
Le sue ossa non finirono indistinte tra le tante dei migliaia di Caduti in Albania, negli Ossari comuni, ebbe la sorte di essere identificato e ora riposa nel medesimo loculo del Console Meneghetti Montanari Secondo, Medaglia d’Oro al V.M.. (ALBANIA – Sett. 25 Fila L-5).
per gentile concessione del Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti – Sacrario Militare Caduti d’Oltremare (2018)
Benedetto Marchegiani
aggiornamento del 9/6/2018
La salma di Benedetto, dopo sommaria sepoltura in un cimitero di guerra, venne esumata e portata in Patria, sepolta nel Sacrario Militare dei “Caduti d’Oltremare” di Bari.
Il suo corpo, pero’, non fu identificato. Oggi riposa dietro questa lapide insieme a 16.000 commilitoni Caduti in terra di Grecia e Albania.
A imperitura memoria del suo sacrificio resta il suo nome inciso sulle pagine di bronzo del libro dell’Onore.
Alfredo Vannozzi
aggiornamento del 07/08/2018
Successivamente, esumato dal cimitero di guerra provvisorio, sarà ricondotto in Patria. Oggi riposa nel Cimitero Comunale di Monteleone.
Adorno Peroni
aggiornamento del 07/08/2018
La salma del nostro Adorno, provvisoriamente sepolta in un cimitero di guerra, successivamente, con il 9° recupero Croato dei nostri Caduti, fu tumulata insieme a quella della mamma Eugenia e, piu’ recentemente, alla sorella Marianna, nel Cimitero Comunale di Latina.
Riceviamo da Alba Peroni, in data 04/02/2023
Post toccante per la mia famiglia e le nostre origini. Manca qualche nome importante. Tutti i figli di Luigi Peroni e Marianna Salamandra, giunti in età adulta erano ben dieci di cui Serafina e Caterina emigrate negli USA a Trenton e li sposate con compaesani Monteleonesi. I maschi erano cinque: Bernardo, Francesco, Pasquale, Antonio (mio nonno che ha avuto Serafina, Ezio e Alfonso) e Serafino, tutti nati al colle che si vede dal campetto.
Lo zio Serafino , fornaio, avviò svariati punti vendita di pane e alimentari a Roma nel quartiere Flaminio e il forno a Viale del Vignola.
Il fratello di Adorno, Dario, è tutt’ora residente a Latina con la sua famiglia e il figlio Adorno Peroni onora le forze armate come ufficiale di Marina.
Marco Angelini
aggiornamento del 15/06/2018
Angelini Marco venne fatto prigioniero dopo l’8 settembre 1943 ed internato in Germania presso uno degli stalag del sesto Distretto militare, ai confini con l’Olanda ed il Belgio. Il Distretto militare VI incorporava nel suo territorio gli stalag di Gross Hesepe, Dortmund, Münster, Bocholt, Dorsten, Senne Forellkrug, Fichtenhain, Hemer, Colonia e Bonn Duisdorf.
Quindi l’Angelini venne sicuramente internato in uno di questi stalag (verosimilmente potrebbe trattarsi dello Stalag VI J/Z di Dorsten o dello Stalag VI D di Dortmund – vista la loro vicinanza a quello che poi sarà il suo luogo di morte e prima sepoltura).
Ammalatosi di tubercolosi, venne ricoverato presso l’Ospedale di Gelsenkirchen. Il 14 marzo 1945 Marco morì e venne sepolto Cimitero centrale di Gelsenkirchen.
Di tale evento si trova memoria in un documento depositato presso l’Archivio Segreto Vaticano (cartelle dell’Ufficio Informazioni Vaticano per i Prigionieri di Guerra). Sulla scheda di ricerca risulta come classe di nascita il 1915 con due punti di domanda (1915 ??) che stanno ad indicare che il testimone (tale Clorico Luigi, residente all’epoca – 1945 – in Corso Vittorio Emanuele, 84 Torino) probabilmente conosceva l’Angelini ma aveva dei dubbi sul preciso anno di nascita e sulla data esatta della sua morte. (nel documento viene riportata come data di morte il marzo 1945)
La scheda è tratta da una lettera del cappellano militare Policarpo Narciso Crosara, frate cappuccino, giunta da Mestre il 10 ottobre 1945, con allegati registri con i nomi di 266 militari deceduti in diverse località della Germania e zone occupate dal settembre 1943 al luglio 1945.
[aggiornamento del 12/01/2023: si noti, purtroppo, l’errata indicazione della specialita’ del Nostro: Artigliere, invece che, correttamente, Artiere, cosi’ come venivano indicati i soldati del Genio]
Grazie alla documentazione del Servizio Internazionale di Ricerche della Croce Rossa, al grandissimo e difficoltoso lavoro di esumazione e riconoscimento dei Caduti, da parte della Missione francese del Ministero degli Ex Combattenti e Vittime di Guerra, alla collaborazione di Uffici Civili e Religiosi locali, e alla cooperazione del governo federale tedesco, nella seconda metà degli anni ‘50, il Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti in Guerra del Ministero della Difesa, riuscì a rintracciare le spoglie dei nostri connazionali inumati in prima sepoltura in vari sepolcreti della Germania, facendole traslare nei cimiteri militari italiani d’onore di Amburgo, Berlino, Francoforte sul Meno e Monaco di Baviera.
