I nostri Caduti

By proruscio

Riportiamo l’apprezzato discorso tenuto dal Gen. C.A. Alfonso Pessolano, nel corso della Commemorazione dei Caduti di Tutte le Guerre.


 

"Amici Rusciani, ho accettato con vero piacere l’invito del Presidente della Pro Loco ad intervenire a questa vostra splendida iniziativa ed avere, così, una nuova opportunità di rendervi partecipi dei sentimenti suscitati in me da questa toccante cerimonia. Li ho sintetizzati in tre considerazioni ed un invito.

Ruscio, 21 Agosto 2011, Comemmorazione ai Caduti, il Gen. C.A. Alfonso Pessolano

La prima considerazione riguarda la dedica della cerimonia ai "Caduti di tutte le Guerre". Sono indotto a pensare che sia stato intendimento degli Organizzatori non limitare l’omaggio ai soli Rusciani caduti nei conflitti citati sul monumento, ma estendere il nostro ricordo riconoscente a tutti coloro che hanno sacrificato la loro vita per la Patria, ad iniziare da quelli dei primi Moti Carbonari del 1821 (quasi duecento anni fa), fino a giungere ai più recenti Caduti nelle Operazioni di Pace e di Solidarietà, che vedono protagonisti i soldati Italiani in vari teatri operativi, in quasi tutte le parti del mondo. E questa mi sembra una iniziativa quanto mai opportuna e significativa nell’anno in cui si celebra il 150° anniversario dell’Unità d’Italia.

La seconda considerazione riguarda la natura dei conflitti. Le guerre, secondo i più, si distinguono in "buone e cattive" e "giuste e sbagliate". Personalmente (ma non sono il solo), ritengo che le guerre, di per sé, non siano né buone, né cattive, né giuste, né sbagliate.
A mio parere, esse sono soltanto delle esecrabili manifestazioni della natura umana, che abbiamo l’ obbligo di scongiurare con tutte le forze, come ci impone la nostra Costituzione repubblicana, ma anche il sacro dovere ( come ci indica sempre la stessa Costituzione) di condurre a termine con ogni mezzo, quando deliberate dalle legittime Autorità e , soprattutto, richieste dai supremi Organi delle Comunità internazionali.

Ed allora, se accettiamo questa tesi, con la cerimonia odierna non dovremmo commemorare solo i "nostri" Caduti, ma anche i loro Avversari, scomparsi anch’essi per un ideale ritenuto giusto o, quanto meno, per un dovere legittimamente imposto dalle loro Comunità. Se così non fosse, bisognerebbe chiedersi perché i Capi di Stato, durante le visite ufficiali, si rechino immancabilmente a rendere omaggio al monumento "Al Milite Ignoto" , eretto nel paese ospitante, o perché nei luoghi ove sono avvenute le battaglie più cruente troviamo i resti dei caduti, pietosamente composti in cimiteri distinti per nazionalità, ma devotamente eretti gli uni accanto agli altri, come avviene ad esempio ad Al Alamein, ma anche in tante altre analoghe località. In proposito e per quanto riguarda noi in particolare, va sottolineato che all’ Altare della Patria in Roma sono custoditi i resti di un combattente di cui non si conosce né il nome, né la nazionalità: potrebbe essere un Italiano, ma anche un Austriaco, uno Slavo o un Tedesco, senza che questo ci faccia considerare il luogo meno sacro o meno degno di rispetto.

Terza ed ultima considerazione, riguarda il significato profondo, che vorrei si attribuisse a questa cerimonia. Sarebbe auspicabile, oggi, non solo commemorare i caduti prettamente militari, ma estendere il nostro cordoglio e la nostra gratitudine a tutti coloro che si sono sacrificati per adempiere un dovere a favore della comunità nazionale e non solo a quelli. Mi riferisco ai tutori dell’ordine, ai magistrati, ai missionari, ai volontari delle organizzazioni umanitarie, ma anche alle vittime incolpevoli del terrorismo o della criminalità organizzata.
Concludo con un invito.

Durante il minuto di raccoglimento, dunque, rivolgiamo il nostro riverente pensiero non solo ai nostri amatissimi Caduti rusciani, ma anche alle vittime innocenti della violenza e a tutti coloro che  hanno perso la vita per un ideale o per onorare il proprio impegno personale, senza dimenticare, cristianamente, i loro leali avversari. Grazie."