In Austria le salme individuate furono sepolte nel Cimitero Militare Italiano di Mauthausen, mentre in Polonia i resti mortali degli italiani furono sepolti nel Cimitero Militare Italiano di Bielany, un sobborgo di Varsavia.
Tra i caduti rintracciati, risultò esserci anche Marco Angelini, le cui Spoglie vennero esumate e traslate nel Cimitero militare italiano d’onore di Amburgo (Hauptfriedhof Öjendorf), dove si trovano tuttora alla posizione tombale: riquadro 1 / fila W / tomba 18.
Il presente aggiornamento e’ stato realizzato, sulla base delle informazioni presenti nei propri archivi, da Roberto Zamboni, instancabile ricercatore delle memorie dei nostri Caduti, gestore del sito www.dimenticatidistato.com, che vi invitiamo a visitare. Grazie alla Sua rete di collaboratori ci ha fatto pervenire la foto della Tomba del nostro Marco.
Aggiornamento del 13/02/2023, a cura di Marco Perelli
Marco Angelini di David risulta nato l’11.1.1918 e battezzato il 20. Suo genitori sono DAVID FU GIUSEPPE ANGELINI E ANTONIA GIOVANNETTI FU PAOLO, sposatisi il 4 settembre 1904. Fratelli di Marco sono Andrea (nato 7.12.1905), Giacomo (30.3.1908), Annunziata (4.5.1910, sposa di Reali Domenico di Gioacchino il 29.7.1934), Innocenza 23.5.1913 (morta subito), Orsola 2.2.1920. A parte Annunziata (di sicuro divenuta adulta) e Innocenza (di sicuro morta subito), non si rilevano ulteriori riscontri sulla sorte di Andrea, Giacomo e Orsola.
In occasione dei primi figli, la coppia David-Antonia è detta di Rescia mentre per gli ultimi (Marco e Orsola) sembra scritto sui Registri parrocchiali “di Ruscio”.
Davide, figlio di Giuseppe di Marcantonio, era stato battezzato il 1° agosto 1865. Un primo matrimonio di un David di Giuseppe risulta nel 1888 con Agnese Di Biagio di Ippolito (comunque non si riscontrano figli). David non si riscontra nel Registro dei Defunti.
“Antonina” era la primogenita di Paolo Giovannetti (nata 1876). Suo fratello era Antonio (1880), nonno di Paolo e Claudio, dimoranti in via Monteleone, nostri contemporanei. Paolo è il papà di Paola, Patrizia e Stefania Giovannetti.
Il nostro Marco Angelini era dunque un cugino di Emilio (nipote del nonno materno Timoteo Iachetti).
Primo Vannozzi
aggiornamento del 24/01/2023, con informazioni ricordi e fotografie raccolte da Francesca Vannozzi (la sorella) Lidia Vannozzi (la nipote figlia di Francesca) e Claudio Vannozzi (nipote) figlio di Giovanni Vannozzi (fratello del Soldato Primo)
Il Soldato Primo nasce a Ruscio come tutti i suoi fratelli (Giovanni, Vincenzo, Francesca) dai genitori Vannozzi Federico e Laura Peroni.
Abitano nel vicolo S. Antonio a Ruscio. Di famiglia contadina in quanto la mamma Laura possedeva diverse tenute ove i loro figli (compreso Primo) governavano le pecore, mentre il padre Federico si dedicava alla coltivazione dei terreni oltre a custodire le greggi delle tenute dei Torlonia. In inverno, svolgevano la transumanza fino in Maremma (nei pressi di Canino).
Primo finisce la quinta elementare a Ruscio e nel contempo serve la prima messa a Don Sestilio, all’età di sette anni.
Primo aveva intenzione di studiare per diventare Sacerdote ma, in quei tempi, non vi erano risorse necessarie quindi venne meno a questa scelta. Intorno al 1935 Vannozzi Federico entra in servizio al comune di Roma (servizi cimiteriali del Verano) e tutta la famiglia si trasferisce a Roma (quartiere S. Lorenzo),mentre Primo va a vivere con la zia Maria (sorella di Federico) a via dei Mille, nei pressi della Stazione Termini, per collaborare con la zia che aveva un negozio di carbone ( poiché rimasta vedova da giovane e con figli piccoli).
Dopo pochi anni scoppia il conflitto mondiale e lui, classe 1921, viene chiamato alle armi. Consegue una specializzazione militare come marconista; partito per il fronte incontra a Barletta suo cugino Antonio Arrigoni (papà di Ignazio), ma le loro strade si dividono e Primo viene mandato in Sicilia, sulla costa Agrigentina a difesa del Paese.
Le flotte alleate erano pronte ad attaccare l’Italia che sottovalutava la possibilità dell’esecuzione di un sbarco in Sicilia.
Purtroppo per il nostro caro zio Primo e tanti altri giovani soldati italiani, non fu così e con le poche e in qualche caso inefficienti armamenti, dovettero fronteggiare un nemico forte e ben strutturato come gli americani ed inglesi. L’epilogo di quei giorni è storia ormai ben nota.
Primo scrisse diverse lettere alla mamma Laura; una in particolare parlava di cannoni di “cartone ” e di paura.
Il 10 luglio del 1943 il Soldato Primo Vannozzi viene dato ufficialmente disperso durante un bombardamento (“nel compimento del suo dovere accanto al suo apparecchio radio”) . Successivamente anche il padre (nonno Federico) nonostante avesse già servito la nazione durante la prima guerra mondiale, fu richiamato anche lui alle armi, L’epilogo fu, fortunatamente, meno triste.]